Il Rosario e la “scuola” di preghiera di Maria

Questo 7 ottobre si festeggia la Madonna del Rosario. San Pio V istituì la commemorazione di Santa Maria della Vittoria in ringraziamento per la protezione della Santa Vergine durante la battaglia navale di Lepanto contro l’Impero ottomano nel 1571. Gregorio XIII, il suo successore, la trasformò nella ricorrenza della Madonna del Rosario.

Anche se la Madonna concede la sua protezione a chi la invoca, ricordiamo che in nessun modo il rosario può essere strumentalizzato per giustificare l’odio, la violenza, o il rifiuto dell’altro: il rosario è, e sarà sempre, una devozione d’amore e non un mezzo per la guerra. La parola Rosario significa Corona di Rose. Nel Medioevo era di usanza mettere sulle statue della Madonna una corona di rose.

Nel XIII secolo, i monaci cistercensi chiamarono rosario la preghiera in cui offrivano una corona di rose mistiche alla Santa Vergine: così nacque la collana di grani (conosciuta come corona del rosario). Ogni Ave Maria è una rosa bella e profumata offerta a Maria.

La devozione del rosario è anche dovuta all’apparizione mariana che San Domenico ebbe nel 1214 a Tolosa: la vergine Maria gli consegnò allora il rosario.

Molte apparizioni da Lourdes a Fatima evidenziano l’esortazione alla recita del Rosario. Maria si presenta come “Regina del Rosario” ai tre pastorelli della Cova d’Iria (dove apparirà dal 13 maggio al 13 ottobre 1917). Nostra Signora ci invita alla peregrinazione della fede e alla conversione interiore.

Vi consiglio assolutamente di leggere il “Rosarium virginis mariae” di San Giovanni Paolo II (del 16 ottobre 2002). Questa lettera apostolica è particolarmente ricca di riflessioni sul rosario. Il sommo pontefice comincia dicendo: “è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità

Sottolinea che è inoltre “preghiera per la pace e per la famiglia”: “A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche. Prima fra esse, l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Il Rosario è stato più volte proposto dai miei Predecessori e da me stesso come preghiera per la pace. All’inizio di un Millennio, che è cominciato con le raccapriccianti scene dell’attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che “è la nostra pace” avendo fatto “dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Ef 2, 14). Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al cuore cristiano”.

Queste parole ancora oggi fanno più che mai parte della nostra attualità a 20 anni dell’attentato dell’11 settembre e non solo. Riguardo alla famiglia aggiunge:

Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale”…come non pensare tuttora ai numerosi attacchi contro la famiglia e la vita umana (gender, aborto, eutanasia, violenze…). Il mondo, volendo vivere senza Dio, si sta sempre di più avviluppando in un vortice di distruzione.

Tuttavia Maria è con noi e da anni ci invita alla salvezza e alla preghiera del cuore con il rosario.

Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla “scuola” di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio. Una scuola, quella di Maria, tanto più efficace, se si pensa che Ella la svolge ottenendoci in abbondanza i doni dello Spirito Santo e insieme proponendoci l’esempio di quella “peregrinazione della fede”, nella quale è maestra incomparabile. Di fronte a ogni mistero del Figlio, Ella ci invita, come nella sua Annunciazione, a porre con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce, per concludere sempre con l’obbedienza della fede: “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto “ (Lc 1, 38)” (San Giovanni Paolo II)