Natuzza aveva molte tentazioni ecco perché a proteggerla era proprio san Michele Arcangelo

In alcuni scritti di Natuzza, la mistica calabrese aveva rivelato che il suo angelo custode era san Michele Arcangelo, inoltre riporta in tali scritti anche i consigli che nei momenti bui l’arcangelo le dava.

Di solito chi ha una missione particolare da portare avanti nella vita terrena, gode sempre di una protezione particolare. Ricordo che don Gabriele Amorth, esorcista di alto spessore, diceva sempre di essere protetto dall’arcangelo san Michele; d’altronde l’arcangelo Michele ha protetto sempre gli “eletti”, tutti coloro che ogni giorno con la propria vita e testimonianza davano esempio ed erano presenza di Cristo. Tra questi eletti ed anime che godevano della protezione di san Michele, vi era anche Natuzza Evolo, mistica calabrese che come si apprende dai suoi scritti, era protetta dall’arcangelo san Michele, il quale faceva le veci del suo angelo custode.

Gli scritti e le rivelazioni di Natuzza Evolo sono stati riportati nel libro di don Marcello Stanzione dal titolo: “Padre Arturo D’Onofrio devoto degli angeli” (edizioni LER).

Tra i messaggi l’arcangelo san Michele gliene diede uno che in realtà era un consiglio per coloro che si trovano in punto di morte: “Non vi è cosa più bella in questa Terra che amare Dio con tutto il cuore. E in punto di morte il più grande rimorso è di non essere santi. Minuto per minuto fare tutto per amore”.

Natuzza Evolo per molti anni tenne segreta l’identità del suo angelo custode, ma lei non si sentiva privilegiata di essere custodita e difesa da san Michele Arcangelo anzi lei spiegava a chi le chiedeva come mai avesse accanto a se san Michele Arcangelo, che il motivo era perché aveva molte tentazioni.

Le visioni angeliche di Natuzza

Nicola Valente, il primo biografo della Evolo nel 1950, ha lasciato un’efficace testimonianza sulle sue visioni angeliche:

“Gli angeli li vede col corpo umano, fulgido e bellissimo provvisto di ali e capelli biondi, lunghi e inanellati, che Iddio fa prendere loro onde possano essere visti dai terreni. Quando Dio lo permette, vede l’angelo custode di ciascuno di noi a destra col vestito aureo o azzurro o bianco. Quest’angelo, avendo il compito di aiutarci a superare le tentazioni e di confortarci durante le pene del Purgatorio, ci accompagna fino all’assunzione in Paradiso, o ci abbandona all’atto della morte nel caso di dannazione, ricevendo poi in custodia un altro spirito. L’angelo custode di ciascun sacerdote lo vede a sinistra, e sta a sinistra perché, essendo i sacerdoti ministri di Dio, vengono considerati superiori agli angeli come ministri, pur essendo come uomini, imperfetti o perfetti, inferiori…”.

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna