San Giuseppe, il Patrono dei Lavoratori

Foto di Robert Cheaib da Pixabay

San Giuseppe è noto per essere patrono dei papà, dei falegnami, degli ebanisti, dei carpentieri, dei senzatetto e persino dei Monti di Pietà e dei relativi prestiti su pegno.

Oggi, 1 maggio 2020, lo vogliamo ricordare sotto un aspetto diverso: come Patrono dei Lavoratori!

Chi meglio di lui può incarnare l’esempio del buon padre di famiglia che affronta le difficoltà lavorative, economiche e sociali per non far mancare nulla alla Famiglia?

Nella tradizione popolare il padre putativo del Signore è ricordato come un falegname, ma con buona probabilità era qualcosa di più di un semplice artigiano.

In Matteo 13,55 la professione di Giuseppe viene nominata quando si dice che Gesù era figlio di un téktón. Il termine greco téktón è stato interpretato in vari modi.

Si tratta, infatti, di un titolo generico, che non si limitava a indicare i semplici lavori di un falegname, ma veniva usato per operatori impegnati in attività economiche legate all’edilizia, in cui si esercitava piuttosto un mestiere con materiale pesante, che manteneva la durezza anche durante la lavorazione, per esempio legno o pietra.

Qualche studioso, inoltre, ha ipotizzato che non avesse una semplice bottega artigiana, ma un’attività imprenditoriale legata alle costruzioni, dunque in senso stretto non doveva appartenere a una famiglia povera.

Secondo i Vangeli, Giuseppe esercitò la sua professione a Nazaret, dove viveva con la famiglia. Potrebbe, inoltre, avere lavorato per qualche tempo anche a Cafarnao; a sostegno di questa ipotesi viene citato un passo del Vangelo secondo Giovanni, in cui Gesù predica nella sinagoga di Cafarnao e i suoi oppositori dicono di lui che è il figlio di Giuseppe, cosa che dimostrerebbe che essi conoscevano Giuseppe.

Alcuni studiosi ipotizzano che potrebbe avere lavorato per un certo periodo, probabilmente insieme con Gesù, anche a Zippori, importante città situata a pochi chilometri da Nazaret.

Quella di San Giuseppe, insomma, è una figura legata indiscutibilmente al mondo del lavoro. Forse non ci sono nella agiografia cattolica figure che abbiano conosciuto il duro lavoro più di lui.

Egli è sposo premuroso e amorevole, è padre paziente e coraggioso, ma è anche un instancabile lavoratore. Un esempio di diligenza che da oltre duemila anni continua ad affascinare per la sua purezza.