“Il cristiano può essere un buon politico se segue una politica di carità”

“Il cristiano può essere un buon politico se segue una politica di carità”

Parliamo di Politica e di Religione e lo facciamo con un giovane giornalista che e’ professionista del settore dal 2009, ha scritto e continua a scrivere di politica per varie testate come “Il Mattino, L’espresso, Lettera43, L’Huffington Post, poi si e’ avvicinato al giornalismo religioso scrivendo per la rivista “A Sua Immagine”, per l’edizione italiana del portale cattolico internazionale  Aleteia e per il portale dei francescani sanfrancescopatronoditalia.it.

Lui e’ il giornalista Gelsomino Del Guercio.

 

Politica e religione sembrano due realta’ controverse;  e’ veramente cosi’?

Ritengo che la politica e la religione possano anche collimare. Papa Francesco negli ultimi mesi, ha lanciato più volte dei messaggi che incoraggiano il cristiano a non temere la politica, ma ad impegnarsi per una politica che lui definisce di “carità”, cioè una politica al servizio degli altri, una politica che guarda sempre al bene comune.

Quindi il cristiano non deve temerla, politica e religione si possono conciliare se ci si impegna con carità per il prossimo e il bene comune.

 

Scrivere di politica per te e’ soltanto un lavoro o anche una passione?

La politica è la mia grande passione e resta tutt’ora tale, nonostante sono transitato al giornalismo religioso.

Se un giornalista segue la politica, la segue facendosi sempre trascinare e coinvolgere dalla passione. Purtroppo lavorare nel settore politico significa anche osservare direttamente le contraddizioni della politica stessa e magari in alcune situazioni, seguire l’andamento della politica può creare anche una sorta di sfiducia rispetto agli ideali nobili che si pensa possano ancora esistere in questo settore.

A volte, magari, può scaturire qualche piccola delusione, però nell’insieme resta un settore (dal mio punto di vista) appassionante, affascinante e coinvolgente.

Il mio consiglio a chi si approccia per la prima volta al giornalismo politico, è quello di lasciarsi andare e di raccontare il più possibile la politica secondo il suo aspetto nobile, come un patrimonio e una risorsa al servizio del prossimo e del bene comune.

 

Ti sei avvicinato al giornalismo religioso per un motivo particolare?

Il mio rapporto con il giornalismo religioso è cresciuto di pari passo alla politica, nel senso che dal 2006 al 2011 ho lavorato a pieno nel settore politico, e avviato una collaborazione con la rivista internazionale, “In Cammino con San Gerardo”, il mensile di San Gerardo Maiella.

Ho iniziato questa collaborazione perché sono un devoto di San Gerardo, patrono delle mamme e dei bambini, un santo giovane e affascinante che viene venerato in un paese limitrofo a quello di cui sono originario, in provincia di Avellino.

Mi sono appassionato poco alla volta al giornalismo religioso raccontando la vita di questo santo. E, man mano, ho pensato di affiancare un impegno maggiore in questo settore, di “affiancamento”, non di “sostituzione” rispetto al giornalismo politico.

La passione per il giornalismo religioso è poi esplosa quando ho deciso di partecipare ad un master di giornalismo digitale in un nota università pontificia e a quel punto è sbocciata in me la volontà di lavorare con un impegno più ampio per il settore religioso, che adesso ha preso il posto della politica.