Eutanasia in Italia: la proposta di legge il 25 ottobre alla Camera

Il prossimo 25 ottobre la proposta di legge sull’eutanasia sarà esaminata alla Camera. Quanto al referendum popolare a favore dell’eutanasia legale, promosso dall’Associazione Coscioni ha già superato 1 milione di firme (con raccolte anche online), si tratta di abolire parzialmente l’art. 579 del codice penale che punisce “ con la reclusione da sei a quindici anni” “chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui”.

Qualche giorno fa anche Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, parlando dei referendum sulla canabis e l’eutanasia ha commentato: “Non c’è dubbio che soprattutto se parliamo di eutanasia, sono convinto che il Parlamento debba assolutamente legiferare. D’altro canto i referendum possono essere uno stimolo alla legislazione del Parlamento”.

Purtroppo si contano sostenitori dell’eutanasia, sia a livello politico (Radicali, Pd, M5 stelle, Più Europa per fare qualche esempio…) che a livello di personalità pubbliche (propaganda tramite influencer, presentatori tv, cantanti, attori…).

Ricordiamo anche la posizione di Speranza sul fine vita che auspicava ad agosto scorso che le “Asl garantiscano il suicidio assistito”, e dichiarava:

“in assenza di una regolazione legislativa più generale della materia, di cui pure ha ribadito la necessità, la Consulta ha stabilito che una persona, qualora ricorrano i quattro requisiti sopra riportati e che il comitato etico competente deve verificare, ha il diritto di chiedere ad una struttura pubblica del servizio sanitario l’assistenza al suicidio medicalmente assistito”.

“Eutanasia legale liberi fino alla fine” è lo slogan del referendum sull’eutanasia.

Ma pensate che è vera libertà? Si esalta l’autodeterminazione dell’individuo facendogli credere che è preferibile morire piuttosto che soffrire. Direi di più si vuole imporre un criterio di qualità della vita e fare accettare alle masse l’idea che ci sono ”vite non degne di essere vissute”.

Siamo immersi in “una cultura di morte”, “una cultura dello scarto” ma possiamo spingere la riflessione fino a poter affermare che ci troviamo davanti ad una grande truffa verso l’umanità…

La nostra società contemporanea è organizzata sulla base di criteri di benessere, di efficienza produttiva dove tutto ha un valore (purtroppo anche la vita e la morte). Si tagliano i costi e non ci sono abbastanza posti negli ospedali, le persone a volte devono fare cure domiciliari spesso a proprie spese. Malgrado la pandemia è sorprendente vedere che in Italia non si investe nella sanità (addirittura tagliata dal 2009)…la parola d’ordine è sempre la riduzione degli sprechi…pensiamo veramente che l’eutanasia sia una risposta? La vita umana è uno spreco?

Purtroppo per le politiche attuali del paese sembra di sì.

Non c’è dubbio che con il “consenso informato” si fa credere all’individuo di essere padrone della propria vita. Una tale manipolazione delle menti ha purtroppo la triste finalità delle leggi sul fine vita. Temo purtroppo che questo porterà, in un futuro non molto lontano (se non fermato in tempo), ad un sistema sanitario spietato con protocolli rigidi, dove al contrario i pazienti dovranno dimostrare (giuridicamente) che non vogliono morire.

Molto preoccupante al riguardo è l’’articolo 7, comma 1 (del testo di legge sull’eutanasia) che “prevede i casi di non punibilità, specificando che le disposizioni degli articoli 575 (omicidio) 579 (omicidio del consenziente) 580 (istigazione o aiuto al suicidio) e 593 (omissione di soccorso) del codice penale non si applicano al medico e al personale sanitario che abbiano praticato trattamenti eutanasici provocando la morte del paziente, e a tutti coloro che agevolino o aiutino il paziente nell’accesso al trattamento eutanasico, al sussistere di determinate condizioni dettagliatamente specificate”.

Lo Stato ha il dovere di investire nelle cure (compresa la medicina palliativa) per assistere il paziente e le loro famiglie (che troppo spesso si sentono abbandonati).

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei. ha recentemente affermato che “ un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente” suscita “una grave inquietudine”. Ha così ribadito che “non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire”.

Nel suo discorso per la plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, Papa Francesco ha sottolineato anche lui il pericolo della “ cultura dello scarto” e le sue tante vittime (dal nascituro alla persona anziana):

Vorrei accennare che siamo vittime di una cultura dello scarto. C’è lo scarto dei bambini che non vogliamo ricevere e con quella legge dell’aborto che li rimanda al mittente, li uccide. Oggi questo è diventato un modo normale, un’abitudine bruttissima, è un omicidio e per capirlo bene ci aiuta fare una doppia domanda: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?”. Possiamo estendere questa domanda a tutte le leggi sul fine vita come per l’eutanasia.

San Giovanni Paolo II diceva:

Dalla sacralità della vita scaturisce la sua inviolabilità, inscritta fin dalle origini nel cuore dell’uomo, nella sua coscienza. La domanda «Che hai fatto?» (Gn 4, 10), con cui Dio si rivolge a Caino dopo che questi ha ucciso il fratello Abele, traduce l’esperienza di ogni uomo: nel profondo della sua coscienza, egli viene sempre richiamato alla inviolabilità della vita — della sua vita e di quella degli altri , come realtà che non gli appartiene, perché proprietà e dono di Dio Creatore e Padre”.

Preghiamo con tutta la Chiesa per la custodia della vita.