E’ uscito in tutte le librerie il nuovo libro dello scrittore Roberto Allegri per l’edizioni Ancora dedicato alla grande Madre Teresa di Calcutta dal titolo “La mamma di Calcutta” con la bellissima prefazione di Albano Carrisi.
Non è un libro biografico della vita di Madre Teresa ma un racconto dei momenti più significativi che hai deciso di trascrivere in maniera romanzata?
Non è un libro biografico, e non si tratta neppure di una classica biografia sulla Madre. Ne esistono parecchie, anche autorevoli, spesso scritte da persone che la Madre l’hanno conosciuta bene. Ad esempio mio padre. Ha scritto tre libri su Madre Teresa, basati sugli incontri che aveva avuto con lei a Roma e in India. Proprio ascoltando i racconti di mio padre, e quelli di altri che sono stati amici di Madre Teresa, ho pensato che mi sarebbe piaciuto molto tentare di entrare nel cuore di questa grande santa dei poveri. Ho voluto farlo usando le regole del romanzo, basandomi su fatti realmente accaduti, su documenti e lettere ma “immaginando” anche cosa Madre Teresa può avere detto o fatto in determinate circostanze. Il risultato mi ha soddisfatto perché persone molto vicine alla Madre, dopo aver letto il libro, mi hanno confidato di essere riuscito molto bene a “spiare” dentro il suo cuore. Nel mio romanzo ho raccontato delle tappe più importanti della vita di Madre Teresa, da quando era una bambina fino al 1979, quando le fu consegnato il Premio Nobel. 69 anni (lei era del 1910) che rappresentano una storia bellissima che è un continuo inno alla gloria di Dio.
Sin da piccola, la mamma insegnò a Madre Teresa a recitare il rosario …
La sua era una famiglia di credenti. Dalla madre, Drane, la piccola Agnes (la futura Madre Teresa) imparò non solo le preghiere e il Rosario che rappresentano la fede personale, il colloquio col Cielo. Ma anche la fede attiva, cioè il soccorrere il prossimo, l’aiutare i più deboli. Dalla mamma, Agnes ha imparato a mettere in pratica le parole di Gesù nel Vangelo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere……..”. Mamma Drane portava i figli nei quartieri più poveri ad aiutare, ad esprimere l’amore cristiano nelle parole e nei gesti verso gli indigenti, con la convinzione che in loro ci fosse Gesù in persona. Quello che poi Madre Teresa ha fatto per i poveri più poveri dell’India è stato amplificare gli insegnamenti della sua mamma. E’ stato essere a sua volta mamma ed occuparsi di migliaia e migliaia di figli.
Pensando a Madre Teresa si accosta sempre la sua immagine ai poveri. Possiamo dire che Madre Teresa ha vissuto una vita povera e con i poveri?
Per molti anni, fino al 1946, Madre Teresa ha fatto l’insegnante a Calcutta, in una scuola per ragazze ricche, di buona famiglia, vivendo perciò lontano dalla miseria delle baraccopoli indiane. Questa situazione le pesava, cozzava contro il desiderio di missionaria che l’aveva spinta a prendere i voti. Ma obbediva ai Superiori convinta che rappresentassero la volontà di Dio. Solo in seguito, la Madre maturerà la decisione di dedicare la vita ai poveri e lo farà nella maniera più totale. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1997, lei si occuperà dei poveri più poveri, dei più disperati, i più malati, i più rifiutati. Andando a cercarli sulle strade e amandoli come la più dolce delle mamme. E vivendo come loro, vestendo un semplice sari della stoffa più comune, e affidandosi completamente alla Provvidenza divina.
C’è uno dei momenti della vita di Madre Teresa che hai raccontato nel libro e ti ha colpito personalmente?
Nel 1948, Madre Teresa ha deciso di dedicarsi interamente ai poveri di Calcutta. Abbandona perciò il convento delle Suore di Loreto dove aveva sempre vissuto e, da sola, si avventura tra le baracche dei più miserabili. Non fa le cose per gradi, non si esercita alla disperazione che incontrerà. Invece si lancia a peso morto fidandosi di Dio. Dimostrando un coraggio e una fede esemplari. E’ il 16 agosto, l’alba. Teresa è sola. Ha chiuso dietro di sé il portone del convento e di fronte ha l’incognita di una vita che vuole dedicare agli altri ma che anche le fa paura. Deve essersi sentita debole, piccola, terrorizzata, inesperta, vulnerabile. Ma ecco che in mezzo alle baracche vede una piccola cappella cattolica, con il tabernacolo. E’ la sua zattera di salvezza. E’ come un segno, come se Gesù le avesse messo un braccio attorno alle spalle e le avesse detto: “Vai avanti. Io sono con te!” La cosa bellissima è che Gesù non agisce in questo modo solo con i santi ma lo fa con tutti. Realizzare questa verità, dà una grandissima forza.
C’è un capitolo che hai titolato con “La voce” in cui si racconta il momento in cui Madre Teresa, durante un viaggio in treno, cominciò a sentire la voce di Dio …
Lei lo ha scritto in alcune lettere e lo ha raccontato ad alcune persone, compreso mio padre. Difficile capire esattamente cosa sia accaduto ma la Madre ha sempre detto di avere udito chiara una voce. Lei era sul treno che da Calcutta la portava a Darjeeling, sulle pendice dell’Himalaia, per fare gli esercizi spirituali. Scese da quel treno che non era più la stessa persona. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare della sua vita. Sapeva che avrebbe fondato una nuova Congregazione di missionarie povere tra i poveri. Sapeva che avrebbe incontrato mille ostacoli sul suo cammino ma che non sarebbe mai stata sola.
Come ogni anima Pia, Madre Teresa ha sofferto tanto nello spirito …
Ha sofferto soprattutto nel vedere la miseria più assoluta accanto ai quartieri ricchi. Nel vedere l’indifferenza, il cinismo, la totale noncuranza verso chi muore a lato di una strada. Soffriva perché nei lebbrosi che nessuno voleva avvicinare, nei malati lasciati morire lungo le strade, nei bambini abbandonati lei vedeva Gesù. E perciò non riusciva a capire come non si potesse correre in loro aiuto dal momento che in loro era presente Cristo in carne e ossa. Madre Teresa era una donna pratica, non solo spirituale. Sapeva che i cambiamenti dovevano arrivare da chi governa i Paesi, dai Capi di Stato ed è per questo che viaggiava il mondo per incontrarli e fare breccia nel loro cuore. Per questo accettò di ricevere il Nobel dicendo: <<…a nome degli affamati, dei senza tetto, di chi non ha da vestire, dei lebbrosi. A nome d tutti coloro che sono rifiutati.>> E alla fine aggiunse: <>
Ricordiamo che Madre Teresa venne beatificata da Giovanni Polo II il 19 ottobre 2003 e che il prossimo 4 settembre sarà proclamata Santa da Papa Francesco.
Servizio di Rita Sberna