Dicono e non fanno: L’ipocrisia dei cristiani

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Tutti gli uomini possono peccare di incoerenza, ma se questa è condannabile in tutti, lo è sommamente in chi, per l’ufficio che esercita o per la vita che ha abbracciato, ha lo stretto dovere di testimoniare con le opere, la dottrina che insegna e professa.

Avere una certa conoscenza di cose spirituali senza preoccuparsi di tradurla in pratica, crea delle deformità; si ragiona di virtù e di santità e si agisce sulla base di passioni e di vizi non combattuti fino al punto di non avvertire più l’assurdità di una condotta che rinnega coi fatti ciò che le parole affermano.

L’incoerenza insidia in modo particolare i “praticanti”, non esclusi i consacrati, riducendoli a una vita mediocre, disprezzata dagli uomini e riprovata da Dio. “Non sei nè freddo e nè caldo – dice il Signore – Ma perchè sei tiepido … sto per vomitarti dalla mia bocca”. (Apocalisse  3, 15-16)

Dio non vuole essere servito a base di un freddo legalismo, ma con tutto il cuore, per amore; e l’amore autentico dà senza calcolare, senza risparmiare, dà a proprie spese.