Alfie Evans: il piccolo gladiatore con le ali

Succedeva quattro anni fa quando il 28 aprile 2018 il piccolo Alfie Evans morì alle 2.30 del mattino. Aveva 23 mesi e avrebbe compiuto due anni pochi giorni dopo (il 9 maggio). Alfie era affetto da una malattia neurodegenerativa ed era ricoverato nell’“Alder Hey Children’s Hospital” (di Liverpool).

Purtroppo l’équipe medica e i genitori del piccolo (Kate James e Thomas Evans) furono ben presto in disaccordo riguardo alle cure del bambino…l’ospedale decretò che non valeva più la pena di curare Alfie e che il supporto di ventilazione doveva essere rimosso, questo nel “best interest” (migliore interesse) del bambino. Tom e Kate tentarono di ritirare il bambino dall’ospedale per dargli l’opportunità di sopravvivere ma l’ospedale non permise per nessun motivo di fare uscire Alfie. Iniziò così una battaglia legale contro l“Alder Hey Children’s Hospital” che, con l’aiuto della legge britannica, non esitò a togliere la potestà dei genitori e ad attuare l’interruzione della ventilazione. Questo è avvenuto il 23 aprile 2018, Alfie continuò a respirare naturalmente per cinque giorni fino al 28 aprile.

Secondo le stime dell’ospedale Alfie sarebbe morto subito dopo il distacco dalle macchine, eppure lottava per la vita. Questo non bastò ad intenerire il cuore impietrito del corpo medico ospedaliero; ormai non volevano tornare indietro e, a dirla tutta, bramava la morte del piccolo dall’inizio: quando forte dalla legge tolse la potestà dei poveri genitori, quando impedirono con la polizia a Tom di portare via suo figlio (con un aereo medicalizzato pronto a portarlo al Bambin Gesù di Roma).

Ci fu un appello ed una mobilitazione internazionale da parte di associazioni, medici ed ospedali (pronti ad accogliere Alfie ed a provare cure alternative) e non solo. Come per Charlie Gard prima di lui, il “best interest” di Alfie (per certi giuristi e medici britannici) era di morire; la sua vita era considerata “inutile”, non degna di essere vissuta. Purtroppo questa è la realtà della cultura dello scarto di cui parla spesso Papa Francesco. Dobbiamo anche renderci conto che questo non succede solo in Inghilterra ma che tale fenomeno dilagante è ormai globale. La vita va difesa dal suo inizio al suo tramonto perché nessuna vita non è degna di essere vissuta. Ricordiamo che quest’anno e fino al 30 giugno 2022 la Francia presiede il Consiglio dell’Unione europea (PFUE). Il 19 gennaio scorso, Emmanuel Macron ha annunciato davanti al Parlamento Europeo la necessità di inserire il “diritto all’aborto” nella Carta europea. Diventerebbe così “un valore” comune a tutti gli Stati membri: quello di uccidere un innocente nel grembo di sua madre. Preghiamo per la difesa della vita e per una cultura della speranza.