“Apocalittici” vs. “misericordiosi”? La Chiesa è altro…

“Apocalittici” vs. “misericordiosi”? La Chiesa è altro…

Spesso credono nelle profezie mariane – vere o presunte – ma le diffondono e ne parlano solo limitatamente ai contenuti più terrificanti e catastrofici. Proprio perché impregnati di questa loro “cultura apocalittica” non nutrono alcun entusiasmo verso l’evangelizzazione: se siamo negli ultimi tempi, sostengono, si può solo pregare che il Signore, quando arriverà, ci collochi tra i “buoni”. Ultimo ma non ultimo: non hanno alcuna simpatia per il concetto di Misericordia, ansiosi come sono, di incontrare il Cristo che giudicherà i malvagi.

È proprio la Misericordia, la cartina di tornasole dell’altra categoria “estrema” di cristiani che suscita in noi uguale e contraria perplessità. Secondo costoro, infatti, Dio è talmente misericordioso che ha sostanzialmente “abolito il peccato”, al punto che anche i comportamenti più esecrabili del nostro quotidiano, dalla droga al bullismo nelle scuole, vanno sempre “compresi” e mai “giudicati”. È proprio “non giudicare” il loro mantra più ricorrente, nonché primo comandamento: ossessionati dall’idea del ferire una persona, spesso e volentieri, non si limitano a non giudicarla (cosa sacrosanta) ma non più nemmeno in grado di giudicarne i comportamenti.

Questo tipo di fedeli sono apparentemente più positivi, solari e aperti alla novità rispetto agli “apocalittici”, eppure se li cogli in fallo, sanno reagire piccati e stizzosi. Sono condizionati dal “politicamente corretto” e dalle mode del momento e ciò deforma in modo riduzionista anche il loro concetto di Chiesa: specularmente agli apocalittici, ne vedono tutti i mali nel passato (crociate, Inquisizione, potere temporale, ecc.) e tutte le grazie nel presente o nel futuro: dal dialogo interreligioso ed ecumenico all’apertura ai divorziati e risposati o agli omosessuali. Dimenticando spesso, che anche le “aperture” del Vaticano II e quelle più recenti di papa Francesco vanno inquadrate alla luce di una Verità che trascende gli uomini e i tempi.

Naturalmente entrambi questi idealtipi – che così esposti potranno anche risultare caricaturali e grotteschi – si manifestano nella realtà in forme più sfumate e intermedie. Sono comunque emblematici di atteggiamenti diffusi, che tradiscono una formazione carente, fatta spesso più di dotte riviste specializzate che non di catechesi, di discussioni su Facebook che non di vita di comunità, di riunioni di partito piuttosto che di preghiera davanti al Santissimo.