Suor Gianna e l’accoglienza dei malati di AIDS

Una casa famiglia a Roma che accoglie i malati di AIDS, la quale è stata la prima in Italia.

Suor Gianna ricorda gli inizi di quest’esperienza.

La casa famiglia per malati di HIV è nata il 5 dicembre 1988 a Roma, nel quartiere Parioli. Era la prima in Italia, all’epoca non c’erano cure per questa malattia, e così le persone malate venivano emarginate perché considerate appestate.

I ragazzi ammalati venivano anche da fuori Roma, o da ospedali romani o dalla strada.

Racconta suor Gianna a Vatican News “Non posso dimenticare l’arrivo di Sherry con l’ambulanza alle 7.00 del mattino o di Vincenzo, il barbone saggio, alle 22,00 di sera, al buio per sfuggire l’invadenza dei giornalisti, l’assalto dei fotografi o la minaccia dei pomodori in faccia da parte di qualche “pariolino”.

I volontari della casa famiglia all’inizio erano moltissimi, venivano programmati anche incontri di formazione e venivano divisi i compiti.

Racconta suor Gianna “Memorabili le feste celebrate su quella collina: feste religiose, feste di compleanno, di carnevale, feste di primavera o di piena estate. Cerano sempre motivi per fare festa perché la vita è bella e valeva la pena di viverla intensamente fino all’ultimo istante.”

Dopo un po’ di tempo i volontari sono diminuiti e sono rimasti quelli più motivati.

Uno degli obiettivi della casa famiglia era quello di far riprendere i contatti con le proprie famiglie di origine, interrotti a causa della vita trasgressiva. “Ricordo in particolare un ospite che riprendendo i contatti con l’ex moglie e le quattro figlie, ha avuto la gioia di accompagnare a scuola la figlia più piccola all’inizio dell’anno scolastico” racconta suor Gianna.

Monsignor Luigi di Liegro aveva richiesto alla famiglia religiosa di cui fa parte suor Gianna di partecipare alla conduzione della casa, ai tempi monsignor Di Liegro era direttore della Caritas diocesana di Roma.

Il monsignore aveva conosciuto casualmente una suora dell’ordine religioso che a quel tempo accompagnava le novizie una volta alla settimana, alla Mensa di Colle Oppio, che forniva il pasto a moltissimi indigenti.

Racconta suor Gianna “Venimmo scelte in tre: io che allora prestavo servizio a Venezia presso il carcere femminile della Giudecca, una suora infermiera dalla Toscana e una terza religiosa che era a Roma all’USMI per la pastorale vocazionale.” 

Grazie alla casa famiglia, suor Gianna e i volontari hanno imparato cosa significa prendersi cura dell’altro, a partire dalle cose più semplici del quotidiano: pulire la casa, fare da mangiare, stirare, curare il corpo ecc.

Afferma a Vatican News suor Gianna “Devo dire un grazie a tutti coloro che hanno vissuto con me questa avventura umana e un grazie particolare a monsignor Luigi di Liegro, vero fratello e amico nel Signore, coraggioso strumento nelle mani di Dio che ha reso possibile questa indimenticabile esperienza di ‘Chiesa povera che sta con i poveri’.” 

 Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna