Anche nella fragilità siamo chiamati a cose grandi
Essere speranzosi durante una malattia o una sofferenza è un qualcosa di molto profondo. E’ una cosa molto bella vedere che ci sono persone che riescono a trasformare la propria sofferenza in un momento di redenzione della loro anima come ha fatto l’autrice del libro “Quando Dio usa la carta vetrata” (Edizioni Valdisseriane, 2019), Barbara Ughetti nata con una malattia rara, invalidante e cronica.
Non è un libro di autobiografia ma è un vero “manuale di sopravvivenza” utile per chiunque voglia affrontare la propria sofferenza.
Non è un libro che pone la sofferenza eliminando i problemi e le difficoltà o donando consolazione, ma anzi sottolinea il fatto che non potere fare la vita che gli altri fanno, non è facile e può risultare dolorosa.
La malattia di cui è affetta Barbara è una malattia che le provoca dolori lancinanti e la costringe, a volte, al riposo forzato. Ciò non toglie che la vita di Barbara è stata piena di soddisfazioni: si è sposata, ha dato vita a due bambini (nonostante la gravidanza per lei comportava un forte rischio), sarebbe diventata mamma per la terza volta, ma con un’altra gravidanza rischiava fortemente di compromettere ancora di più la sua salute, e così insieme al marito decidono di adottare una creatura.
Nonostante la malattia Barbara ha continuato a lavorare ed ha messo su famiglia, il sorriso che indossa non è una maschera ma un modo per contrastare le sofferenze. E’ consapevole che la sua malattia è destinata ad aggravarsi ed è invalidante ma non per questo la sua vita non ha avuto soddisfazioni nonostante i grandi sacrifici.
Sono molto commoventi le pagine in cui l’autrice parla del suo rapporto con gli altri ammalati, ed il vedere i “miracoli” che accadono anche nella vita degli altri, la malattia non ti impedisce di amare chi ti sta accanto.
“Quando Dio usa la carta vetrata” è un libro profondo che dona al lettore molti spunti di riflessione, Barbara Ughetti si esprime con chiarezza, in maniera diretta e a volte anche cruda, lasciando spazio a momenti di vero misticismo. La malattia è inevitabile ma è un portare la Croce di Cristo, assistendo poi alla Sua e nostra redenzione.
Anche nella sofferenza possiamo fare nostre queste parole di Giovanni Paolo II, sempre attuali e intramontabili: “Se desiderate veramente seguire Cristo, se volete che il vostro amore per Lui si accresca e duri, dovete essere assidui nella preghiera. essa è la chiave della vitalità della vostra vita in Cristo. Senza la preghiera, la vostra fede e il vostro amore moriranno. Se siete costanti nella preghiera quotidiana e nella partecipazione domenicale alla Messa, il vostro amore per Gesù crescerà. E il vostro cuore conoscerà la gioia e la pace profonda, quali il mondo non sarà in grado di dare. Dedicate, dunque, tutti i giorni un po’ di tempo della vostra giornata a conversare con Dio, come prova sincera del fatto che lo amate, poiché l’amore cerca sempre la vicinanza di colui che si ama.”
Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna