La Campania è da sempre un posto dove la spiritualità è sempre stata molto vissuta. Molte anche le curiosità. Una di queste è che il santo patrono dei migranti è napoletano: San Catello. Si è molto dibattuto sul periodo storico in cui sia vissuto il santo. In passato si è parlato del IX secolo, anche se oggi l’ipotesi più accreditata, data la vita del santo nel VI secolo. La tradizione narra che sia nato a Stabia, l’odierna Castellammare di Stabia, da una ricca e nobile famiglia. Divenuto sacerdote in giovane età si dedicò immediatamente alla sua diocesi, diventandone vescovo pochi anni dopo. Il Santo dovette occuparsi sin da subito delle ultime frange pagane rimaste sul territorio e, soprattutto, dovette cimentarsi con l’invasione longobarda dell’Italia meridionale. La mancanza di muri di fortificazione della città di Stabia portò la popolazione a rifugiarsi sul vicino Monte Faito, dove erano presenti numerosi corsi d’acqua potabile e grandi prati per il pascolo degli armenti. Proprio per le particolari condizioni geografiche del posto: la vicinanza di Stabia al mare e la protezione offerta dal vicino monte, fecero sì che la zona diventasse una meta sicura per molti profughi provenienti da tutte le zone invase dai longobardi. E’ proprio con un gruppo di esuli che, intorno al 590, giunge a Stabia un gruppo di monaci benedettini, tra cui vi è Antonino che divenerà, in seguito, grande amico e aiutante di San Catello. I due, infatti, si sposteranno spesso sul monte per sfuggire alle invasioni o per pregare in una grotta che, successivamente, prenderà il nome di Grotta di San Catello e dove si narra che lo stesso San Michele abbia ordinato ai due di edificare un tempio in suo onore. In breve tempo la Grotta di San Catello divenne un centro d’accoglienza per tutti coloro che scappavano dalle violenze della guerra. San Catello si premurò di accogliere tutti con amore cristiano e con spirito di servizio verso il prossimo. Prefigurando gli accadimenti futuri seppe dare un duraturo esempio di vita al servizio di Dio. Oggi la Chiesa lo venera come patrono dei migranti e lo festeggia il 19 gennaio.
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