Ramona Panarelli “La fibromialgia, la mia dolce Croce che mi accompagna a Gesù”

Ciao, mi chiamo Ramona e sono Fibromialgica.

La mattina faccio fatica ad alzarmi, a volte mi è difficile anche allungare la mano per prendere le pastiglie e l’acqua.

Sì! È vero: soffro (solo Dio e chi è come me sanno quanto) ho molti dolori e limitazioni, mi sveglio più stanca di quando vado a dormire, a causa della muscolatura perpetuamente in tensione, e questa stanchezza, questo affaticamento spesso comporta che quando parlo, mi dimentichi i vocaboli, e in più, cosa che per una cantautrice non è proprio l’ideale, non riesco più ad imparare a memoria i testi delle canzoni, neanche di quelle più semplici; ci sono giorni quasi SI, fisicamente parlando, e altri NO, senza il quasi.

Tuttavia, sono del parere che, nonostante tutte le difficoltà, non è lamentandosi sempre che si possa stare meglio! 🤦🏼‍♀

Non se ne può più di vedere su FB 5.000 link al giorno che trattano della fibriomalgia con toni depressivi!!! 😅

Lo so, è complicato, quasi impossibile per alcuni capire ciò che sto per dire, ma io ho un sostegno importante nella mia vita ed a Lui è davvero possibile trasformare l’impossibile. Posso affermare che, a parte i dolori che mi porto dietro da tanti anni ormai, esiste una vita nonostante la “Fibro” (abbreviazione coniata da noi fibromialgici), voglio dirlo, perché non soffriate emotivamente come me, nel tempo in cui credevo che non avrei mai avuto una vita normale, che non avrei potuto fare tante cose e soprattutto il tempo in cui pensavo che nessun uomo, potesse accettarmi così. Il mio pensiero va ai giovani, e non solo, che con malattie importanti pensano che nessuno possa innamorarsi di loro…. Beh! Io vi dico invece, che nulla è perduto per chi vuole credere che c’è una possibilità di felicità per ognuno di noi!

È giusto che si sappia che anche convivendo con questa malattia, tutto sia possibile.

Ammetto che ci sono tante prove, ciò che per chi è sano spesso è invisibile, per noi invece, spesso si trasforma in un’immensa montagna da scalare, ma altrettante sono le gioie che Dio ci da se speriamo in Lui. La presenza degli amici, della famiglia, l’amore della mia vita che mi ama e mi sostiene,   queste non sono cose scontate, ma un dono che Dio mi ha fatto dopo aver trovato Lui. Piano piano negli anni Dio, ha fatto sì che comprendessi che sono una persona come le altre e che la malattia non precludesse a me di amare e di essere amata, ed ecco che quando accade ciò, nel tuo cuore non ti senti più inadeguata, sei pronta ad accogliere ogni cosa, questa è la consapevolezza che mi ha donato la fede in Gesù Cristo: da Lui, infatti, scaturisce la Pace che regna nel mio cuore, nonostante questa malattia invalidante e tutto ciò che ne consegue. Io, la “Fibro” la chiamo “la mia Croce”. Qualsiasi Croce non accolta si trasforma in un peso insostenibile che ci schiaccia…ma, se la si accoglie e la si abbraccia, ella in qualche modo si trasforma e diviene il bastone che ti sorregge, perché Dio ti da la sua forza per portarla. Lo posso dire con la più fervida certezza: per quanto possa sembrare apparentemente assurdo, è il legno della Croce di Cristo stesso, che mi sta dando la vera forza per andare avanti ogni giorno in questa vita.

Quando ero ragazzina, accusavo la mia salute, di tutte le sfortune e tristezze della mia giovane vita. Facevo tante visite e sentivo i medici elencare varie patologie, come più nomi dell’artrite o anche la sclerosi multipla, ecc…considerati i sintomi, ma la mancanza di un nome chiaro che la definisse, portò con il tempo le persone a ferirmi e ad offendermi, venivo guardata come una “malata immaginaria” o una “scansa fatiche”, ricordo che capitò più volte che mio padre venisse a scuola a prendermi perché restavo seduta per terra dato che le mie gambe non si muovevano più, lui mi prendeva in braccio e mi portava via, io mi vergognavo, mi sentivo umiliata, e molti, professori compresi, dicevano che lo facevo per attirare l’attenzione… Quindi questa è una ferita che mi sono portata dentro da sempre, ma che Gesù ora è riuscito, con il suo Amore a guarire.

Tutt’oggi, per la Fibromialgia, anche se è stata riconosciuta, non c’è una vera cura ed ecco che Dio mi ha mostrato in che modo: essere fibromialgici non voglia dire concentrassi solo sul lato oscuro della medaglia.

Mi sbagliavo quando vedevo tutto nero, perché così non è! La fede in Dio mi ha illuminato, letteralmente, e ho compreso che essere fibromialgici non significa essere per forza depressi, o sfigati, ma semplicemente più lenti, meno forti, ma più sensibili. Insomma, ho capito che essere come “la bella tartaruga” 🐢 di Bruno Lauzi non è poi così brutto. Per chi non conoscesse questa canzone, voglio dire che vivere la vita a “rallentatore” non è poi così brutto. La si può gustare meglio. Io, infatti, grazie alla fibriomalgia (e in primis alla fede che mi permette di vederla come tale) ho scoperto la gioia nel notare tutte quelle bellezze e meraviglie che la vita frenetica e “veloce” di prima mi stava nascondendo. 😊

Non dobbiamo vergognarci di essere fibriomialgici e di vivere in maniera più lenta. La vita è un dono, sempre, anche e soprattutto quando è più difficile. Ricordatevi della teoria del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: come si fa a decidere se sia in un modo o nell’altro? La risposta dipende semplicemente dalla nostra prospettiva. Scegliete la fede, scegliete Gesù Cristo e vivrete nella speranza e nella pace… anche se fibromialgici. 😁😁😃