50 preghiere per cercatori di speranza

 

Stefania Perna è professoressa di liceo con un dottorato in letteratura cristiana e mamma di famiglia, ha pubblicato vari libri TRA CUI: 50 preghiere per cercatori di speranza ( Ed Effatà-  dic  2013)

Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?  ( Ed Cantagalli-  2015)

 Diario di Elena-quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?  ( Ed Ancora- 2016).

Con tutto l’amore possibile-il desiderio senza tempo di don Antonio Spalatro ( Effatà luglio 2017)

Professoressa, com’ è nato in lei, il desiderio di scrivere libri?

A questa domanda, potrei sinceramente rispondere che l’idea di scrivere un libro di questo tipo, non mi è mai venuta ( io ho famiglia, 3 figli ed un lavoro di insegnamento di italiano e latino: quindi al più avrei potuto pensare ad un libro legato  a tali campi di azione…ed invece… questo libro “ 50 preghiere per cercatori di speranza” ( che è stato  il mio primo libro di riflessioni spirituali)  è nato spontaneamente.

Alcuni anni fa, ho iniziato a pormi tante domande esistenziali e a cercare le risposte, principalmente in 3 modi: 1) il dialogo con persone credenti di vari cammini (e ho scoperto che ci sono risposte che accomunano per così dire, quelli di CL e i focolarini,  quelli del  Rinnovamento e i neocatecumenali: insomma risposte che possono essere ritenute valide, anche perché compaiono appunto trasversalmente in ogni spiritualità)

2) la frequentazione di catechesi (un ruolo fondamentale, ha avuto la catechesi dei 10 comandamenti di Rosini) che mi ha aperto il mondo della Scrittura.

3) la lettura della Parola e di tanti testi di grandi pensatori e santi (perché ci sono libri nei quali veramente si incontra l’anima di chi scrive e ci si  riconosce amici, a livello profondo).

Poi ho iniziato a condividere qualcosa su quel grande diario virtuale che è facebook… Infatti, il libro è nato sul web, appunto da una serie di “condivisioni”, secondo il tipico termine facebookiano, di persone che leggendo i miei testi, sentivano di poterli far propri e condividerli.

 Tra le sue pubblicazioni vi è “50 preghiere per cercatori di speranza. Chi sono i cercatori di speranza a cui si riferisce?

In realtà questo libro fa parte di una trilogia: anzi ,il libro uscito per ultimo, ( Diario di Elena, 40 anni: perdersi o ritrovarsi?), è in realtà il primo. Perchè ho scritto inizialmente solo per me: era appunto un mio diario nel quale a fine giornata, inserivo spesso una mia preghiera-riflessione.

Poi le preghiere sono finite in 2 libri ( “50 preghiere per cercatori di speranza” e “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni? “) ed il diario è rimasto appunto il terzo libro.

Chi sono i cercatori? tutti, ovviamente io per prima! Sono convinta che cercatori di speranza, lo siamo tutti, più o meno consapevolmente.

Nella scelta del titolo, mi sono ispirata alla “Lettera ai cercatori di Dio” , scritta nel 2009 dalla Commissione Episcopale per la dottrina della fede .E in quelle pagine, si legge ”La speranza ha a che fare con la gioia di vivere. Suppone un futuro da attendere, da preparare, da desiderare …. Siamo cercatori di felicità, appassionati e mai sazi”.

Chi di noi, può dirsi estraneo a tale ricerca? Io ritengo che credere al futuro, cercare la felicità, voglia dire essenzialmente, aprirsi all’ intreccio della fede e della speranza nella vita quotidiana.

Ecco perché ho scritto libri di preghiere (che poi sono essenzialmente riflessioni):   proprio far intravedere come la Buona novella, sia  un messaggio di fiducia, un “non temete”, rivolto a noi, in un presente  continuo e che dura per sempre  ” nei secoli dei secoli”.

 Lei usa molto i social network, come anche la maggior parte delle persone. Possiamo dire che i social sono il mezzo della nuova evangelizzazione?

Si, è vero: bisogna tenere presente che la nostra è ormai la prima generazione completamente alfabetizzata e anzi, con il progresso delle nuove tecnologie, la gente è sempre più ”informata” di tutto, anche se non è “formata”.

Questo significa che bisogna spiegare il senso di quello che si dice o si fa, perché non ci si può più accontentare di ripetizioni mnemoniche, ma è necessario conoscere tutto ciò che è dietro le formule, anche quelle della preghiera.

E contemporaneamente, bisogna crescere nella preghiera, come impasto della propria vita con il Vangelo. Il che è una sfida bellissima e sempre nuova.

Condividere riflessioni-preghiere,  credo possa essere positivo e arricchente.

Ho ricevuto moltissimi feedback e  recensioni un po’ ovunque… un amico ad esempio,  ha definito questo libro “ Una lettura spirituale che aiuta a portare al proprio cuore molta legna per incendiare l’amore verso Dio”: credo che questa sia una buona definizione della funzione che vorrei svolgesse il mio libro. Sui social ed anche nella lettura cartacea reale.

 Tra queste 50 preghiere, qual è quella che rispecchia di più, la sua ricerca personale di speranza?

Beh, sono tutte molto autobiografiche e  tutte rispecchiano momenti e situazioni della mia vita. Dalle piccole cose concrete agli stati di animo.

Dall’andare al mercato…alla febbre…alla persona cara in ospedale…alle pulizie di primavera ( sfoghi di una casalinga) o riti di fine anno… momenti di depressione ( preghiera di un cieco)…vita quotidiana-routine ( vorrei incontrarti) etc etc

Poi ci sono i personaggi ( Maria (  Inizio anno-come hai fatto) S Giuseppe( come Giuseppe), i 10 lebbrosi,( Tornare guariti) gli angeli custodi,  Il giovane ricco…, Zaccheo…Zaccaria etc etc

Molti riscontri li ho avuti sulla preghiera di Zaccheo… quindi forse i lettori hanno visto in essa un rispecchiamento maggiore della mia ricerca? per me ripeto, sono tutte nate allo stesso modo.


Lei si reputa una cattolica alla ricerca oppure ha già trovato delle risposte?

Senz’altro ancora in ricerca! Non per nulla, si dice che il vero credente è colui che si pone molte domande e ha poche risposte.

Nel Vangelo, quelli che incontrano Gesù, compresi gli apostoli, non fanno altro che porre domande ( più o meno giuste o imbarazzanti, tipo “chi è il più grande?- Cosa devo fare per avere la vita eterna?- Maestro, dove abiti?- Chi ha peccato, lui o i suoi genitori? etc et …)Il problema della fede, è che per rispondere a tal genere di domande……bisogna PRIMA aver fede!

Cioè non si deve capire per credere, ma credere per capire. Ecco perché quando qualcuno mi chiede se ho trovato risposte, rispondo che certo qualcuna l’ho trovata, ma la risposta, non può che essere un cammino .

 Lavorando con i giovani, ci sa dire che tipo di speranza attendono e quali sono i loro dubbi e le loro incertezze che riguardano la fede?

Spesso, soprattutto i giovani, pensano che aver fede sia pensare sempre al peccato o alla morte.

Io  invece preferisco dire che l’uomo ha bisogno di credere, non solo per morire bene, ma anche per vivere bene, pienamente. La fede, aggiunge qualcosa alla vita, la motiva, le fornisce  nuove coordinate: è insomma un “di più” di vita. Non bisogna dimenticare che l’immagine di Dio, è sempre associata al banchetto, all’abbondanza di frutti, di vino, di vita .

E Gesù stesso, spiega “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Certamente spesso da giovani, ma anche ad ogni età, ci si ritrova davanti alla crisi, ma si tratta proprio di partire da essa, dalla” crisi”( personale o sociale che sia) dalla” mancanza”, (di questa o quella cosa): ma non aver paura della crisi, fidarsi che strada facendo, si arriverà ad una destinazione imprevista.

Molti amici mi hanno anche ringraziato perché il libro è piccolo di formato e prezzo e si porta in borsa facilmente….e questo mi ha ricordato un validissimo consiglio di papa Francesco:

«Io consiglio tante volte di portare sempre con sé un piccolo Vangelo- oltretutto comprarlo costa poco,-  per tenerlo nella borsa, in tasca, e leggere durante la giornata un passo del Vangelo: lì è Gesù che parla.”

Ecco, ai giovani suggerirei di partire da queste parole.

 Ha in progetto di scrivere un prossimo libro?

Si. Sarà una riflessione sulla Parola, ma collegata al trovarsi in montagna. Come dicono alcuni grandi maestri contemporanei ”pregare significa fare un pellegrinaggio dal particolare all’universale…saldare il silenzio delle stelle, con il frastuono dei giorni” ( E. Ronchi). E forse in montagna questo lo si coglie più facilmente ed in modo più diretto.

Si tratta di ritagliarsi nel caos quotidiano, momenti in cui fermarsi a guardare la propria vita, per cercarvi le Sue tracce. Credo che questo modo di pregare, diventi spontaneamente una ricerca di speranza ( di qui il titolo del mio primo libro) : ma in effetti, quasi ogni testo, in tutti i miei libri,  presenta due fasi, collegate tra loro:” la partenza”, dalla vita di ogni giorno,( che spesso porta quasi  a un grido verso Dio)  e la” trasformazione” di  quel grido, alla luce della speranza cristiana,( ricercata nella Parola o nelle parole di grandi santi e pensatori).

 Servizio di Rita Sberna