Il vero amore ha questa caratteristica: il suo oggetto è sempre presente nel nostro cuore e, più concretamente, nei nostri vissuti, illumina le nostre scelte e decisioni. E, se questo è vero per un amore umano, quanto più deve valere per la nostra relazione con Dio, che è Amore! La nostra preghiera, lo stare nell’intimità con il Signore, si specchia nella nostra esistenza di ogni giorno. Con queste considerazioni iniziali, il Santo Padre ci introduce oggi nel tema dell’udienza del mercoledì, sulla preghiera nella vita quotidiana.
Quella con il Creatore, dev’essere necessariamente una relazione fondamentale per ogni credente. È in questo contesto che si accresce, giorno dopo giorno, la coerenza interna della nostra vita. La sua presenza entra a far parte del nostro essere, in ogni circostanza, ogni gioia diventa motivo di lode, ogni prova è occasione per una richiesta di aiuto. Questo non riguarda solo i momenti delle nostre giornate, ma anche varie componenti della nostra natura, come ad esempio l’intelligenza umana, nella quale c’è un aspetto orante; essa infatti è una finestra affacciata sul mistero: rischiara i pochi passi che stanno davanti a noi e poi si apre alla realtà tutta intera, questa realtà che la precede e la supera.
L’essere umano può celebrare la vita, davvero come una liturgia, nella sua dimensione temporale, nella quale gli viene costantemente dato il dono del presente. Il Pontefice ci ricorda, riportando il numero 2659 del Catechismo della Chiesa Cattolica, che è il momento attuale che porta con sé la grazia della presenza dello Spirito, che ci abilita all’incontro fecondo con Dio. La preghiera avviene nell’oggi. Gesù ci viene incontro oggi, questo oggi che stiamo vivendo. Ed è la preghiera a trasformare lo questo oggi in grazia, o meglio, a trasformarci: placa l’ira, sostiene l’amore, moltiplica la gioia, infonde la forza di perdonare. In qualche momento ci sembrerà di non essere più noi a vivere, ma che la grazia viva e operi in noi mediante la preghiera.
Papa Francesco ci sfida oggi ad una preghiera che ci renda capaci di amare sempre di più, tutti, senza eccezione. Spesso portati ad affidare al Signore solo le situazioni e le persone che conosciamo e a cui vogliamo bene, dimentichiamo coloro che sono tanto più bisognosi, quanto più lontani da noi. La preghiera ci aiuta ad amare gli altri, nonostante i loro sbagli e i loro peccati. La persona è sempre più importante delle sue azioni, e Gesù non ha giudicato il mondo, ma lo ha salvato. È una brutta vita quella di quelle persone che sempre giudicano gli altri, sempre stanno condannando, giudicando: è una vita brutta, infelice. Gesù è venuto per salvarci: apri il tuo cuore, perdona, giustifica gli altri, capisci, anche tu sii vicino agli altri, abbi compassione, abbi tenerezza come Gesù.
La preghiera, dunque, è la vera forza della creatura umana. Mentre sperimentiamo costantemente la nostra fragilità e quella degli altri, abbiamo dove attingere le nuove energie: nel dialogo ininterrotto con Colui che ci ha creati e vuole il nostro bene. Celebriamo dunque questa liturgia della vita, in un reciproco amore che sostiene e dà vita.