La vita dei santi, dei beati e, in generale, dei prediletti dal Signore è quasi sempre segnata dal dolore fisico e spirituale. Dalle accuse mosse contro una fede che difficilmente viene capita ed accettata e tante volte viene scambiata per pazzia o per smania di protagonismo. Di sofferenze e di incomprensioni, la povera Teresa Musco ne conobbe in gran numero. Nata a Caiazzo il 13 giugno 1943, la piccola Teresa conobbe sin da subito la sofferenza fisica. Giammai, però, le pesò portare la Croce.
La sua casetta nel centro di Caserta divenne un luogo molto frequentato dalla Madonna che divenne amica e madre di Teresa, da Gesù che fu il suo sostegno e dalle Anime del Purgatorio che grazie alle preghiere e alle sofferenze della giovane riuscivano a guadagnare la salvezza. Sofferenza e semplicità furono le caratteristiche della sua vita. Anche la Madonna che l’assisteva come una premurosa madre, si presentava in una dimensione “casalinga”, accudendo la sempre inferma Teresa, cucinandola, tenendole compagnia e pagando i salati conti delle farmacia.
Quelli che potrebbero sembrare dei vaneggiamenti di una ragazza isterica, sono dei fatti reali accaduti in presenza di testimoni ancora in vita come il dott. Francesco Guarino, biologo e prosecutore del messaggio di Teresa Musco e che, ancora oggi, accoglie i numerosissimi pellegrini che giungono da ogni dove. Il dott. Guarino ha visto materializzarsi lasagne nel vuoto frigorifero di casa Musco, statue del Bambino Gesù, chiuse in teche di vetro sigillate dal Vescovo locale, piangere lacrime di sangue assieme a tanti altri piccoli e grandi prodigi. Una vita, quella della giovane terziaria francescana, consacrata alla remissione dei peccati altrui ed in particolare per la salvezza delle anime dei sacerdoti caduti nel peccato. Il 31 maggio 1964, dopo aver fatto voto di verginità, il Mons. Pasquale Mone le consente di fare voto di “vittima” a vantaggio dei consacrati.
Nella sua biografia ufficiale si può leggere: “Esempi come quelli di Teresa Musco, ripropongono con forza il mistero e il ruolo del dolore nel progetto di Dio, il grande discorso dell’alleanza di Dio con l’uomo per la salvezza dell’umanità attraverso l’attualizzazione e la testimonianza viva della Passione di Cristo”. Passione che Teresa, visse anche attraverso le stimmate, ricevute durante la settimana santa del 1969. Il 31 luglio dello stesso anno ricevette anche le piaghe della Corona di spine. Si narra, poi, che nel gennaio 1960 Gesù le apparve dicendole: “Figlia mia, Teresa, voglio offrirti la ferita del mio costato. Tu che ne dici? Te la offro per la salvezza delle anime”. Teresa rispose con trasporto: “Sì, sì, la voglio!”. Il suo percorso terreno si interruppe all’età di 33 anni, il 19 agosto del 1976.
Le cronache locali del tempo parlano di una immensa folla accorsa al suo funerale, quelle odierne raccontano di una profonda devozione popolare e della Fondazione Teresa Musco che oltre a promuovere la conoscenza della stimmatizzata di Caserta, organizza visite guidate nella sua casa e dove sono ancora custodite le statue che hanno sanguinato. Chiunque volesse approfondire può visitare il sito della fondazione: www.teresamusco.it
Domenico Catuogno