Una pratica per capire quanto Dio ci possa amare e perdonare 70 volte 7.
Ho scoperto da poco questa bellissima pratica di “misericordia” e di ringraziamento per l’amore che il Padre versa su ogni peccatore e peccato commesso dal giorno in cui siamo nati ad oggi. I peccati di tutta la nostra vita che già sono stati perdonati e confessati nelle confessioni passate, vengono ripresentati in una confessione generale che riguarda tutta la nostra esistenza come segno di ringraziamento per la misericordia ricevuta nonostante la nostra miseria.
Per aiutare a capire meglio questa bellissima e profonda pratica consiglio di leggere il libro “Filotea” di San Francesco di Sales, in cui il santo spiega ampiamente e con parole semplici di che cosa si tratta.
Questo tipo di confessione alcuni scelgono di farla in vista di eventi importanti come il matrimonio, la professione religiosa, l’ordinazione sacerdotale ecc… è un modo (per chi fa un cammino approfondito) di fare una pulizia generale nella propria anima ma è anche un modo per conoscere meglio se stessi ed essere ancora più trasparenti verso Dio.
Ma perché confessare nuovamente i peccati già perdonati?
Questa domanda è importante per dare una risposta chiara e non andare incontro ad equivoci: i peccati sono stati perdonati, è vero, e di certo non bisogna peccare contro lo Spirito Santo e mettere in dubbio di avere già ricevuto il perdono di Dio, ma questa pratica serve esclusivamente per “ravvivare il pentimento per il male commesso”.
Accusare nuovamente i propri peccati, soprattutto se non è richiesto può costare all’anima molta fatica ed è per questo che don Bosco, consigliava questa pratica penitenziale come fioretto da offrire alla Madonna durante il mese di maggio.
Addirittura san Domenico, quando era morente, fece la confessione generale della sua vita davanti a 12 frati.
Come prepararsi alla confessione generale?
A questa confessione ci si prepara chiaramente avendo come “specchio” di confronto, i dieci comandamenti. Sono molto utili anche la lettura delle beatitudini che aiutano ad un profondissimo esame di coscienza e ad una rivisitazione della propria vita guardandola con gli occhi della Misericordia di Dio.
Inoltre è importante scegliere un confessore che sia disposto a fare questo tipo di confessione perché richiede più tempo e ascolto anche da parte del sacerdote.
I consigli di San Francesco di Sales su come fare la confessione generale
“Ecco dunque, cara Filotea, le meditazioni che fanno al caso nostro. Una volta che le hai profondamente meditate, in ispirito di umiltà, va coraggiosamente a fare la tua confessione generale. Ti prego di non angosciarti per alcun motivo. Lo scorpione velenoso quando ci punge, ma, ridotto in olio, un efficace rimedio contro le sue punture; il peccato riprovevole quando lo commettiamo, ma una volta trasformato in confessione e penitenza, pegno di onore e di salvezza.
La contrizione e la confessione sono così belle e così profumate, che cancellano la bruttezza e distruggono il lezzo del peccato. Simone il lebbroso diceva che Maddalena era peccatrice, ma Nostro Signore dice di no e parla soltanto del profumo che spande e del suo grande amore. Se noi siamo molto umili, o Filotea, il peccato ci darà un grande dispiacere perchè offende Dio. Ma l’accusa del nostro peccato diverrà dolce e piacevole perchè onora Dio: quando diciamo al medico il male che ci tormenta, proviamo già un certo sollievo.
Quando sarai davanti al padre spirituale, immagina di essere sul Calvario, ai piedi di Gesù Cristo crocifisso, il cui sangue, grondando da tutte le parti, ti lava dalle iniquità; infatti anche se non si tratta fisicamente del sangue del Salvatore, sempre il merito di quel sangue versato che continua a scorrere abbondantemente sui penitenti che si trovano attorno al confessionale.
Apri bene il cuore per farne uscire i peccati destinati alla confessione; a misura che usciranno, entrerà il merito prezioso della Passione di Cristo per riempirlo di benedizioni. Esponi tutto bene, con semplicità e naturalezza; almeno per questa volta fa contenta la tua coscienza.
Dopo ascolta la correzione e i consigli del servitore di Dio, e dì nel tuo cuore: Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta. Si, Filotea, Dio che tu ascolti, perchè ha detto ai suoi rappresentanti: Chi ascolta voi, ascolta me.
Dopo, prendi in mano la promessa che ho scritto per te e che trovi nel capitolo seguente; serve di conclusione al tuo atto di contrizione. Prima devi meditarla. Leggila con attenzione e con tutta la partecipazione che ti sarà possibile.”
Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna