Alcuni consigli per vincere l’accidia e la malinconia

Tre monaci danno dei consigli per superare l’accidia e la malinconia.

L’accidia è un misto tra la tristezza e la malinconia, può essere considerato un male spirituale; questo male ha colpito anche i primi monaci cristiani, coloro che avevano scelto di vivere in un deserto nella solitudine, isolati dal resto del mondo.

Questi monaci a volte, venivano colpiti dallo sconforto e dalla tristezza, oggi l’accidia viene chiamata ansia e depressione.

 

Questo male assume diverse forme: mancanza di concentrazione nella lettura, nella preghiera, affaticamento, irritazione nei confronti dei fratelli, sonno e fame improvvisa, il desiderio di volere andare in un altro luogo ecc .

Da Aleteia leggiamo un estratto: “Attacca il monaco verso l’ora quarta e lo circonda fino a verso l’ora ottava. Inizia dandogli l’impressione che il sole sia molto lento nel suo corso, o perfino immobile, e che la giornata sia di cinquanta ore. Poi lo esorta a guardare senza sosta dalla finestra, lo getta fuori dalla sua cella per esaminare il sole e vedere se l’ottava ora si avvicina, infine lo esorta a gettare gli occhi da ogni lato, in attesa della visita di un fratello. Gli fa odiare il suo posto, il suo modo di vivere, l’opera delle mani; gli suggerisce che non c’è più amore tra i fratelli, che non può contare su nessuno… “

 I consigli dei santi

San Pier Damiani – Fu un monaco eremita che sin da giovane si dedicò alla preghiera e all’ascetismo, alla contemplazione e alla predicazione.

Il santo insiste su certe manifestazioni del male. Viene sorpreso dalla sonnolenza durante la lettura descrive questo “inevitabile peso delle palpebre a cui neanche un santo dal grande temperamento resiste”. Il rimedio per lui è la carità che porta alla vera gioia.

Diceva questo santo: “La speranza vi porti alla gioia! La carità susciti il vostro entusiasmo! E in questa ebbrezza l’anima dimentichi che soffre per fiorire camminando verso ciò che contempla dentro di sé”.

Sant’Antonio Abate – Si ritirò nel deserto per potere sentire meglio la voce del Signore. Nonostante la sensazione di esaurimento psichico e anche di pazzia che lo affligeva, decise di resistere alle visioni imposte da Satana.

Il diavolo cercava di distrarlo dalle sue preghiere, invitandolo a rinunciare al digiuno, e cercando di farlo cedere nel peccato di gola.

Ecco il consiglio del santo: “Custodisci ciò che ti comando; ovunque andrai, abbi sempre Dio davanti agli occhi; qualunque cosa tu faccia, tieni presente la testimonianza della Sacra Scrittura, e ovunque tu sia, non muoverti facilmente. Fai queste tre cose e sarai salvo”.

San Romualdo – Anche questo santo aveva sofferto di accidia, il male si era a lui manifestato durante i Salmi. Il suo consiglio era quello di non cedere ma di aumentare la preghiere, le veglie e i digiuni.

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna