I migranti a Capalbio non li vogliono. “Ma non è razzismo”, dice la ristoratrice con galleria d’arte incorporata. È che insomma a Capalbio, come dire, gli immigrati a cui tutti dobbiamo dare accoglienza (almeno nei grandi discorsi per attirare voti e consenso), in quel posto non c’entrano nulla. “Qui ci sono ville di gran lusso, finemente arredate”, afferma il sindaco. Certo, nelle loro case, o meglio nelle zone dove abitano i radical chic che ogni giorno si strappano le vesti perché gli italiani non vogliono immigrati-clandestini, ora chiamano a testimone addirittura l’opportunità politica di riservare agli stessi altre aree, per non creare troppa confusione. È dovere di tutti accogliere. Non vale solo per alcuni.
Comincino quanti predicano bene e razzolano male a prendere nelle loro abitazioni questi fratelli e sorelle che non hanno dove poggiare il capo. Scommettiamo che i soliti circuiti informativi, non diranno una parola su questo grave episodio di “rifiuto” dei clandestini? Anzi proveranno a minimizzare e a giustificare le rimostranze degli intellettuali, come intervento legittimo per non turbare la sicurezza dei cittadini. Il finto buonismo, per i migranti vale solo se è orientato nelle periferie e a scapito della povera gente. Risultato: mandiamoli negli interland delle grandi città, ma non a Caparbio. Però in compenso oggi pomeriggio ci aspettano tutti in pineta al convegno “Il dovere della accoglienza” all’interno della Rassegna “Riflessioni colte”. E chi non viene è un fascioleghista. Cosa provoca l’ondata indiscriminata di clandestini?
Con la liberazione di Sirte dall’Isis, avverte Giacomo Stucchi, presidente del Copasir “lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare”. Nel mirino c’è l’Occidente in genere con tutti i simboli che il sedicente Califfato intende abbattere. Soprattutto Roma come culla della cristianità è un bersaglio molto appetibile. Circa la probabile presenza nel Milanese di jihadisti libici, tunisini e sudanesi, di cui parlerebbero i servizi di Tripoli? “La situazione è attentamente monitorata -spiega Stucchi-, dalle nostre forze dell’ordine e dalla intelligence ci sono state delle inchieste e altre sono in corso ma in diversi casi potrebbe anche trattarsi di elementi solo di passaggio, che sono stati in certe zone e che adesso si trovano da tutt’altra parte”.
Ma che strano, era inimmaginabile… in altri contesti, quanti chiedevano il dovere del controllo, per non mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, venivano presi per razzisti, neofascisti, nazisti, inumani, senza cuore, incapaci di accettare chi é diverso. La lotta non è contro l’accoglienza dei profughi, ma su quanti giungono nelle sponde dell’Occidente per seminare morte e distruzione.
Don Salvatore Lazzara