Lourdes, il miracolo più grande: tornano i pellegrinaggi

Foto: K.Weise (Wikimedia Commons)

Si è tenuto, alla fine della scorsa estate, il pellegrinaggio della sezione Emilia-Romagna dell’UNITALSI, che ha visto presenti tutte le sottosezioni della regione. Con grande entusiasmo e non poca commozione, le dame e i barellieri hanno ricominciato a prendere servizio a fianco dei malati, la quintessenza della loro speciale “consacrazione a Maria e al servizio degli ammalati e dei sofferenti”.

Un pellegrinaggio sui generis: per la prima volta nella storia dell’associazione, i volontari non sono potuti partire con il tradizionale emozionante “treno bianco” dei malati, in quanto l’intero pellegrinaggio si è tenuto nel rispetto delle norme sanitarie imposte dalla pandemia. Inoltre, non potendo essere presenti ammalati bisognosi di assistenza continuativa, dame e barellieri non hanno potuto prestare servizio negli ospedali dove venivano accolti e accuditi i tanti fratelli e sorelle infermi dell’UNITALSI. Per la prima volta, dunque, sono rimasti vuoti gli ospedali di Lourdes, compreso il Salus.

Ad accompagnare il pellegrinaggio in aereo ben ventitré sacerdoti e due vescovi: quello di Ferrara, monsignor Gian Carlo Perego e quello di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri.

Per monsignor Perego “questo pellegrinaggio si unisce all’uscita della pandemia per dare un segno di speranza e di ripresa. Il fatto che sia stato organizzato dall’UNITALSI ci richiama a mettere al centro i più deboli. La presenza dei pellegrini di Ferrara è anche il primo passo di un cammino sinodale che, come ci ha ricordato il Papa, è ‘camminare insieme alle persone più deboli’ con il desiderio di avvicinare i lontani. Questi santuari sono luoghi dove anche l’evangelizzazione fa dei passi avanti”.

Crisi, sofferenza e malattia: cosa ci lascia la pandemia? Monsignor Regattieri racconta: “Sono venuto proprio per fare esperienza con l’UNITALSI, ho voluto fare questa esperienza con loro e l’esperienza con i malati c’è stata, malgrado in passato fosse diverso. La presenza di Maria ci lascia talvolta delle risposte ai tanti perché, alla sofferenza che permea questo periodo. Lourdes è un richiamo al Cielo, senza dimenticare la terra; dobbiamo impegnarci a vivere in questo mondo con la prospettiva del Cielo, che deve illuminarci in tutte le cose che facciamo”.
Abbiamo intervistato anche padre Nicola Ventriglia, coordinatore dei cappellani italiani a Lourdes, che ogni sera, alle 18, dirige la preghiera del Rosario alla grotta, trasmessa in diretta da TV2000.

Padre Nicola Ventriglia
Padre Nicola Ventriglia (foto Maria Luisa Spinello)

Cosa è cambiato?
“Siamo in una nuova dimensione: la mascherina, le restrizioni, il distanziamento, tutte regole nuove che prima non esistevano. Qui a Lourdes, nel primo lockdown, abbiamo sperimentato una chiusura di due mesi mai avvenuta prima, mai avevamo fatto i conti con la totale assenza di pellegrini.
Attualmente non è permesso il bagno nelle piscine; adesso si fa il rito del ‘lavarsi e bere’, ovvero ciò che la Vergine aveva detto a Bernadette durante le apparizioni. È una grande gioia per le famiglie, che riescono a bagnarsi nell’acqua di Lourdes stando insieme, mentre prima uomini e donne andavano separati al bagno nelle piscine. I numeri dei pellegrini alla riapertura erano un po’ bassi, ma una compagnia aerea ha potenziato le tratte per l’aeroporto di Tarbes da Roma e da Bergamo, permettendo una buona presenza degli italiani al Santuario.
Ci vuole un modo nuovo di pensare, di vivere il tempo presente senza essere troppo legati al ricordo del pre-pandemia come il popolo d’Israele che durante l’esodo rimpiangeva le cipolle d’Egitto; non dobbiamo rimpiangere il tempo passato ma vivere le opportunità di cambiamento in atto. C’è una nuova normalità che si sta formando, dobbiamo abituarci a tutto questo, dobbiamo essere bravi, attenti e grati.
L’UNITALSI, per esempio, portava i malati al Santuario: adesso è più complesso portare tutti i malati o le persone in difficoltà, ma è possibile fare il pellegrinaggio portando semplicemente se stessi. È una buona occasione per assaporare il pellegrinaggio in modo nuovo, per metterci davanti alla Madonna e chiederle: che cosa vuoi da me?”.

Per mesi, grazie alla vostra presenza quotidiana di preghiera tramite TV2000, siete stati un contatto con Massabielle per tutte le persone che non potevano andare in chiesa, un modo per pregare uniti in un momento molto duro per l’umanità. Come avete vissuto voi quel momento?
“Per la prima volta Lourdes era vuota, ma questo vuoto fisico è durato poco, perché tantissime persone erano presenti virtualmente: da 70mila a 90mila pregavano con noi. Noi, come Mosè, siamo stati con le mani alzate per far vincere questa battaglia e insieme a noi milioni di persone pregano per vincere questo momento duro per l’umanità. Proprio oggi un uomo mi ha detto: non può immaginare quanto mi ha fatto bene ogni giorno pregare con voi, seguendovi dalla TV”.

Servizio a cura di Maria Luisa Spinello