La “M di Maria ” custode della Francia

di Marie- christine J.

Il 1o giugno 2020 iniziava il pellegrinaggio della “M di Maria” ispirato dalla spiritualità di Grignion de Montfort “andando a Gesù per mezzo di Maria”; due carrozze con due statue di Nostra Signora di Francia partivano rispettivamente da Lourdes e La Salette per tracciare la grande M disegnata dalle apparizione di Maria in Francia nel XIX secolo. Il percorso si è concluso il week- end del 12- 13 settembre scorso nel Santuario di Pellevoisin, come a Parigi il 15 agosto scorso, anche la città di Bourges è stata consacrata ai due cuori uniti di Gesù e Maria. Ogni giorno per tre mesi, in tutta la Francia, diversi gruppi e parrocchie hanno accolto Maria con processioni, messe, veglie. Maria ha toccato tanti cuori di chi la incontrava per strada, si è fatta vicina ad ognuno.

In questo periodo di epidemia, di incertezze, di violenza e spesso di disperazione in Europa e nel mondo anche la Chiesa è chiamata a dare la sua testimonianza.

Vincenzo Berlizot, uno degli organizzatori del pellegrinaggio ha gentilmente accettato di raccontarci la sua esperienza.

Com’è nata l’idea del pellegrinaggio la “M di Maria”?

Il pellegrinaggio è stato ideato da un gruppo di laici della confraternita “Notre-Dame de France” che aveva organizzato nei anni 90 le madonne pellegrine con il desiderio di fare conoscere Gesù per mezzo di Maria.

L’incendio de Notre-Dame nell’aprile 2019 è stata l’occasione per fare nascere un grande moto popolare intorno a Maria. Mentre il nostro paese fa fronte a immense sfide: crisi sociale e politica, crisi spirituale, crisi sanitaria, crisi della Chiesa (e così via)… ci è sembrato urgente lanciarci sulle strade di Francia per tornare all’essenziale. L’idea di percorrere la «M» di Maria (i 5 grandi luoghi d’apparizione mariale del XIX secolo che tracciano un grande M in Francia: Lourdes, Pontmain, Pellevoisin, Rue du Bac, La Salette) in carrozza, è allora sembrato particolarmente saggia. Altri prima di noi l’avevano già fatto- un gruppo di giovani in bici dopo la GMG di Cracovia o ancora due motociclisti in Harley Davidson – ma l’idea della carrozza e del cavallo era del tutto nuova.

Percorrere la «M», con un cavallo, è obbligarci ad avanzare ad un ritmo tranquillo facendo dai 10 ai 15 km al giorno. È anche andare a visitare le nostre chiese di campagna – dove i sacerdoti non sono più molto numerosi- e così andare nelle “periferie” sull’invito di Papa Francesco. È sicuramente prendere il tempo di incontrare le persone che incontriamo per testimoniare loro quello in cui crediamo. Infine, è anche permettere sia ai più giovani che alle persone più anziane, tempi forti seguendo a piedi o nella carrozza la Vergine Maria.

Come ha reagito la popolazione francese (e internazionale) a questa iniziativa?

Innanzitutto, bisogna dire che siamo stati sorpresi dalle coincidenze provvidenziali che ci hanno guidate dall’inizio di questa avventura. Una delle più importante rimarrà la data di partenza. Avevamo previsto di partire il 1o maggio 2020 ma con il confinamento che si prolungava, siamo stati costretti a rinviare la partenza al 1o giugno. Era il giorno della festa di Maria madre della Chiesa, festa istituita da Papa Francesco nel 2018 ma sopratutto, e ce ne siamo accorti al momento della benedizione delle carrozze, erano esattamente 40 anni dall’appello di Papa Giovanni Paolo II, nel momento della sua visita in Francia: «Francia, Figlia primogenita della Chiesa, sei fedele alle promesse del tuo battesimo? […] Francia, Figlia della Chiesa ed educatrice dei popoli, sei fedele, per il bene dell’uomo, all’alleanza con la sapienza eterna ?» (1 giugno 1980). 40 anni È biblico! Questo ci ha segnato e ci ha guidato durante tutto il nostro percorso. Certamente la nostra iniziativa rimane un passo piccolo piccolo ma forse permette di fornirci un umile risposta.

Per quello che riguarda l’accoglienza della popolazione francese, bisogna dire che siamo di nuovo stati stupiti. Avevamo a cuore che questo pellegrinaggio fosse missionario e l’obbiettivo era anche quello di incontrare la gente. E sinceramente, siamo stati sorpresi: la gente ci accoglieva a casa loro, ci dava il cibo, ci dava una mano quando avevamo problemi con il cavallo ad esempio. Sia che si dicessero credenti o no, siamo stati colpiti dalla generosità di molti. Bisogna dire che l’iniziativa stupisce. Spesso suscita benevolenza. Certo il cavallo c’è stato per qualcosa come la diversità e la gioia dei pellegrini. Abbiamo notato che la statua è molto bella e attira i sguardi. Personalmente, sono stato veramente stupito di attraversare Parigi senza essermi incontrato con qualcuno che ci insulta. Alcuni applaudivano dalle loro finestre, altri si mettevano a cantare con noi, dei senza tetto si alzavano per salutarci, altri sorridevano. A un sacerdote che ci accompagna piace dire: “in questo pellegrinaggio soffiamo sulle ceneri”. Ed è vero! Mentre sembra che il fuoco si spegne, la brace si svela…

Il 15 agosto scorso, Monsignor Aupetit ha consacrato la città di Parigi ai due Cuori di Gesù e Maria…potresti dirci alcune parole a riguardo?

È molto probabile che quello che è successo il 15 agosto a Parigi mi supera infinitamente. Abbiamo vissuto qualcosa di forte che traduceva bene il nostro desiderio di girarsi di più verso Cristo prendendo Maria come madre. Con questa consacrazione, Monsignor Michel Aupetit ha posto un atto forte in un periodo di prova. I numerosi pellegrini presenti hanno testimoniato l’urgenza di accrescere la nostra “fedeltà all’alleanza con la sapienza eterna”. Concretamente, desideriamo metterci alla scuola di Cristo per il “ bene di tutti gli uomini”. E credo che quello che abbiamo vissuto avrà una risonanza particolare per questo mondo e certamente per l’eternità. Era qualcosa di molto semplice ma probabilmente anche molto grande.

Sono stato sinceramente molto segnato dal fervore intorno a questo atto di consacrazione. La sera prima una veglia è stata organizzata alla basilica Notre-Dame de Victoire (Nostra Signora della Vittoria) per entrare nell’Assunzione. Poi, per tutta la notte, centinaia di pellegrini hanno pregato«1000 AVE» e ad ogni “Ave Maria”, una rosa bianca veniva depositata davanti a Notre-Dame de France. La mattina dopo, eravamo in migliaia, rose in mano, a salire verso Montmartre con 70 insegne di Santi che hanno segnato il nostro paese, e l’anello di Giovanna d’Arco simboleggiando l’alleanza tra il Cielo e la Francia (100 anni dopo la sua canonizzazione).

Puoi anche raccontarci l’ultimo giorno di Pellegrinaggio a Pellevoisin?

L’arrivo a Pellevoisin era molto impressionante, c’era qualcosa di molto bello e insolito. Prima che arrivassero le carozze, circa 2000 pellegrini seguivano la Vergine Maria secondo i due itinerari proposti (Est o Ovest). Alla fine eravamo più di 3000 persone a Pellevoisin per festeggiare….i pellegrini affluivano in questo piccolo paesino di campagna che conta appena 700 abitanti. Di recente, un giornalista riportava la testimonianza di un’abitante: “ho i brividi, non abbiamo mai visto questo a Pellevoisin”.

Questo memorabile finale ci ha permesso di rendere grazie per tutto quello che è successo per più di tre mesi. Non è stato tutto facile ma il Signore ci ha portato. Siamo stati anche commossi nel vedere numerosi pellegrini incrociati per strada, venire specialmente questo week- end per rendere grazie e partecipare alla chiusura di questo evento significativo per la loro fede.

Monsignor Beau, dopo aver incoronato la Vergine di Pellevoisin ha poi consacrato la diocesi di Bourges ai cuori uniti di Gesù e Maria. Siamo felici di avere potuto assistere a tali eventi fondatori!

Che cosa vorresti dire a nostri lettori italiani?

Abbiamo coscienza che questa iniziativa va al di là di un semplice pellegrinaggio per la Francia. Una canadese è per esempio venuta esplicitamente dal Canada per camminare con noi per diversi mesi. Aveva a cuore di pregare con noi per la Francia con l’intima convinzione che quello che succede qui in Francia potrebbe avere un impatto su larga scala nel mondo. Bisogna dire che attribuisce spesso la sua conversione al cattolicesimo, all’audacia di missionari francesi che sono morti come martiri nel suo paese.

Anche l’Italia ha il suo ruolo da giocare per il “bene dell’uomo” per provare a rispondere alla sua propria vocazione. Succede evidentemente con piccole cose di cui la portata oltrepassa a volte ancora di più quello che speravamo.

E dopo il pellegrinaggio “M de Marie”, pensate a un seguito?

Non lo sappiamo ancora. È certo che per alcuni questo pellegrinaggio ha avuto qualcosa di decisivo nella loro vita. Molti ci chiedono: «e l’anno prossimo?». Riflettiamo certamente sul seguito che potrebbe essere dato. Probabilmente la “M di Maria” non si rifarà dall’anno prossimo ma, nell’attesa, le nostre carrozze potrebbero essere messe al servizio delle diocesi che volessero fare un pellegrinaggio in carrozza. E perché non immaginare altri itinerari in Francia e forse su larga scala in Europa?