La testimonianza di Domenico Maria Capone
Questa è la testimonianza di un giovane di 24 anni di Aversa, Provincia di Caserta, Domenico Maria Capone.
Un giovane che ha capito che senza Dio, non possiamo fare nulla e che la nostra vita acquista un senso solo se includiamo il Padre celeste nelle nostre giornate. Vuole dare una testimonianza soprattutto ai giovani ma anche a chi in questo momento soffre e vive nella miseria perché lui queste cose le ha vissute sulla sua pelle.
Domenico è cresciuto nella povertà, sua madre (un’orlatrice) non sempre riusciva a garantirgli un piatto di pasta a tavola. Così lui, durante la sua infanzia, era costretto ad andare in giro con le scarpe bucate ma questo non gli è mai pesato, anzi, ha avuto modo di apprendere che nella vita per essere felici non serve avere le cose materiali ma la felicità di ognuno dipende dal proprio rapporto con Dio.
Nonostante fosse solo un bambino oltre alla povertà, Domenico ha dovuto affrontare la violenza del padre che senza un motivo, si scagliava contro di lui e contro la madre. Tutto questo gli ha causato ferite e traumi molto profondi che solo Gesù ha potuto guarire. Ancora oggi, Domenico non ha un rapporto con il papà che dopo la morte della madre (salita al cielo all’età di 38 anni quando Domenico era solo un 15enne nel giorno di Natale) ha preferito andarsene via di casa.
La madre si era ammalata di tumore e anche durante il periodo della chemio, era vittima di violenze domestiche – ci tiene a precisare Domenico in un’intervista a Cristiani Today.
In mezzo a tutte quelle sofferenze e difficoltà, la presenza di Gesù nella vita di Domenico Maria, si è fatta viva e reale. Tutto ciò, lo spinge a fare adorazioni e preghiere.
Dopo la morte della madre, il padre va via di casa e Domenico rimane solo con sua sorella, così, per sostenere la famiglia e fare da genitore alla sorella, è costretto ad andare a lavorare in Germania. Nonostante tutte le difficoltà, Domenico non perde mai la fiducia in Dio e a Cristiani Today, rispondendo alla domanda di Rita Sberna, cioè come fa un giovane ad avere così tanta fede dice: “Tutto dipende dalla famiglia. Madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II, sono due santi che c’insegnano questo che tutto nasce dalla famiglia anche l’essere operatori di pace. La prima esperienza di fede si fa in famiglia. Se i figli non hanno fede a volte dipende anche da una mancanza di fede nei genitori, se manca in loro non può essere trasmessa ai figli però noi figli possiamo anche educare i nostri genitori ad avere fede”.
Capone ha appreso dalla madre la semplicità, il fare tutto con amore servendo gli altri e per ultimo se stessi.
E ai giovani manda un messaggio quello di essere se stessi e di non perdere la vera “libertà” quella che ci propone Cristo, che ci ama liberamente nella fede e ci permette di scegliere se seguirlo o no. Nei momenti di scoraggiamento soprattutto non bisogna avere paura perché Gesù non ci lascia soli.