Medjugorje vince le Olimpiadi della fede

Medjugorje Festival dei Giovani (1-6 agosto 2021)
Foto: Medjugorje tutti i giorni - YouTube

Non ne ha parlato nessun giornale, nemmeno quelli di orientamento cattolico. Indegnamente proveremo noi a colmare la lacuna. La notizia ‘bucata’ è questa: a Medjugorje, per il Festival dei Giovani (1-6 agosto 2021), secondo alcune fonti, sono accorsi circa 60mila pellegrini. Tutti travolti da un impeto di gioia, di festa e di ringraziamento a Dio e alla Madonna. Un vero tripudio, nel quarantennale delle apparizioni mariane. Basta il colpo d’occhio di qualsiasi video disponibile su YouTube per avere un’idea dell’evento conclusosi la settimana scorsa. Davvero un’eccezione alla regola, in questi tempi così poco segnati dalla voglia di festeggiare, tanto più in gruppi così numerosi. Ciononostante, nessuno ne ha parlato, né nel bene, né nel male.

Eppure, il 32° Festival dei Giovani ha avuto la benedizione del Vicario di Cristo in terra, che ormai guarda con sempre maggiore interesse e favore a quanto avviene al di là dell’Adriatico. “Il Festival dei Giovani è una settimana intensa di preghiera e di incontro con Gesù Cristo, in particolare nella sua Parola viva, nell’Eucarestia, nell’adorazione e nel Sacramento della Riconciliazione questo evento ha la forza di mettere in cammino verso il Signore”, ha scritto papa Francesco nel suo messaggio ai partecipanti al Festival.

Il tema del Festival di quest’anno è stato: “Signore cosa devo fare di buono?” (Mc 19,16). A riguardo il Santo Padre non ha mancato di spronare i giovani: “È una parola che ci pone davanti al Signore, e Lui fissa il suo sguardo su di noi, ci ama e ci invita: Vieni e seguimi”. Non basta seguire i precetti del Signore, ha ricordato il Pontefice, richiamandosi al menzionato Vangelo del “giovane ricco”: è necessario, ha spiegato, lasciarsi “conquistare dal suo sguardo d’amore”.

Per celebrare la messa d’apertura per i giovani di Medjugorje, non è giunto un personaggio qualsiasi ma è venuto il cardinale Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti. La funzione è stata concelebrata da 266 sacerdoti ed è stata seguita in streaming da oltre 4 milioni di persone: numeri sbalorditivi. Senza indugiare in argomenti da chiesa “mondanizzata”, il porporato guineano si è soffermato sui troppo spesso dimenticati fondamenti della nostra fede: “Come trovare Gesù e come comportarsi alla Sua penetrante e sovrana Presenza? In altre parole, stiamo davvero cercando Dio? O più precisamente, qual è il posto di Dio nella nostra vita?”, ha detto Sarah.

Il cardinale africano ha quindi richiamato l’attenzione su una realtà scomoda: “Molti nostri contemporanei, direi anche la moltitudine di persone così vicine a noi, nelle nostre famiglie, tra i nostri amici, dove studiamo e lavoriamo, sembrano insensibili, indifferenti, persino contrari e ostili alla questione dell’esistenza di Dio; affermano addirittura di non pensare più affatto alla fede e che lo ritengono un segno che sono liberi”.

L’omelia del cardinale Sarah è stata particolarmente forte, avendo svelato le drammatiche conseguenze dell’abbandono della fede e dell’“ateismo pratico”: “egoismo, edonismo, menzogna, violenza, confusione a livello di idee dove è bandita anche la più ovvia verità, nonché i comportamenti decadenti che spesso la legislazione del nostro Paese giustifica, nella misura in cui sempre più tra i nostri contemporanei prendono coscienza che la negazione di Dio porta alla vera negazione e degradazione della persona umana, cioè della sua dignità, che porta alla sua distruzione”.

Gesù è quanto di più lontano ci sia da una visione così materialista, triste e gretta della vita; Lui stesso ci ricorda che si deve “mangiare per vivere”, non “vivere per mangiare” ma, soprattutto, “vuole rispondere ai nostri desideri più profondi, alle nostre aspirazioni più importanti, a questa fame d’Amore e a questa sete di Assoluto che ci tormenta”. Allora, se davvero vogliamo ‘guadare il fiume’ e conoscerLo, dovremo “rinunciare alla via facile” e guarire “dalla grande ferita del nostro tempo: l’indifferenza religiosa, il relativismo morale, l’individualismo, l’edonismo egocentrico”. E qual è il mezzo privilegiato per raggiungere questa meta? Il cardinale Sarah lo ha indicato nella “Santa Eucaristia”, “l’unico vero pane”, ovvero Gesù, “il Pane di vita”, l’unico che può “placare la nostra fame e sete di eternità”.

Il Festival dei Giovani di Medjugorje non passerà certamente in rassegna tra gli eventi clou dell’anno, alla fine di questo 2021. Ma non importa. La nascita e la Resurrezione di Gesù sono passate completamente inosservate alle cronache del loro tempo. Il 90-95% dei santi erano degli illustri sconosciuti al momento della loro morte. La Provvidenza è profetica, scrive parole dritte su linee storte, destinate ad essere lette e comprese soltanto a partire dalla generazione successiva. Il cristianesimo è sempre sorprendentemente fuori moda e sempre terribilmente attuale. Allora è bello, ogni tanto parlare di un evento qualsiasi, di (apparente) ordinaria amministrazione. C’è una normalità che non è routine ma che fa parte del naturale flusso delle cose, di quel destino che ci attende tutti e vogliamo davvero pensare sia benigno. I cieli e la terra passeranno ma la Sua Parola non passerà (cfr Mt 13,32).