L’Eucarestia è il cuore e l’anima della nostra fede

«Cari pellegrini e cari fratelli e sorelle! Cari parrocchiani di questa parrocchia! Stimati ascoltatori di Radio “Mir”!

Saluto tutti voi con grande gioia ed amore qui, in questo luogo santo!

Stimolati dall’invito di Gesù e dal Vangelo di oggi “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi rafforzerò e ristorerò”, con questo tempo afoso e caldo, siamo venuti anche noi a celebrare questa Eucaristia, a celebrare ciò che è più grande e più santo nella nostra santa fede, la Santa Messa, l’Eucaristia è il cuore è l’anima della nostra fede.

Gesù Risorto ci invita a questa Cena della Sua Parola e del Suo Sacramento per rafforzarci col Suo Spirito per la vita quotidiana, che questo invito del nostro Divin Salvatore, come pure la nostra risposta, sia per tutti noi una benedizione in questa fonte di grazia, in questo luogo santo.

Gesù conosce bene, fratelli e sorelle, tutti i pesi della nostra anima, come la depressione in croato diremmo più precisamente avvilimento , la disperazione, la delusione.

Conosce bene i nostri problemi e le nostre preoccupazioni, la nostra sofferenza e difficoltà, sa bene in che stato siamo ora, in questo momento, per questo ci dice e invita tutti :

“Venite a Me! Io ho a Cuore ciascuno di voi, ho la medicina , il riposo per voi, desidero donarvi la pace, la forza, l’alleviamento, la soluzione di tutti i vostri problemi e difficoltà, e in Me troverete riposo”.

Sì, fratelli e sorelle, anche la nostra Madre Celeste ci raduna qui e desidera prenderci per mano e condurci proprio a Gesù, affinché ci dia il riposo, ci alleggerisca, ci aiuti in ogni nostra difficoltà.

E’ infatti vittima di espiazione per i nostri peccati e non solo per i nostri, ma per i peccati di tutto il mondo, per questo da ogni parte di questa terra e di questo mondo i pellegrini vengono qui: vengono per sperimentare la vicinanza e l’Amore di Dio, l’amore di Gesù.

L’invito di Gesù oggi è propizio per tutti noi e perciò queste sono parole consolanti, gioiose, a noi care!

Per vivere davvero questo incontro col nostro Dio, prendiamo coscienza di essere deboli, peccatori, bisognosi della pietà e della misericordia divina.

Pentiamoci di tutti i nostri peccati, pentiamoci soprattutto del peccato di non essere stati sufficientemente aperti allo Spirito Santo, che desiderava guidarci, proteggerci e custodirci, pentiamoci e proviamo dispiacere per tutto ciò che non è stato buono nella nostra vita”  Da una catechesi di Padre Marinko Sakota