Il Papa, durante il Regina Coeli, ci spiega che il Vangelo di oggi ci porta nel Cenacolo per farci comprendere alcune parole di Gesù: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri“. Parole di Gesu’ prima della sua Passione.
Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi
Gesu’ dirà, ci dice il Papa, Vi do un comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri, come IO ho amato voi“. Ma in che senso Gesù chiama “nuovo” questo comandamento? Perché sappiamo che già nell’Antico Testamento Dio aveva comandato ai membri del suo popolo di amare il prossimo come sé stessi (cfr Lv 19,18). Gesù stesso, a chi gli chiedeva quale fosse il più grande comandamento della Legge, rispondeva che il primo è amare Dio con tutto il cuore e il secondo amare il prossimo come sé stessi.
La novita’ del Comandamento nuovo : “«come io ho amato voi»”
La novità sta tutta nell’amore di Gesù Cristo, quello con cui Lui ha dato la vita per noi. Si tratta dell’amore di Dio, universale, senza condizioni e senza limiti, che trova l’apice sulla croce. In quel momento di estremo abbassamento, in quel momento di abbandono al Padre, il Figlio di Dio ha mostrato e donato al mondo la pienezza dell’amore. Ripensando alla passione e all’agonia di Cristo, i discepoli compresero il significato di quelle sue parole: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
Cristo ci ama per primi
Prosegue il Pontefice, dicendoci che Gesù ci ha amati per primo, ci ha amati nonostante le nostre fragilità, i nostri limiti e le nostre debolezze umane. È stato Lui a far sì che diventassimo degni del suo amore che non conosce limiti e non finisce mai. Dandoci il comandamento nuovo, Egli ci chiede di amarci tra noi non solo e non tanto con il nostro amore, ma con il suo, che lo Spirito Santo infonde nei nostri cuori se lo invochiamo con fede. E così possiamo diffondere dappertutto il seme dell’amore che rinnova i rapporti tra le persone e apre orizzonti di speranza.
Cuore di pietra in cuore di carne
L’amore che si è manifestato nella croce di Cristo e che Egli ci chiama a vivere è l’unica forza che trasforma il nostro cuore di pietra in cuore di carne; l’unica forza capace di trasformare il nostro cuore è l’amore di Gesù, se noi pure amiamo con questo amore. E questo amore ci rende capaci di amare i nemici e perdonare chi ci ha offeso. Il Pontefice ci pone una domanda: Io sono capace di amare i miei nemici? Tutti abbiamo gente, non so se nemici, ma che non va d’accordo con noi, che sta “dall’altra parte”; o qualcuno ha gente che gli ha fatto del male… Io sono capace di amare quella gente? Quell’uomo, quella donna che mi ha fatto del male, che mi ha offeso? Sono capace di perdonarlo? Ognuno risponda nel suo cuore.
L’Amore : apre al dialogo e ci aiuta ad ascoltarci e conoscerci reciprocamente
L’amore ci apre verso l’altro, diventando la base delle relazioni umane. Rende capaci di superare le barriere delle proprie debolezze e dei propri pregiudizi. L’amore di Gesù in noi crea ponti, insegna nuove vie, innesca il dinamismo della fraternità.
Saluti finali e beatificazione di Maria Guadalupe Ortiz de Landázuri, fedele laica dell’Opus Dei..
Il Papa, ci dice che ieri a Madrid è stata Beatificata Maria Guadalupe Ortiz de Landázuri, fedele laica dell’Opus Dei. La sua testimonianza è un esempio per le donne cristiane impegnate nel sociale e nella ricerca scientifica. Infine saluta: i pellegrini dall’Italia e da diversi Paesi. In particolare quelli venuti da Messico, California, Haiti; i fedeli di Cordoba (Spagna) e di Viseu (Portogallo); gli studenti di Pamplona e di Lisbona.
Saluta le Canonichesse della Croce, nel centenario di fondazione; i responsabili della Comunità di S. Egidio provenienti da diversi Paesi; i pellegrini polacchi, in particolare gli scout, accompagnati dall’Ordinario Militare, venuti nel 75° anniversario della battaglia di Montecassino.
Saluta i fedeli di Biancavilla e Cosenza; quelli di Pallagorìo con la corale; i ragazzi della Cresima di Senigallia e Campi Bisenzio; il coro di San Marzano sul Sarno e quello di San Michele in Bolzano; la Scuola delle Figlie di S. Anna di Bologna e i ciclisti dell’Ospedale Bambino Gesù.
Emanuele Maida