La storia di don Cirillo Longo
Don Cirillo Longo è stato stroncato dal coronavirus, il sacerdote faceva parte del Centro don Orione, di Bergamo e a chiunque incontrava diceva sempre: “L’uomo ha due mani, perché mentre una lavora, l’altra serve per far scorrere i granelli della corona del rosario”.
Prima di morire ha alzato le mani al cielo in segno di esultanza, come se avesse fatto goal.
Aveva 95 anni ed è morto il 19 marzo, negli ultimi suoi giorni di vita non faceva altro che consolare gli ammalati, diceva sempre loro di non avere paura perchè tutti siamo nelle mani di Dio.
Chi era don Cirillo Longo?
E’ nato a Saletto (Padova) il 18 marzo 1925: ha avuto alle spalle 67 anni di sacerdozio. Apparteneva alla provincia religiosa degli Orionini “Madre della Divina Provvidenza” . Era entrato nella Congregazione il 23 ottobre 1937, a Tortona (Alessandria). Fu don Luigi Orione (il fondatore della Congregazione approvata il 21 marzo 1903) a mettergli la tonaca sacerdotale.
Don Cirillo è stato testimone di tanti miracoli compiuti da don Orione soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Ma il calvario dovuto al Coronavirus per don Cirillo è iniziato il 12 marzo, sono stati per lui giorni di sofferenza riempiti dalla preghiera. Nelle sue ultime telefonate che precedevano la sua morte, il sacerdote ha detto: «Ci vedremo di là, in Paradiso… pregate il Rosario… salutatemi tutti». In un’altra telefonata, dopo la ripresa miracolosa nella Festa di San Giuseppe, ha ripetuto: «Pregate tanto, arrivano i tempi difficili, pregate il Rosario».
Sono testimonianze che in un periodo così triste, devono donarci coraggio e speranza nella vita eterna e nella presenza di Dio che sta a poppa della barca e non ci ha abbandonati. Sacerdoti come don Cirillo, sono delle luci che ardono in cielo e sicuramente da lassù continueranno ad illuminare l’umanità che troppo spesso cammina in mezzo alle tenebre.
Riposa in Pace don Cirillo e prega per noi.