L’attore Salvatore Cilona ci racconta la sua devozione a San Sebastiano

Salvatore Cilona, è un attore, regista e autore teatrale, i suoi lavori sono ispirati e accompagnati dalla sua fede personale. E’ siciliano, ed è di Barcellona Pozzo di Gotto.

Recentemente ha scritto un intenso dramma teatrale dedicato alla figura di San Sebastiano, da lui stesso interpretato, patrono della città di Barcellona Pozzo di Gotto. Del dramma Cilona, oltre che autore, è attore protagonista, regista, costumista, scenografo.

Com’è nato in te, l’amore per il teatro?

Nasce fin da piccolo con le imitazioni. Con il tempo ho maturato e sperimentato sempre di più.

Unire la propria arte alla propria fede è qualcosa di straordinario che non tutti fanno. C’è un momento particolare della tua vita che ti ha spinto a mettere in scena anche la tua fede per mezzo della recitazione?

Il mio primo teatrino lo sperimentai a diciannove anni, durante la chiusura dell’anno scolastico per il conseguimento del diploma. Rappresentai “I professori matti”, allestendo la scenografia, le caricature dei personaggi, sceneggiatura e voci dietro le quinte. Ma la svolta avvenne dopo il momento più difficile, la perdita di mio padre.

 San Sebastiano è stato un martire. Cosa ti unisce alla figura di questo santo e perché hai deciso di portarlo in scena?

Il coraggio di questo Santo. Serio ma allo stesso tempo generoso, che nonostante tutto ha continuato in ciò che sentiva nel cuore.

Ho deciso di portarlo in scena innanzitutto per la fede che mi lega a Cristo, e poi per altri due motivi: per ricordare mio padre, di nome Sebastiano e mettere in risalto la figura del Santo Patrono del mio Comune, Barcellona Pozzo di Gotto.

 Ci puoi dire brevemente qualcosa della vita di San Sebastiano?

Era un militare romano, ufficiale della prima coorte pretoria agli ordini dell’imperatore Diocleziano.  Ha diffuso il cristianesimo prima e durante il periodo della grande persecuzione ai cristiani avviata nell’anno 303 d.c. da Diocleziano.  Nato a Narbona (in Francia) nell’anno 256 d.c. Subito dopo si trasferisce con la famiglia a Milano, da lì, appena ventenne si arruola nell’esercito pretoriano a Roma.  Muore nel 304 d.c., sotto i colpi del flagello, dopo essere divenuto Santo con le frecce in una prima esecuzione ai suoi danni per ordine del suo Imperatore.  Miracolato e curato dalle ferite delle frecce da Santa Irene. Da qui, che riconosciamo la figura di S.Sebastiano come Bi Martire. Il suo corpo è stato gettato nella cloaca maxima ed ora è sepolto nelle catacombe di San Sebastiano a Roma.

Come ti sei preparato a portare in scena il martirio del santo?

Pregando, facendo del bene e insistere nonostante gli ostacoli della vita.

 Nei tuoi prossimi lavori teatrali, hai pensato di portare in scena qualche altro santo?

Per il momento no, poi chissà. A Pasqua farò la parte di Gesù in una rappresentazione teatrale che tratta la storia dei tre giorni.

Servizio di Rita Sberna