L’Epifania del Signore (dal greco epiphàneia, “manifestazione”, “rivelazione”), è una festa cristiana molto importante. Nella tradizione orientale si festeggia il 19 gennaio e fa riferimento al Battesimo di Gesù nel Giordano. Nella tradizione occidentale si festeggia il 6 gennaio e racconta il viaggio dei Re Magi venuti ad adorare Gesù bambino, seguendo la stella di Betlemme.
Il Vangelo di Matteo parla dell’episodio (2,1-12): “Nato Gesu’ in Betleem di Giuda, al tempo di Re Erode, ecco dei Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, e chiesero: “Dov’e’ il Re dei Giudei nato da poco? Perché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo (…) Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.”
Chi sono i Re Magi e quanti sono?
Il racconto nel vangelo di Matteo non è molto ricco di dettagli anche se il testo evoca esplicitamente la loro provenienza dall’Oriente. È interessante leggere i diversi scritti orientali ed occidentali a riguardo…in quelli occidentali si parla di tre Re Magi Baldassarre, Gaspare e Melchiorre portatori di doni: oro (per la regalità di Gesù), incenso (segno di divinità) e mirra (segno di morte e sacrificio) che usualmente Persiani e Caldei usavano regalare ad un re.
All’epoca della nascita di Gesù i “magi” erano rappresentanti dell’antica religione caldea e pregavano in particolare nella città di Saba (Saveh, nell’attuale Iran), luogo di partenza, si suppone, dei Magi per Betlemme. Si sa che la città era un importante centro astronomico, i magi erano in generale visti come uomini sapienti ed esperti di astronomia. Una tradizione orientale riferisce che certe congiunzioni di Giove e Saturno “annunciano la nascita di un impero, un maestro o un profeta”. È stata scoperta a Babilonia una tavoletta cuneiforme che indica nel periodo di nascita di Gesù, una “triple congiunzione di Giove e Saturno”, seguita da una grande “congiunzione di Marte, Giove e Saturno”.
Anche il quaderno di viaggio di Marco Polo (“Il Milione”, fine del XIII secolo) fa memoria dei Re magi: “In Persia è la città ch’è chiamata Sabba, dalla quale si partirono li tre re ch’andarono ad e sonvi ancora tutti interi e co’ capegli.”
Il mercante veneziano era allora di passaggio in una città di Persia chiamata Saba (o “Saveh”), lì erano venerate le sepolture dei Re Magi secondo la tradizione iraniana. Saveh è oggi una città moderna a 130 km a sud-ovest di Teheran.
William Dalrymple, un giovane storico britannico fece un viaggio in Asia sulle trace di Marco Polo. Nel suo libro “In Xanadu”, fa riferimento a caratteristiche della cultura persiana anche presenti nel vangelo della Natività. Ribadisce l’utilizzo dei tre doni (oro, incenso e mirra) nei riti persiani, l’esistenza dei “magi” e l’importanza di Saveh, conosciuta in passato come principale osservatorio astronomico per l’Asia.
Secondo la tradizione i Re Magi morirono in Oriente e più tardi la Regina di Costantinopoli, Elena, fece riesumare i corpi. Nel IV secolo le reliquie furono deposte nella “Megalo Ecclesia”, dove secoli più tardi fu costruita Santa Sofia.
L’Imperatore Costantino offrì le reliquie al vescovo milanese Eustorgio e furono trasportate a Milano all’interno di un grosso sarcofago (ancora presente nella Cappella dei Magi nella Basilica di Sant’Eustorgio). Le reliquie passarono nel 1164 nella cattedrale di Colonia, dove ancora oggi affluiscono pellegrini del mondo intero per venerarle. Colonia è stata proclamata quarta città santa con Gerusalemme, Costantinopoli e Roma.
Al seguito dei Re magi prepariamoci all’incontro con Gesù durante questa Epifania.
I Magi sono gli uomini da ogni parte della terra, nazioni e culture che si mettono in cammino per incontrare Dio.
Con gioia anche noi mettiamoci alla presenza del Nostro Salvatore, luce del mondo, per adorarlo.