Tra le tante drammatiche notizie delle ultime settimane, spicca quella della morte di una bimba di soli sei mesi nell’hotspot di Lampedusa. La sofferenza e l’agonia degli innocenti è quanto di meno accettabile possa esserci per il cuore umano e l’episodio in questione mantiene alta l’attenzione su un dramma irrisolto da decenni: le condizioni spaventose in cui i migranti affrontano le loro traversate nel Mediterraneo. Prima ancora di ogni dibattito intorno al tema accoglienza sì/accoglienza no, chiunque, a prescindere dagli orientamenti politici, dovrebbe essere concorde su un punto: nessun essere umano dovrebbe essere mai costretto a emigrare. Tanto meno a bordo di barconi pericolanti, come quelli che salpano periodicamente dal Nord Africa. Ciò è tanto più disumano quando, ad essere sottoposti a dei viaggi così rischiosi, sono dei bambini così piccoli.
Così come commuove e addolora la morte di un piccolo migrante, altrettanto forte dovrebbe essere l’indignazione per il trattamento riservato a migliaia di bambini in ogni angolo della terra. Da tempo immemorabile è in atto un assalto frontale all’infanzia che non risparmia nessun Paese e nessuna cultura. Ci sono bambini vittime della guerra, altri della fame. Da anni, su Cristiani Today denunciamo la tragedia silenziosa dell’aborto, con l’orribile e crudele sacrificio di minuscole vite innocenti, che qualcuno si ostina a definire un “diritto”, rivendicandolo sempre più energicamente.
Per motivi misteriosi e inquietanti, oggi l’infanzia è sottilmente detestata. Quando i bambini vengono concepiti, c’è chi vede di buon occhio la possibilità di sopprimerli nel ventre materno. Per noi, un mondo con sempre meno nascite è una tragedia, per altri, a quanto pare, è un auspicio. Thomas Malthus (1766-1834) fu il primo apologeta del decremento demografico per ragioni alimentari: il cibo e le risorse, affermava Malthus, non sarebbero mai bastati per una popolazione sempre più numerosa. Oggi, un ragionamento simile viene fatto per ragioni ecologico-climatiche ma la sostanza non cambia: più persone ci sono sulla terra, più incombe il riscaldamento globale. Mettere al mondo bambini, sostengono alcuni, è da irresponsabili perché la loro presenza sarebbe un notevole incentivo all’inquinamento.
Come già più volte abbiamo denunciato, l’infanzia è calpestata dalla pedofilia dilagante ma, soprattutto, dall’indifferenza verso il fenomeno e dai tentativi di normalizzarlo. La dignità dei bambini è violata in tanti modi: si guardi l’inquietante caso dell’ultima campagna natalizia di Balenciaga, che ha mostrato dei piccoli modelli, accostati a oggetti bondage richiamanti al sadomaso e all’inquietante acronimo BDSM (Bondage, Dominazione, Sadismo, Masochismo). Il ritiro delle immagini da parte della casa di moda spagnola, sotto il peso delle polemiche a mezzo social, è stata sicuramente una vittoria che, però, non cancella il danno irreparabile delle minimizzazioni della stampa mainstream mondiale: dal New York Times a Repubblica, per la maggior parte dei giornali, il vero problema non stava nell’inopportunità della campagna di Balenciaga, quanto nel vero o presunto “complottismo” dei suoi contestatori o la loro appartenenza ad ambienti di estrema destra.
Un terzo fronte di attacco all’infanzia concerne l’ideologia gender nelle sue varie fattispecie. Proclamare l’identità di genere, la transizione di genere e la “carriera alias” è un altro modo per uccidere lentamente le giovani generazioni. Sottrarre ai più piccoli la certezza – una delle poche rimaste – della loro identità biologica è un modo per smarrirli e renderli ulteriormente manipolabili. L’industria dei farmaci (triptorelina in primis) per la transizione e della chirurgia per il cambio di sesso rappresenta una lobby potente e in forte ascesa. Consentire la transizione di genere esclusivamente agli adulti significa circoscrivere notevolmente il volume d’affari relativo a queste pratiche, poiché una mente matura e formata difficilmente prenderà una decisione così radicale, come quella di cambiare sesso.
Manipolare i più piccoli sin dai primi anni di vita, invece, moltiplicherebbe in modo esponenziale tutte le transizioni di genere. A guadagnarci, oltre ai chirurghi e all’industria farmaceutica di cui sopra, sarebbe anche la già citata lobby del controllo demografico. Sebbene le varie tecniche di fecondazione artificiale e di maternità surrogata andrebbero fittiziamente ad esaudire il desiderio genitoriale delle persone LGBT+, è difficile che la maggior parte di queste possano aspirare fino in fondo ad avere una famiglia.
Qualunque sia il disegno di queste lobby, la transizione di genere non porta affatto la felicità. A confermarlo è l’altissimo numero di suicidi, tentativi di suicidio e sindromi depressive che si riscontrano tra le persone LGBT+, nonché l’altrettanto cospicua (benché censurata) percentuale di detransitioner, ovvero di pentiti della transizione, che rimpiangono l’integrità originaria del loro corpo.
La corruzione dell’umanità è partita anni fa nei confronti delle donne, con lo snaturamento della loro identità attraverso il mito di una pseudo-emancipazione. Lo stesso piano è stato poi esteso, con altrettanto successo, ai giovani, ingannati da una carrellata di false libertà, rivelatesi alla fine mortifere. Oggi è più che mai nel mirino l’infanzia: per interessi o per ideologia, si vuole distruggere l’ultimo baluardo di purezza ancora presente al mondo. Il tempo d’Avvento entrato ormai nel vivo ci richiama alla mente la certezza di un Dio che si incarna non direttamente in un uomo adulto ma in un Bambino innocente. È questo Bambino che riscatta tutta l’iniquità e la sporcizia del mondo: contro di Lui nulla possono i potenti della terra e i distruttori dell’infanzia con i loro piani mefistofelici. Un Bambino redimerà le sofferenze e le ingiustizie di tanti altri piccoli finiti in croce come Lui.