L’Immacolata parla al nostro secolo incredulo e corrotto

Vigili del Fuoco portano omaggio floreale alla statua dell'Immacolata in Piazza di Spagna
Foto: Meridiana Notizie (YouTube)

Tra cinque giorni si celebra la solennità dell’Immacolata, una delle tre più importanti liturgie mariane dell’anno. Assieme all’Assunzione (15 agosto) e alla Madre di Dio (1° gennaio), l’Immacolata (8 dicembre) è l’unica festa mariana che è anche festa civile.

Quello che diamo per scontato, tuttavia, ha una storia relativamente recente. Com’è noto, il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da papa Pio IX soltanto nel 1854, con la bolla Ineffabilis Deus. La storia di questo dogma si incrocia con una serie di eventi straordinari capitati nel corso del secolo XIX tra Roma e la Francia: un dato assolutamente non trascurabile, se si tiene conto che, in quell’epoca, in particolare sotto Napoleone III, Parigi era un alleato fidatissimo del Vaticano e che la Francia, fino alle soglie dell’epoca moderna ha mantenuto l’epiteto di “figlia primogenita della Chiesa”.

Potremmo leggere dunque questi avvenimenti come un ammonimento a un intero popolo, affinché non perdesse mai la fede. Così è stato sicuramente per le apparizioni di Lourdes, primo vero oggetto di disputa tra lo scientismo post-illuminista e il cattolicesimo tradizionale. È proprio a Lourdes che la Madonna si presenta esplicitamente a Santa Bernardette come “l’Immacolata Concezione”.

Ci sono tuttavia altre due apparizioni mariane, legate a doppio filo a Lourdes: quelle di Parigi, a Rue De Bac (27 novembre 1830) e quelle di Roma, a Sant’Andrea delle Fratte (20 gennaio 1842). Le prime, di cui fu testimone Santa Caterina Labouré (1806-1876) e che hanno dato vita al culto della Medaglia Miracolosa, si configurano nell’immagine della Vergine Maria in un abito di seta bianca, che regge il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore. La Madonna appare all’interno di una cornice ovale, a delineare il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi». Poco meno di un quarto di secolo dopo, al momento della proclamazione del dogma dell’Immacolata, erano già circa dieci milioni i fedeli che portavano al petto una Medaglia Miracolosa.

La stessa immagine della Medaglia apparve anche nel 1842 ad Alphonse de Ratisbonne (1814-1884), banchiere ebreo francese, immediatamente convertito e ordinato sacerdote nel giro di poco più di un anno. Quella apparsa a Sant’Andrea delle Fratte è conosciuta come la Madonna del Miracolo e la chiesa luogo dell’eccezionale evento è stata definita la “Lourdes romana”, proprio per i numerosi miracoli e conversioni ad essa legata.

Il celebre monumento all’Immacolata in piazza di Spagna, inaugurato l’8 settembre 1857, fu voluto dal beato Pio IX anche in virtù della sua ubicazione a due passi dal luogo dell’apparizione a Ratisbonne. L’immagine scolpita e posta in cima alla colonna raffigura Maria a capo scoperto e a capelli sciolti, coronata da dodici stelle. Lo sguardo e la mano sinistra sono rivolti verso il cielo mentre la mano destra indica la terra, simboleggiando il ruolo di intercessione tra Dio e l’umanità. La Vergine è posta sopra il globo terrestre, sostenuto a sua volta dai simboli dei quattro evangelisti. Ai piedi della Madonna, si scorge la mezza luna rovesciata e il serpente schiacciato: un’immagine che richiama la donna dell’Apocalisse (12,1-2). Alla base della colonna, sono poste in rilievo alcune scene della vita di Maria e quattro statue di marmo raffiguranti Davide, Ezechiele, Isaia e Mosè.

La tradizione dell’omaggio floreale da parte del Pontefice alla statua dell’Immacolata nasce nel XIX secolo. A partire da San Giovanni XXIII è il Papa in persona a recarsi di persona a Piazza di Spagna, portando i fiori, che i Vigili del Fuoco provvedono a portare in cima al monumento. La collaborazione dei Vigili è nel segno della continuità con l’erezione della colonna, cui loro stessi parteciparono tra il 1855 e il 1857. Una riproduzione in gesso dello stesso monumento all’Immacolata è tuttora visibile presso la Tipografia Vaticana.

L’affermazione delle apparizioni legate all’Immacolata Concezione e la nascita dei relativi culti rivestono un’importanza non solo religiosa ma anche storica. Il culto dell’Immacolata e della Medaglia Miracolosa è qualcosa di profondamente incarnato nell’epoca che viviamo. Più aumentano la miscredenza, la secolarizzazione e la corruzione dell’animo umano, più risaltano l’innocenza e la santità di Maria.

È in particolare a Rue de Bac che trae origine una lunga serie di apparizioni mariane, il cui messaggio fondamentale è la conversione e la salvezza dell’umanità. San Massimiliano Kolbe (1884-1941), martire francescano, devotissimo a Maria, definiva la Medaglia Miracolosa la “nostra arma celeste”, un “proiettile con cui un soldato fedele colpisce il nemico, cioè il Male, e quindi salva le anime”. Non può essere un caso che padre Kolbe celebrò la sua prima messa il 29 aprile 1918, proprio in quella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove Alphonse de Ratisbonne, conquistato dallo splendore della Vergine, avrebbe cambiato vita per sempre. Anni dopo, nel lager di Auschwitz, Kolbe sacrifica se stesso per salvare la vita di un ebreo: un secolo prima, un altro ebreo era stato salvato in una chiesa romana.

C’è un grande filo rosso che lega numerosi eventi – mariani e non – a cavallo tra XIX e XX secolo. Le apparizioni di Rue de Bac e Lourdes sono il preludio di quanto avvenuto a Fatima nel secolo successivo e di quanto continua ad avvenire da 41 anni a Medjugorje. Nel prodigioso duello escatologico tra Bene e Male, Maria è sempre presente per proteggere i suoi figli sotto il suo manto, prima dello scontro finale e del trionfo del suo Cuore immacolato.