Italia e Francia: la deriva eugenetica tra eutanasia e suicidio assistito

Dopo il diritto all’aborto nella Costituzione francese, Emmanuel Macron non perde tempo e si pronuncia in favore del fine vita in un’intervista esclusiva del 10 marzo scorso ai quotidiani “Libération” e “La Croix”. Il testo di legge sarà presentato ad aprile al Consiglio dei ministri poi all’Assemblea nazionale certamente entro maggio.

Anche in Italia la situazione non è delle migliori poiché il DDL Bazoli (già approvato alla Camera) arriva in Senato dove sarà discusso questo martedì 26 marzo. Lo scopo del progetto di legge è la legalizzazione del suicidio assistito (e di conseguenza l’eutanasia in futuro).

I paesi dove l’eutanasia o il suicidio assistito sono stati legalizzati sono sempre di più: ad esempio Benelux, Svizzera, Spagna, Portogallo, Germania. Si ostenta a tutti i costi la bandiera dell’autodeterminismo per scegliere la morte piuttosto che la vita. In questi casi grazie alla legge si esclude la possibilità di perseguire penalmente i “medici” attuando il fine vita. Preme ricordare che tali leggi sono fasulle se pensiamo che esistono già le terapie del dolore nonché le cure palliative. D’altronde, come vediamo in Italia e nel mondo, la sanità diventa sempre più scadente con un aumento delle privatizzazioni. I pazienti devono confrontarsi con il dilagare della malasanità e il taglio dei costi nelle strutture sanitarie, che ne sarà quando dovranno fronteggiare protocolli rigidi imposti dal fine vita per rivendicare il loro diritto alla cura e alla vita? Pensate che già adesso in Francia (con la legge Clay Leonetti) e in Inghilterra (ricordiamo Charlie Gard, Alfie Evans…) i parenti di un paziente si ritrovano addirittura spesso a fare i conti con “medici” e ospedali che preferiscono la morte del paziente (al di là del suo dissenso o di quello dei suoi cari).