L’unico Regno dove trionfa la libertà
Gli idoli sono cose o persone dalla straordinaria capacità seduttiva. Ti fanno sentire il re dell’universo ma, alla lunga, presentano il conto. Pensi di poterli dominare ma, dopo un po’, ne divieni schiavo. La storia pocanzi menzionata di José Sanchez del Rio è emblematica di come la grazia dello Spirito Santo riesca talvolta a dare agli uomini – anche a ragazzi giovanissimi e inesperti della vita come il santo messicano – la forza di non prostrarsi a nessun re terreno, scegliendo come unico sovrano, un re, il cui trono è una croce e la cui corona è una treccia di spine. Il piccolo José aveva compreso che gli idoli si prendono la tua vita, mentre Cristo, morendo per te, la vita te la dona. È per questo che, come cantava Claudio Chieffo, non bisogna “credere mai all’imperatore / anche se il suo nome è libertà / anche se si chiama amore”.
I nostri “imperi” fallaci e terreni sono, alla stregua del celebre anello tolkieniano, strumenti di potere e successo mondano di facile raggiungimento ma destinati a diventare incontrollabili e, per ciò stesso, meritevoli di essere distrutti.
Il Regno di Dio è l’unico regno in cui il Sovrano ha pari dignità rispetto ai sudditi, li ama, non li usa e ne rispetta la libertà, senza chiedere mai nulla in cambio. Questo Regno ha una duplice natura: celeste e terrena. Essendo la prima di queste due nature indescrivibile e indefinibile da mente umana, possiamo però sforzarci di viverne la dimensione terrena, non secondo un astratto e utopico concetto di società ma come una condizione dell’anima all’insegna della pace di Dio che ha bussato alla porta del cuore, vedendola aprirsi. Una pace così grande da contagiare quanti ci sono intorno, fino a farci sentire tutti sudditi dello stesso Regno. O, per meglio dire, tutti figli dello stesso Padre.