Diego Manetti: “Vi racconto la bellezza di Medjugorje”

Diego Manetti: “Vi racconto la bellezza di Medjugorje”

Dio rispetta la mia libertà al punto che non mi toglie mai le conseguenze, di questa scelta volontaria e radicale.
Va all’inferno – cin insegna la dottrina della Chiesa – solo chi muore in peccato mortale senza pentirsi.
La seconda conseguenza è il fatto che se è possibile perdersi è anche possibile salvarsi.
Se c’è l’inferno è perché c’è anche il paradiso, se posso dire di no è anche perché posso dire di si.
Per cui vale il detto: “Ci si salva per grazia, ci si danna per colpa propria”.
Abbiamo cercato, con Padre Livio, di riportare quest’argomento alla ribalta, per dire che se di quest’argomento non se ne parla, il primo ad essere contento è il demonio.
Se invece io parlo dell’inferno, è perché lo voglio evitare e voglio andare in paradiso.

Cosa pensa dei veggenti, che ormai da quasi 34 anni, sono il tramite che alla Madonna permette di far sapere al mondo ciò che dice nei messaggi?
Dei sei veggenti posso dire che con alcuni di loro ho instaurato un bel rapporto di amicizia e di familiarità che si è andato consolidando negli anni.
Sono persone profondamente semplici e genuine: quello che mi colpisce è che sono veramente strumenti, che confermano ogni giorno quello che la Madonna ha detto a loro, rispondendo ad un’esplicita domanda “Perché hai scelto noi?” e la Madonna ha replicato: “Io ho scelto voi perché non siete i migliori”.
Non sono dei privilegiati. Quello che ho potuto notare in tutti questi anni è che hanno avuto una grandissima fedeltà ad una missione che è veramente più grande di loro. Hanno avuto la vita completamente stravolta da questo che, se è un grande dono, è anche una grande responsabilità.
Sono chiamati ad essere messaggeri fedeli.
Tante volte si specula sui veggenti interrogandosi sulla loro vita privata, sulle loro abitudini, ma io penso che siano anzitutto degli strumenti e come tali vadano guardati. Credo che sia molto importante che ognuno di noi possa pregare per loro perché il compito che gli è affidato è veramente importante.
Immaginiamo che quando vengono colpiti i pastori, le pecore si disperdono. Questo vale per i sacerdoti, ma vale anche per tutte le persone che sono strumenti di Dio.
Credo che questi sei ragazzi, nelle loro differenti umanità e diversità di caratteri, siano veramente gli strumenti che la Madonna ha scelto per portare il Suo annuncio di pace e di conversione, in questo nuovo millennio.

Secondo lei, Medjugorje darà una nuova svolta alla chiesa?
Con Padre Livio, abbiamo tentato di mettere in luce, il rilievo che Medjugorje credo possa avere per la chiesa, scrivendo proprio un libro intitolato “Medjugorje rinnova la chiesa”.
Con questo, non intendiamo alludere a chissà quali riforme e rivoluzioni, ma dire semplicemente che ciò che sembra abbia costituito l’anima delle riforme della chiesa è sempre stato come un ritorno alle origini. Cioè riscoprire il Vangelo, nella sua integralità e nella sua purezza.
Vediamo che la Madonna richiama a Medjugorje la preghiera, il digiuno, la confessione, la Messa, la Parola di Dio… questi sono tutti elementi centrali di quella che è la vita della prima comunità cristiana, che vive i sacramenti, la Parola di Dio e una profonda comunione fraterna.
La Madonna è venuta a ricordare quello che è il Vangelo di suo Figlio, a richiamare tutta la Chiesa – cioè il popolo di Dio, sacerdoti, religiosi e laici – quello che è il compito di ognuno.
Da questo punto di vista, devo dire che Medjugorje, è un grande dono per tutta la chiesa e anche per quelli che sono al di fuori della chiesa.
L’augurio che faccio a lei e a tutti i radioascoltatori è che sempre la Madonna possa rivolgere anche a noi, quelle parole con cui chiude ogni suo messaggio a Medjugorje: “Grazie perché hai risposto alla mia chiamata”.

Servizio di Rita Sberna

1 commento

  1. I SEPOLCRI IMBIANCATI DEI NOSTRI GIORNI:

    DONCAMILLI, SIGNOR DIEGO MANETTI: COSA SI FA, INVENTA E FA CREDERE PER UN PUGNO DI DOLLLARI: L’EROISMO DELLE ORIGINI” A RIGUARDO DI MEDJUGORJE. CORDIALI SALUTI , PAUL CANDIAGO.

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