#Marco #Paganelli è l’autore del #libro “#Medjugorje – l’#inchiesta – Aspettando il #giudizio di #Papa #Francesco” scritto per l’edizioni Echos. Il testo è stato recensito da un importante #giornalista, del quotidiano “La Stampa”, come #Marco #Tosatti e la notizia della pubblicazione è stata divulgata da alcuni media.
Abbiamo intervistato l’autore per saperne di più sul fenomeno Medjugorje.
Hai fatto una vera inchiesta giornalistica legata al fenomeno Medjugorje. Cosa ti ha portato a farlo?
Ho realizzato questa inchiesta giornalistica dopo essere andato in pellegrinaggio, a Medjugorje, diverse volte. L’indagine è nata dalla volontà di approfondire tali mariofanie che in oltre trent’anni continuano a interessare milioni di persone.
In quest’inchiesta quali punti del fenomeno approfondisci?
Prima di rispondere a questa domanda, voglio indicare le possibilità che hanno, i nostri lettori, per ordinare il mio libro. Possono cliccare su questo link http://www.echosgroup.it/product.php~idx~~~64~~Medjugorje_+L_inchiesta+_+Marco+Paganelli~.html, oppure andare in libreria, o contattarmi, se necessario, alla mail marco86_18@libero.it. Desidero ringraziare, inoltre, l’editore Marco Ronco, il giornalista Marco Margrita e i loro ottimi collaboratori che hanno seguito questo lavoro che è durato due anni. Uno degli elementi qualificanti del mio testo è rappresentato dalla decisione di una casa editrice laica, ovvero la Echos, di pubblicare un’inchiesta su una tematica religiosa. Ciò significa che il mio lavoro non è comprensibile e apprezzabile solo da coloro che si recano regolarmente a Medjugorje, ma da tutti. Ho cercato di impostarlo, proprio a tale scopo, con un taglio giornalistico, suddividendolo in una parte descrittiva molto approfondita e in una caratterizzata da interviste ad alcuni interlocutori privilegiati, ovvero persone che hanno studiato tali mariofanie in maniera dettagliata e che continuano a interessarsi alla loro evoluzione, come il collaboratore di Radio Maria Diego Manetti e don Gabriele Amorth. Ho incontrato, a Roma, il noto esorcista, il 16 marzo 2016, esattamente sei mesi prima che salisse in Cielo. Questa è stata, per me, una grande grazia che voglio condividere con i lettori. Ho contattato poi l’allora portavoce di Papa Francesco, padre Federico Lombardi, in una breve telefonata di cui ho riportato i dettagli.
Ho avuto modo di descrivere nel testo gli eventi, iniziati il 24 giugno 1981 nel noto villaggio dell’Erzegovina, le testimonianze dei veggenti, i messaggi della Regina della Pace che hanno un’impronta totalmente cristologica e dunque sacramentale. Tale aspetto sottolinea, a mio parere, come questo fenomeno rispecchi i contenuti della Parola di Dio e si collochi in una perfetta prospettiva ecclesiale. Quanto comunica la Santa Vergine, lo si può riassumere infatti come l’invito alla conversione dei cuori a Cristo mediante cinque semplici pratiche che coincidono con i contenuti della Tradizione Apostolica e del Catechismo della Chiesa Cattolica: la preghiera del cuore e in particolare il Rosario, la Santa Messa domenicale, festiva (e possibilmente quotidiana), il digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì per allenare la volontà alla rinuncia al peccato, la meditazione, ogni giorno, della Parola di Dio e la Confessione mensile.
Ho riportato poi numerose testimonianze di famiglie che si sono riconciliate e di persone che hanno ricevuto alcune grazie di liberazione e di guarigione fisica, psichica e spirituale, durante i loro pellegrinaggi, dimostrando come questi frutti rappresentino un’attualizzazione dei contenuti biblici. Mi auguro che questo libro possa donare speranza e consolazione incentivando, quanti si trovano in momenti di sofferenza, a non cadere mai nella disperazione e ad avere fede in Cristo che può risolvere qualsiasi problema.
Ho descritto inoltre le comunità e i gruppi di preghiera legati alla spiritualità di Medjugorje, l’attenzione dei media su tale località e in particolare la storia di Radio Maria che, più di altri, ha seguito da vicino gli eventi iniziati nel 1981 in questo paesino dell’Erzegovina. Ho ricostruito il dibattito laico ed ecclesiale, evidenziando le posizioni critiche e favorevoli, sulle mariofanie. Ho riportato poi la storia delle principali devozioni del popolo di Dio, analizzando così le apparizioni mariane in Europa dal 1830 al 1981 e richiamando la “M” di Maria, derivante da un’ipotetica congiunzione di queste località, che si chiude proprio a Medjugorje. Ho focalizzato inoltre la mia attenzione sulle analisi scientifiche effettuate sui veggenti, sulla questione dei dieci segreti, che dovranno ancora essere svelati e che, a mio parere, potrebbero richiamare alcuni di quelli comunicati dalla Vergine a Bruno Cornacchiola, vicino Roma, nella località delle Tre Fontane e avere forti connessioni con quelli riferiti ai pastorelli di Fatima (di cui ricorrerà, quest’anno, il centenario delle apparizioni).
E’ da 10 anni che t’interessi di Medjugorje. Qual è stata la tua esperienza personale in quel luogo?
Ho sentito parlare di Medjugorje, per la prima volta, al liceo, ma ero profondamente scettico. Ho avuto poi la possibilità di approfondire la conoscenza di quel luogo tramite alcuni libri, scritti dal bravissimo e preparatissimo Direttore di Radio Maria padre Livio Fanzaga, che ho letto con molto interesse dopo aver ascoltato la testimonianza di una signora della mia parrocchia. Sono rimasto stupito, durante i miei pellegrinaggi, dalle file interminabili, di penitenti, ai confessionali e dalla folta partecipazione alla Santa Messa. Il Sacramento della Confessione e quello dell’Eucaristia, così come tutti gli altri, ci rendono contemporanei di Cristo. Non dimentichiamo che Lui è risorto e si serve proprio di questi segni, mediante lo Spirito Santo, per essere vivo, presente e operante come oltre duemila anni fa. Le innumerevoli conversioni sono i più bei miracoli che possiamo gustare e che ci indicano l’autenticità delle apparizioni. La Vergine si manifesta soprattutto per pregare, oltre che per comunicare i suoi messaggi mensili che sono un incentivo ad avere sempre più fede in un Dio escluso, purtroppo, quasi totalmente dalla nostra società. Ricordo di aver visto, durante le Via Crucis sul monte Krizevac, persone anziane, più agili di quelle giovani, che salivano a piedi nudi. Non dimentico, poi, i milioni di giovani che ogni anno, nella prima settimana di agosto, si radunano da ogni parte del mondo nel piazzale davanti alla parrocchia per pregare e meditare la Parola di Dio in un festival loro dedicato. I lettori del mio libro noteranno un’accurata distinzione tra ciò che è Medjugorje da quello che ho definito “medjugorismo”. Bisogna recarsi in questa località solo per pregare con umiltà e non per correre dietro ai fenomeni straordinari come la rotazione del sole. Ricordo che don Amorth mi aveva detto, nell’intervista che ho inserito nella postfazione, che se il Signore dovesse permettere di ammirare questi segni, non andrebbero disprezzati, ma neanche esaltati perché ciò che conta è convertirsi e credere ai contenuti biblici.
Nell’ultima parte del tuo libro parli della posizione della Chiesa. Cosa ci dici al riguardo?
Ho avuto modo di approfondire, nel mio libro, il dibattito teologico sul tema delle apparizioni mariane che rientra in quello delle rivelazioni soprannaturali. La Santa Sede valuta, rispetto a queste ultime, le analisi scientifiche sui veggenti e i frutti portati in loco mediante tre gradi di giudizio stabiliti, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il 25 febbraio 1978. Il primo è quello positivo in cui la Chiesa accetta quel determinato fenomeno nel momento della sua conclusione (“constat de supernaturalitate”, ovvero “si constata la trascendenza”). Il secondo, che è stato applicato dalla Conferenza Episcopale Jugoslava nel 1991 a Medjugorje, è quello attendista: l’evento non viene né condannato, né approvato, in attesa di nuove indagini (“non constat de supernaturalitate”, cioè “non si constata la trascendenza). La condanna avviene, invece, se la Chiesa scopre la frode umana o la presenza di satana dietro il supposto fenomeno (“constat de non supernaturalitate”, cioè “si constata la non trascendenza”). Mi sono soffermato, nel libro, anche su alcuni aspetti giuridici, teologici e scientifici che userà la Santa Sede per pronunciarsi, in modo definitivo, rispetto all’ evento di grazia in corso nel noto villaggio dell’Erzegovina.
Come vedi questa nuova direttiva della Santa Sede di mandare Mons. Hoser come inviato speciale a Medjugorje?
Apprezzo molto la scelta di Papa Francesco di inviare Monsignor Hoser a Medjugorje. Il significato, di questa decisione, non è legato alla volontà di esprimere un giudizio sulle apparizioni, ma a quella di valutare le esigenze pastorali, cioè dei pellegrini che vi si recano. La Chiesa non si è lasciata influenzare dalle critiche del Vescovo locale, quello di Mostar da cui dipende la parrocchia di San Giacomo, verso i veggenti e i frati francescani che si prendono cura, da secoli, della popolazione. Il Santo Padre ha deciso di tutelare il noto villaggio dell’Erzegovina per evitare che sia abbattuto un albero bellissimo che ha generato, nel tempo, frutti meravigliosi che ho avuto modo di illustrare nel mio libro “Medjugorje – l’inchiesta – Aspettando il giudizio di Papa Francesco”. Auguro a tutti una buona lettura!
Servizio di Rita Sberna