I figli sono doni di Dio, e questo libro è uno strumento per darne testimonianza.
La maternità è un dono di Dio, diremmo anche uno “stato di grazia” riservato solo alle donne che hanno il privilegio di sentire una vita nascere e crescere dentro di sé. Questo dono purtroppo, non è dato a tutti, c’è chi ha dovuto far fronte con il dolore di un gravidanza spontaneamente interrotta o chi desidera da anni un figlio e non arriva …
Livia Carandente, giornalista e scrittrice napoletana, affronta il tema della maternità (tanto complesso ma profondo) in due libri: Quanti figli hai? (Tau Editrice, 2019), e nell’ultimo uscito Ancora non hai figli? (Tau Editrice, 2021) con la prefazione di Cristina Righi.
Entrambi sono dei romanzi ma con dei linguaggi diversi, nel primo vi è anche un’ironia pungente e nel secondo vi è un registro introspettivo più accentuato
La nascita di un figlio è un evento troppo importante che cambia la vita non solo alla mamma ma all’intero contesto che la circonda; si tratta di un nuovo essere umano che viene al mondo, quest’evento ovviamente sprigiona tantissima gioia e gratitudine.
Livia, in questo libro, racconta e affronta il suo desiderio di maternità, condividendo anche gli ostacoli che lungo il percorso incontra: il marito lento a capire e ad ascoltare, le gaffe della società, la superficialità di alcune persone ecc.
L’aborto eugenetico
In queste pagine che parlano di maternità anche sofferta, soprattutto da parte di chi non riesce a realizzare questo desiderio e che di conseguenza deve far fronte ad altre “soluzioni” come l’adozione, metodi naturali per la fertilità ecc… l’autrice ne ha approfittato per dire la sua, sull’aborto eugenetico: Può una madre sopprimere nel suo grembo un figlio solo perché concepito con sindrome di Down? Ciò può avvenire, se nessuno le dice che quel bimbo «avrebbe allietato i suoi giorni, nonostante la fatica. Che avrebbe ricevuto più amore che preoccupazioni». L’istinto materno, inoltre, fa percepire ulteriori paradossi: «Se picchi una donna, la maltratti, la percuoti, la sfregi: sei (giustamente) un criminale. Se picchi una donna incinta, la maltratti, la percuoti, la sfregi: sei (giustamente) un doppio criminale. Se una donna incinta maltratta la sua creatura in corpo, la percuote, la sfregia, quindi la abortisce: esercita un suo diritto».
“Ancora non hai figli” tra i vari messaggi ne manda uno in particolare ai lettori: un figlio è un dono e chi non ha potuto averlo per anni, lo apprezza e lo comprende forse più degli altri.
Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna