“E’ te che cerco Signore” il nuovo album di Fra Leonardo Civitavecchia

Fra Leonardo Civitavecchia ha recentemente pubblicato a distanza da 5 anni dal suo ultimo lavoro musicale ed in occasione del suo 25° anno di vestizione religiosa il nuovo album “E’ te che cerco Signore” in collaborazione con grandi artisti della Christian Music come Roberto Bignoli, Giuseppe Cionfoli, Daniele D’Aco e fra Lorenzo Ricciardelli che hanno donato una loro canzone.
Fra Leonardo ha composto vari album musicali in cui evangelizza la Parola di Dio attraverso la musica, infatti il 21 marzo 2005 riceve il premio “Astro Nascente” al teatro Olimpico di Roma, un riconoscimento assegnato ad alcuni esponenti della Chiesa cattolica.
E’ nato a San Severo e vive presso il convento dei Frati minori di Foggia, dirige la “Casa per anziani Sant’Antonio”.

Hai iniziato all’età di 16 anni ad avvicinarti alla musica. Poi nel 1991 arriva il primo esordio di musica religiosa. Raccontaci
Per me Cristo è tutto, è il centro della mia vita. L’esperienza di questi anni mi ha portato a conoscere sempre più Lui e a farlo crescere giorno dopo giorno. E’ da questo incontro continuo con il Cristo che nasce in me il desiderio di “spendermi”. Lo faccio ogni giorno con il mio servizio sacerdotale, da Francescano, passando per il veicolo privilegiato della musica, dono che il buon Dio ha fatto a me, con il solo intento di testimoniare Cristo, e portare in ogni luogo una Parola di Speranza. La vita è bella davvero e vale la pena viverla fino in fondo.

Nel 2000 vieni ordinato sacerdote, ma quando esattamente sentisti la chiamata di Dio a diventare suo servo?
Un lungo cammino prima di arrivare al Sacerdozio. Conducevo una vita semplice, regolare, come la gran parte dei ragazzi, circondato da affetti, da tanti amici, alla ricerca di un ideale, di un qualcosa che cambiasse la mia vita. Ad essere sincero, non ero granché contento, gratificato, soddisfatto…la mia vita era sempre uguale, la solita routine. Ma ad un tratto…ho scoperto che in “Lui, ero diventato una persona nuova”. All’inizio della mia vocazione tante volte mi son chiesto: perché Dio ha scelto proprio me? Eppure c’è tanta gente per il mondo. Tanti giovani che potrebbero consacrare, donare la loro vita a Dio… L’unica risposta che trovai, è la stessa che Francesco diede a Frate Masseo, e cioè: “Dio non ha trovato sulla terra un uomo più indegno, più peccatore di me”. Da allora non ho mai dimenticato la parola peccato; è nell’esperienza del peccato, del dolore, della “crisi”, che ho incontrato il volto misericordioso di Dio ed ho seguito l’Amore…

Quando scrivi un testo a chi e a cosa t’ ispiri?
E’ il Vangelo, la vita, i fratelli che mi ispirano. E poi ho amato da sempre la musica, e quando il Signore mi ha fatto il bel dono di seguirlo, ho incominciato a scrivere canzoni. Niente per caso…! Mi accorsi che il modo migliore di comunicare quello che avevo dentro era proprio la musica. Senza ipocrisia e falsità, affermo subito che la mia musica nasce da una sincera ricerca di Dio. C’è un’ intreccio tra fede e musica, altrimenti sarebbe tutto vano e tempo perso. Fede e musica nel Padre, nel suo Amore, nelle sue meraviglie…

Cosa ti ha trasmesso Gesù, nel tuo cammino sacerdotale e nella tua missione evangelizzatrice?
Mi ha trasmesso la gioia di vivere e di credere sempre. Ho sempre avuto la certezza di un “Dio presente”, nella mia vita, nella mia storia, tra gioie, successi, sconfitte, incomprensioni e scoraggiamenti, cadute e riprese. Un Dio che, anche attraverso la canzone, mi ha aiutato in situazioni particolari della vita…! E’ qui che comprendo che le canzoni non sono “mie”, ma, umilmente, opera di Dio. E poi Gesù, in questa missione evangelizzatrice, mi ha trasmesso la “gioia”. Felici coloro che hanno la musica nel cuore e il sorriso sulle labbra, affermava F. Schubert. Senza dubbio la musica religiosa è comunione, è preghiera, è gioia: in poche parole ci aiuta ad avvicinarci a Dio. S. Agostino diceva che in noi c’è una voce che canta, perché dentro abbiamo Qualcuno che ci ascolta, quel Qualcuno che, da duemila anni, passa continuamente sulle rive della nostra anima e ci chiama. Ma noi, forse, abbiamo troppe reti da lasciare… Lasciamo queste reti per seguire il Signore che ci chiama, ed essere insieme con Lui, pescatori di uomini. E ancora: “Se potrò far sorridere qualcuno con una canzone, la mia vita non sarà stata invano” (M.L. King). Questo mi basta per continuare con gioia la missione affidatami da Gesù.

Hai incontrato Giovanni Paolo II e gli hai dedicato il tuo terzo lavoro “Nuovi con Te”. Cosa ricordi di quell’incontro?
Ho incontrato più volte il Grande Papa Giovanni Paolo II. Ma l’ultimo, in particolare, ha segnato la mia vita quando nel 2003 gli ho donato il mio disco. E pochi giorni dopo una lettera del suo Segretario in cui mi invitava a continuare a cantare l’Amore di Dio e portare a tutti la Benedizione del Santo Padre. Non dimenticherò mai questa grande gioia. E poi la sua indimenticabile testimonianza. Di fronte ai fatti brutti della storia, siamo sempre più incredibilmente terrorizzati: ci sentiamo deboli, vulnerabili, e tocchiamo con mano il crollo di tante nostre certezze. Ma è la presenza di Dio in mezzo a noi che ci fa credere e ad andare avanti con speranza. Quel Duc in Altum, fatto risuonare nel suo Pontificato, continua a risuonare ancora oggi, per essere i costruttori di una nuova civiltà dell’amore, edificatori di nuovi cammini di giustizia, di pace. Con Nuovi con Te insomma il mio impegno – spinto anche dall’invito fattomi dal Papa Giovanni Paolo II – a cantare la pace e la speranza: Cambiando il mondo…. cambiando noi stessi, per una nuova umanità.

Sei molto devoto della Madonna. Quanto conta nella tua vita di frate?
Maria fa parte della mia vita da sempre, sin dall’inizio del mio cammino. Lei è colei che ha reso nostro fratello il Signore Gesù e mi aiuta a comprendere la misericordia di Dio. Un particolare: più volte sono stato apostrofato come il Cantore di Maria; e questo mi onora molto. Infatti nei miei sei lavori musicali la figura dominate è Maria, la Madre di Dio, la porta che conduce a Cristo, il rifugio sicuro nei momenti di tristezza, la mamma a cui confidare tutto me stesso, la donna di cui fidarsi e a cui affidarsi. Quando canto la Vergine il testo si fa miracolosamente poesia, verso di tenerezza, canto di maternità, di fiducia. Ovviamente interiorizzando la devozione e venerazione che San Francesco nutriva per la Vergine santa, molte delle mie canzoni risentono delle Lodi francescane. Con la Vergine Maria il cammino è al sicuro.

Nel 2010 hai dedicato un album interamente a San Francesco D’Assisi. Qual è il carisma che un frate francescano deve avere ad imitazione di San Francesco?
Ho scelto l’ordine Francescano per la vita semplice proposta e vissuta da Francesco d’Assisi. Sono stato colpito dall’abito dei frati a forma di croce, quella croce piccola o grande che sia, che consiglio sempre di non gettare mai via; non aver paura della croce: essa ricorda Gesù. E Gesù non può far paura a nessuno, perché è fratello e salvatore di tutti. Il programma di vita, il carisma di noi frati francescani è vivere il Vangelo «sine glossa» (senza alcun commento), è afferrare quella perla preziosa per la quale si possono vendere tutti i propri averi senza avvertire rimpianto, perché nel possederla è tale la gioia che riempie il cuore, che non si sente più il bisogno di altre cose. Ho voluto cantare San Francesco per ringraziare “l’Altissimo e Onnipotente bon Signore” per il dono della Vocazione e della Fraternità, e come Lui essere uomini di pace e di riconciliazione, amante dei poveri e cantori della creazione.

Cosa vuoi trasmettere con “E’ te che cerco Signore”?

La prima risposta viene spontanea e ce la formula il grande cantore di Dio, Agostino d’Ippona: “Il cantare è proprio di chi ama”. In questo nuovo lavoro musicale vorrei trasmettere tutto l’Amore e la Misericordia di Dio. Mi rendo conto, oggi più che mai, nella celebrazione del mio XXV di Vestizione Religiosa, che sono sempre più innamorato di Gesù. Ed è per questo che ho chiesto la collaborazione di amici che hanno condiviso con me il Suono della Parola, e come me hanno fatto l’esperienza dell’Amore del Signore. Spero che in questo Giubileo della Misericordia, molti, anche attraverso le mie povere canzoni, possano cercare Dio, e ritrovare la gioia di vivere… Sempre!
Voglio portare il messaggio di Gesù il più lontano possibile, perché credo nella forza del canto che abbatte barriere e vince indifferenze. E del resto si può pregare anche con il canto con la certezza in più, che le note volano alto, più in alto delle parole.

Servizio di Rita Sberna