Una mamma influencer in sedia a rotelle che evangelizza sul web

foto instagram

La storia di Laura Miola

 Laura Miola è una giovane mamma in sedia a rotelle, diventata ormai una nota influencer su instagram che testimonia il suo quotidiano con molta positività e speranza. Gode di un profilo seguitissimo.

Per chi frequenta i social network sa benissimo che il mondo virtuale ormai è sommerso dalla nuova figura “dell’influencer” ovvero persone che influenzano in un modo o in un altro, tramite consigli e opinioni, il loro pubblico virtuale, con la differenza che Laura, è un influencer al positivo o meglio “della positività” come l’hanno definita i suoi fan.

Ha trent’anni, un marito col quale era fidanzata da quando aveva dodici anni, un sorriso contagioso e un figlio che si chiama Ferdinando. Le sue foto trasmettono sempre gioia e positività e Laura anche in sedia a rotelle ha sempre un aspetto ben curato. E non è cosa da poco!

Laura è affetta da una malattia degenerativa che la accompagna da quando aveva tre anni e che purtroppo l’ha costretta in una sedia a rotelle quando ha compiuto ventun anni.

La malattia si chiama Charcot-Marie-Tooth, nota anche come neuropatia motorio-sensitiva ereditaria.

Il termine “costretta” per quando riguarda la sedia a rotelle non è proprio adatto, perché come scrive Laura su una foto, quella carrozzina per lei è simbolo di “libertà”.

Questo è ciò che scrive Laura su un post di instagram: non significa non vivere momenti difficili o far finta che non esistano, perché la vita a volte si sa colpisce forte…ma possiamo decidere se sentirci vittime degli eventi e spettatori della nostra vita oppure essere attori e vedere nella grandine una partenza per un Mojito!

Lei nella vita di desideri ne ha realizzati tanti come quello di sposarsi e di diventare mamma, e nei suoi post social condivide le sue paure, la sua quotidianità fatta anche di problemi, ostacoli, gioie.

Su instagram una volta, ricorda il rimprovero di una mamma mentre faceva shopping rivolto a suo figlio piccolo che la fissava:

comprendo il gesto della mamma che non voleva mettermi a disagio ma…perché c’è questa cultura? Perché preferiamo insegnare ai nostri figli a non guardare, a far finta che l’altro non esista e a pensare ai “fatti nostri”? Mi sento tremendamente in colpa. Avrei voluto avvicinarmi a quel bimbo che mi guardava solo con occhi incuriositi e assetati di conoscere. Non mi daranno mai fastidio due occhi che ti guardano così.

La disabilità non si dovrebbe guardare con imbarazzo ma bisognerebbe guardarla in faccia, raccontarla proprio come fa Laura Miola.

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna