Don Salvatore Lazzara: “Rispondiamo al terrorismo con la misericordia”

Don Salvatore Lazzara: “Rispondiamo al terrorismo con la misericordia”

In questi giorni, il mondo intero è colpito dalle stragi e notizie tragiche annunciate dai mass media e da tutti i tg: il disastro ferroviario in Puglia, la Strage di Nizza, il colpo di Stato in Turchia. Il mondo intero è scosso da questa ondata malefica!

Abbiamo intervistato Don Salvatore Lazzara, sacerdote impegnato nella comunicazione sul web e abbiamo chiesto a lui, parole di speranza e di conforto per ogni cristiano.

Don Salvatore sembra che il male stia prendendo il sopravvento?

Sembra che ci troviamo d’innanzi ad una grande scelta ovvero tra la scelta del male e la scelta del bene. Questi eventi che si sono susseguiti, uno dietro l’altro, ci fanno riflettere sul fatto di pensare che il male stia prendendo il sopravvento sul bene ma noi sappiamo che il bene ha già vinto con Gesù sulla Croce, Lui è morto sulla Croce per ciascuno di noi e ci ha donato la salvezza.

Anche se apparentemente il male sembra avere la vittoria, alla fine sarà definitivamente sconfitto perché Cristo è Risorto ed ha annientato il male con la Sua Resurrezione.

 

Parlando dell’attentato a Nizza, secondo te, l’entrata di questo camion carico di armi anziché di gelati, si poteva evitare con qualche controllo più accurato da parte delle forze dell’ordine?

Entriamo in un ambito abbastanza delicato e complesso che riguarda la sicurezza.

Sicuramente le forze dell’ordine francesi, dopo gli ultimi avvenimenti che hanno segnato la storia della Francia contemporanea, avranno avuto delle indicazioni particolari.

Per quello che abbiamo potuto vedere a Nizza, forse queste indicazioni di sicurezza, non sono state messe in atto o comunque non sono state prese in considerazione.

Certamente un camion che attraversa una strada così grande piena di gente, e uccide e falcia la vita di tanti innocenti, provoca veramente tanto dolore.

Noi d’innanzi al dolore, alla sofferenza e alla morte non possiamo rispondere con la violenza, ma la risposta deve essere la vittoria del bene sul male.

Dobbiamo impegnarci affinchè l’odio e la violenza che alcuni vogliono trasmettere in nome di Dio, si possa trasformare in quella primavera dello Spirito e in quella primavera del bene che permette a tutti gli uomini e a tutti i popoli, di ogni lingua, razza e Nazione, di vivere insieme e uniti nell’armonia, verso la pace e la concordia.

 

Il Papa in molte sue udienze ha sempre parlato dell’accoglienza. Molti si chiedono, fino a quando il nostro paese dovrà accogliere gli immigrati provenienti con i barconi? Chi ci dice che tra quei barconi non ci sia anche qualche cellula dell’Isis?

Certamente il Santo Padre, riprende ciò che Gesù ci insegna nel Vangelo cioè imparare giorno dopo giorno, ad accogliere lo straniero. Ad accogliere nella nostra patria, nelle nostre case coloro che hanno bisogno di accoglienza e di essere aiutati e sostenuti in questo momento di particolare necessità.

Per quando riguarda le cellule che s’infiltrano nei barconi per compiere azioni malvagie, contro l’Europa e i nostri paesi, sicuramente non rientra nella competenza del Santo Padre.

Il Papa ha il dovere di richiamare tutti i Governanti , i popoli e i potenti della terra, ad accogliere lo straniero. Invece è compito delle Nazioni e dei potenti della terra, assicurare che non approdino nei nostri porti coloro che vogliono portare la distruzione e la morte in nome del loro dio.

 

Possiamo dire di trovarci nell’apocalisse di San Giovanni?

Questa è una bella domanda! Credo che per noi che viviamo nella fede e nel Cristo morto e risorto, attendiamo comunque il ritorno del Signore alla fine dei tempi.

L’apocalisse ci invita a guardare “i segni dei tempi” di cui ne ha parlato Giovanni XXIII. Dobbiamo scrutare i segni dei tempi alla luce della parola di Dio.

Quali sono i segni dei tempi? Il fratello si mette contro il fratello, le religioni contro le religioni, la famiglia in pericolo, i continui attacchi terroristici, seminare odio sia verbale che fisico.

Come ci insegna Papa Francesco, siamo chiamati a costruire ponti che devono arginare questa bruttissima guerra che in questo momento è in atto nel mondo.

Non dobbiamo dimenticare che tutto questo non si può fare senza Gesù Cristo e senza il Suo aiuto. Lui è il Principe della pace che la dona al cuore degli uomini. Dobbiamo saper spalancare la porta del nostro cuore a Cristo per ritrovare la pace, l’armonia e la semplicità che giorno dopo giorno, ci fa crescere come fratelli e non come nemici.

 

Dopo gli attentati in Francia, sul web si sono lette varie profezie che pare siano state date dalla Madonna ad Anguera qualche anno fa.  Tu cosa ne pensi?

Come noi sappiamo e come c’insegna il Magistero della Chiesa, ci ricorda che la rivelazione definitiva del Padre per gli uomini è Gesù Cristo.

Nel corso della storia della Chiesa, si sono moltiplicate le visioni e le rivelazioni che appartengono a quel patrimonio spirituale e personale dei fedeli.

Abbiamo ascoltato in questi ultimi anni le profezie di Lourdes e di Fatima che sono state riconosciute dalla chiesa; il terzo segreto di Fatima nell’anno 2000, è stato rivelato e studiato dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger che poi è diventato Papa Benedetto XVI.

Le rivelazioni personali non possono andare contro la scrittura, non possono andare contro la fede della chiesa e non devono scandalizzare ma semmai devono aiutare ed incoraggiare i credenti, a camminare nelle strade del Signore per raggiungere e per costruire il Regno di Dio su questa terra.

 

Quindi pensi che siano veritiere o no, le profezie date ad Anguera?

Su questo ancora la chiesa non si è pronunciata, posso trarre personalmente le mie conclusioni, che possono essere diverse dalle conclusioni di tante altre persone. Finchè non ci sarà un pronunciamento ufficiale da parte della chiesa e da parte della Congregazione per la dottrina della Fede, ognuno in coscienza può giudicare il messaggio alla luce della sua esperienza di fede e può comunque fare le sue dovute conclusioni.

 

L’uomo di fede come deve reagire d’innanzi al tempo critico, in cui si ritrova a vivere?

Ricordiamo quanto Giovanni Paolo II ha scritto in uno dei suoi libri , ovvero che il limite posto al male dell’uomo è la misericordia di Dio.

Sicuramente provoca tanto dolore, tanta tristezza e rabbia, ascoltare e vedere che tra le vittime dell’attentato di Nizza ci siano 20 bambini come ci sono tante vittime silenziose, giorno dopo giorno,  che vengono sacrificate sull’altare dal nostro egoismo; pensiamo ai milioni di aborti che ogni giorno vengono compiuti in nome della libertà.

Il limite posto a questo male e la reazione che noi credenti dobbiamo avere al male, non è il rispondere con il male o con quale arma …. Ma è la misericordia di Dio.

Ci troviamo a vivere nell’anno della Misericordia, voluta da Papa Francesco,  e la nostra risposta al male più grande non deve essere istintivamente reagire con altrettanto male ma deve essere la risposta del discepolo di Cristo: la misericordia.

La Misericordia sana tutte le ferite, è l’olio della consolazione ed il vino della speranza. Ricordiamo il buon samaritano che si è caricato su di se quel mendicante che era in fin di vita.

 

Servizio di Rita Sberna