Don Giorgio è rimasto disabile dopo un grave incidente, i suoi “assistenti” sono stati: i suoi parrocchiani, Martini e Wojtyla
Don Giorgio Ronzoni è il parroco della Chiesa di Santa Sofia a Padova. Nel 2011 rimane coinvolto in un incidente che gli cambia per sempre la vita, costringendolo così, a rimanere sulla sedia a rotelle.
Ha rilasciato un’intervista ad Avvenire, dicendo “Pensavo che non avrei più potuto fare il parroco. Nei primi mesi non muovevo nulla. Dopo 13 mesi di riabilitazione ho recuperato qualche movimento del braccio sinistro. Per incoraggiarmi monsignor Giuseppe Benvegnù Pasini (padovano, direttore della Caritas italiana dal 1986 al 1996, scomparso nel 2015, ndr) mi scrisse un biglietto in cui citava la risposta di un vescovo francese rimasto paralizzato a un dubbioso papa Ratti: “Pensavo che una diocesi si governasse con la testa, non con i piedi…”. Ma sono stati i miei parrocchiani a chiedere all’allora vescovo Mattiazzo di farmi restare. E lui disse sì”.
La tecnologia lo aiuta nel sacerdozio
Il tablet, il cellulare e il computer sono strumenti indispensabili per Don Giorgio che lo aiutano a svolgere il suo ministero sacerdotale. Don Giorgio non è proprenso ai social!
I parrocchiani hanno creato un’associazione, gli Amici di don Giorgio, e sono sempre presenti. Le esigenze pratiche si risolvono: c’è un ascensore che mi porta dalla casa alla chiesa, sono stati posizionati scivoli. Gli amici mi hanno regalato un’automobile con una rampa dalla quale posso salire con la mia carrozzina. Per la Messa, a turno due ministri straordinari girano le pagine del messale, mi mettono in mano patena e calice e distribuiscono l’Eucaristia».
Il Cardinale Martini e Papa Wojtyla sono i suoi assistenti
Martini e Wojtyla nella loro vita sono stati due grandi testimoni che hanno portato la croce della malattia con grande dignità e pazienza.
Ciò che aiuta Don Giorgio nel vivere la sua malattia, oltre che questi due grandi testimoni di fede, è il capitolo degli Atti degli apostoli quando Paolo era agli arresti e diceva: la Parola di Dio non è incatenata. Ecco io mi sento un po’ agli arresti domiciliari, ma come Paolo posso incontrare altre persone».
Don Giorgio ha anche testimoniato che da quando è sulla carrozzina, nella sua parrocchia ne vede tante, forse perchè è stato uno stimolo per molte anime che sono sulla sua stessa condizione, spronandole a non vergognarsi.