«Mangia il mio piatto e ti racconto la mia storia di migrante»
Gustamundo è un progetto che è nato a Roma nel 2017, da un’idea di Pasquale Compagnone che propone l’integrazione economica e sociale di rifugiati politici e migranti attraverso la cucina. Grazie a questo progetto è possibile assaporare i piatti delle cucine di tutto il mondo e al tempo stesso ascoltare le storie di speranza di chi li ha preparati.
A Roma, il ristorante è a due passi dai Musei Vaticani, gli impiegati sono immigrati che erano già cuochi e ristoratori nei loro paesi, che fanno gli chef e responsabili di sala nel locale della capitale, sia uomini che donne.
Da quando è stato avviato il progetto, ovvero dal 2017 ad oggi, ha coinvolto circa 60 chef (di cui la metà sono donne) provenienti dai paesi come il Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Siria che collaborano con delle realtà come i CAS e SPRAR di Roma e dintorni, Caritas Italiana, Croce Rossa ecc..
Ad accogliere la clientela vi è Nuba, 36 anni del Gambia e Jafar, 21 anni irachena. Gli ospiti possono scegliere sia un menù di carne che vegetariano. In cucina, i tre Chef Ilyas (Pakistan), Amona (Somalia), Moustafa (Siria) propongono ricette legate alla loro tradizione.
Si sa bene che la cucina italiana è diversa dalle altre, infatti i cibi che propongono sono speziati, piccanti o dolci. Ad esempio, la cucina siriana con la sua versione del babaganoush di melanzane e pomodori fritti, il pakistano chicken karai a base di riso e pollo cucinati con pomodori, zenzero e cipolla, i sapori forti dello zighinì eritreo e dal Gambia, invece, il domodà: un cous cous con zucca, verdure e crema di arachidi. Tra i dolci lo ciupapzi, piatto tipico della comunità rom a base di cocco e cioccolato.
E’ al momento del dolce che si aggiunge una sedia al tavolo ed inizia lo scambio di storie, ed il tutto dura circa un paio d’ore.
Ad esempio lo scorso 10 febbraio, è stata organizzata una cena solidale con l’aiuto della Comunità di Sant’ Egidio, incentrata sui sapori della cucina palestinese.
“I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti.”
Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2016, 01/10/2015
Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna