Ai terroristi e loro affiliati, appoggiati dal mainstream occidentale, non resta che strumentalizzare il salvataggio di un bambino (come è successo per il piccolo Alan, fotografato morto sulla riva del mare), per fermare i raid di Aleppo. Quanti hanno pubblicato l’immagine (foto n. 1), forse non sono quelli che si strappano le vesti, quando i loro oppositori pubblicano foto dello stesso impatto mediatico? Addirittura non sono mancati pronunciamenti salottieri nei più raffinati talk show televisivi, per manifestare lo sdegno di certe riprese? La guerra contro l’Isis e gruppi fondamentalisti è combattuta in queste ore nella antica città siriana. Uno scontro impari. Siamo alle battute finali. I fanatici, ormai prossimi alla sconfitta, usano qualsiasi mezzo per fermare l’avanzata della coalizione governativa.
Con grande rammarico, dobbiamo dire che l’informazione ad orologeria occidentale è basata (ed alimentata), dai sensazionalismi e dalle foto impressionanti che vengono propinate per colpire il cuore e le emozioni dell’opinione pubblica, seminando confusione e reazioni negative contro chi li combatte. Il bambino siriano salvato e ripreso dalla foto, nella sua terribile tragicità -che è ritratto seduto in una struttura sanitaria quasi agonizzante, ancora sporco di terra e sangue-, sembra uno spot pubblicitario della peggiore specie. Nessuno dei soccorritori, ha pensato che prima di fotografarlo per diventare icona agghiacciante del conflitto, forse aveva bisogno di cure urgenti? Povero bambino! Utilizzato per conquistare tempo nella lotta finale tra i due schieramenti! A tal proposito, come non ricordare lo sgambetto del fotografo al profugo siriano?
Con 250.000 morti, tra i quali decine di migliaia di bambini, di certo non c’era bisogno di un altro video per evidenziare gli orrori della guerra alla Siria. Ma ora che i “ribelli siriani” (quasi tutti capeggiati dall’ISIS) stanno per essere sloggiati anche da Aleppo cosa c’è di meglio di uno struggente video per invocare agli USA e alla NATO una No Fly Zone (tipo Libia 2011)? Provvede alla bisogna un video realizzato dall’”Aleppo Media Center” (che già nel 2014 parteggiava per Al Nusra (gruppo di tagliagole affiliati ad al-Qāʿida, e quindi all’ISIS) che in queste ore troneggia su tutti i soliti media allineati al politicamente corretto. Un video che evidenzia elementi che lo farebbero identificare come una messinscena.
Aleppo è uno snodo cruciale per la guerra siriana, sia perché è il terminale dell’asse stradale Damasco-Aleppo, Nord-Sud, Sud-Nord, che divide in due la Siria: da una parte quella dominata dai russi, dagli iraniani e dalle forze governative; dall’altra la Siria rurale, in parte dominata dal sedicente Stato Islamico e in parte da sacche della resistenza di insorti di vari gruppi e filiazioni. In questo modo, Aleppo non soltanto è il terminale dell’asse, ma è anche uno snodo che da secoli divide il Medio Oriente. C’è un Medio Oriente che si affaccia verso l’Anatolia, sottoposto quindi all’influenza turca, con i fortissimi interessi economici della Turchia nel Nord della Siria; ma c’è anche il collegamento con Mosul, quindi con il petrolio iracheno e con quello che è il profondo Medio Oriente e poi l’Asia Centrale. Poi, in fondo, Aleppo è anche una città mediterranea, perché il Mediterraneo è a meno di 200 kilometri di distanza. E Aleppo è fondamentale anche per il controllo della parte Nord-occidentale della Siria: quella che si affaccia sulla costa di Latakia. Ecco perché questa città, geograficamente e politicamente, racchiude diverse dimensioni cruciali per il destino della guerra.
Staffan De Mistura, ha annunciato di avere sospeso l’attività della sua task force umanitaria. Diciamolo chiaramente: per sconfiggere il terrorismo, è necessario bloccare qualsiasi attività di sostegno economico ai gruppi fondamentalisti, e la fornitura di armi. Bloccare gli interventi umanitari (soprattutto quelli aperti dai russi per salvare i civili intrappolati nella lotta tra governo e miliziani), non aiuta il popolo a risollevarsi dalle ferite inferte dai belligeranti. La Turchia svolge un ruolo fondamentale proprio nel determinare gli equilibri nel Nord della Siria e quindi nel contesto di Aleppo. Non a caso il riavvicinamento tra Mosca e Ankara ha preceduto di pochi giorni addirittura la chiusura finale dell’assedio governativo russo-iraniano su Aleppo. In qualche modo è mancato agli insorti, che stavano ad Aleppo Est, quell’appoggio turco che evidentemente prima era arrivato, sia in termini di armi che in termini politici, diplomatici e anche logistici. Dopo l’allineamento con Mosca, si è visto sul campo come la coalizione degli insorti abbia comunque perso un alleato fondamentale.
Certamente i bombardamenti sono da condannare quando colpiscono civili inermi ed indifesi. Nessuno può affermare con assoluta tranquillità che sganciare bombe sia corretto! I russi e i governativi, insieme con forze iraniane, hanno colpito sistematicamente Aleppo Est, controllata dai gruppi fondamentalisti che a loro volta hanno risposto con inaudita crudeltà contro la popolazione. Gli stessi, hanno fatto uso di armi e bombardamenti contro installazioni civili ad Aleppo Ovest e in altre regioni. Senza dubbio nessuno è esente da colpe in questa guerra sporca, combattuta come è stato affermato dai religiosi di Aleppo per procura e per conto di altri; ma in questo contesto delicato, l’unica via da seguire é l’appoggio a quanti lottano e sacrificano la vita per la libertà di Aleppo e del Medio Oriente.
Caro bambino utilizzato dai mercenari per combattere la loro guerra, speriamo nella tua pronta guarigione! Perché accanto a questa immagine raccapricciante, non vengono pubblicate, quelle dei bambini felici, sorridenti, liberati tramite i corridoi umanitari voluti dalla coalizione siriana? (foto n. 2). A quanti strumentalizzano l’orrore vissuto da questo bambino, un giorno, anche per voi, arriverà il giudizio di Dio.