Mio padre, Bud Spencer voleva fare un film: “Il nonno di Gesù”

Il 27 giugno 2016 muore a Roma un grande attore: Bud Spencer; lui ha segnato la storia della cinematografia italiana, ha interpretato molte parti in film di genere western che gli hanno permesso di diventare una star, è stato campione italiano di nuoto.

Vogliamo ricordare questo grande uomo che aveva una spiritualità molto profonda, era legato alla fede e alla vita eterna, vogliamo farlo attraverso il racconto di suo figlio Giuseppe Pedersoli che ha risposto alle nostre domande.

Suo padre ha dichiarato in molte interviste, di essere molto legato alla fede. Esattamente, da quando Bud Spencer si era avvicinato a Dio?

Mio padre non era un praticante nel senso che non andava a messa tutte le domeniche però aveva una forte spiritualità, cercava di posizionare la sua vita nell’ambito della socialità, non era mai sceso a compromessi con nessuno. Era una persona molto ottimista nel suo quotidiano.

In gioventù non so se praticava la messa e i sacramenti sicuramente proveniva da una famiglia con basi cattoliche.

Diceva sempre che la morte non lo spaventava …

Si è vero, la morte lo incuriosiva. Era interessato a sapere cosa ci sarebbe stato dopo la morte, e adesso credo che sia riuscito a soddisfare la sua curiosità.

E’ stato un attore di successo che ha vissuto la sua notorietà in piena umiltà …

Non era una persona modesta nel senso che i suoi obiettivi rimanevano sempre alti, sia nello sport che nel cinema, però aveva un senso di umiltà che lo faceva stare con i piedi per terra.

Lo stesso devo dire anche di Terence Hills. Sono due persone che hanno condiviso gli stessi principi e gli stessi valori, e non ho mai visto in loro espressioni da prime donne.

Se leggiamo la sua filmografia ci rendiamo conto che nei suoi film ha fatto cenno alla spiritualità come nei film: Dio perdona io no! I 4 dell’Ave Maria, Porgi l’altra guancia ecc..

Si ma forse dipendeva dall’idea degli sceneggiatori e dei registi che avevano ideato quei film. Certamente sia mio padre che Terence Hills, si sono trovati perfettamente nell’interpretazione di quei ruoli e non tradivano mai ciò in cui credevano.

Trasmettevano nei loro film, un certo tipo di messaggio e di valori costanti e continuativi in tutto il tempo della loro carriera, che arrivavano dritti al cuore della gente.

Che padre è stato Carlo Pedersoli?

Nei miei primi anni, fino ai miei 12 anni l’ho visto poco e niente perché era sempre in giro per lavoro e la famiglia è stata guidata più da mia madre che da mio padre.

Quando in età adolescenziale cominciai a viaggiare con lui, posso dire che aveva una personalità forte e mi emanava un energia grande. Lui diceva sempre che non poteva insegnare niente a nessuno perché ognuno ha la sua vita, però a noi figli ci ha insegnato tanto con il suo esempio. Come dicevo prima, non è mai sceso a compromessi, ha sempre vissuto con tranquillità la sua quotidianità e con le sue capacità ha avuto un grande successo.

Nei film faceva coppia con l’amico Terence Hills. Nel privato, fra di loro c’era una grande amicizia?

C’è stata una grande amicizia anche se non una grande frequentazione. Hanno lavorato per tanti anni insieme ma fuori dal lavoro, non andavano in vacanza o uscivano insieme, anche perché Terence Hills ha sempre vissuto negli Stati Uniti.

Tra di loro c’è sempre stato un grande rispetto, condividevano i valori dello sport e della famiglia, e con il passare degli anni questi valori si sono trasformati in una grande amicizia fra loro.

Quando entravano nei film a vestire i panni dei poliziotti o dei monaci, stavano ore e ore sul set insieme e diventavano un tutt’uno e questo fortunatamente il pubblico l’ha riscontrato e lo ha valorizzato.

Cosa le ha trasmesso suo padre?

Mi ha trasmesso molto il senso della famiglia. Mio padre insieme a mia madre, compatibilmente con il suo lavoro, ci ha fatto sempre sentire la forza e l’unione che ci ha accompagnato durante il corso della nostra vita anche d’innanzi alle difficoltà.

Se dovesse scegliere uno dei suoi innumerevoli film, qual è quello che l’emoziona di più?

Sicuramente alcuni film con Terence Hills ad esempio“Lo chiamavano Trinità” ; “Più forte ragazzi” ; “Altrimenti ci arrabbiamo” mentre film in cui ha preso parte da solo, mi piace “Piedone lo sbirro” che riguardava una Napoli problematica con una figura di poliziotto vicino alla gente ed aiutato dalla gente.

Un film che mio padre desiderava realizzare ma non era semplicissimo era un film vicino alla sua spiritualità si chiamava “Il nonno di Gesù”. Si faceva sempre, tante domande sul nonno di Gesù, voleva costruire questo personaggio che a sua volta doveva rendersi conto della grandezza che aveva nell’essere nonno del Figlio di Dio, ovvero capire con chi stava convivendo.

Questo progetto era stato in parte scritto ma poi non ce ne stata più l’occasione.

Per noi è stato il gigante buono. Come se lo immagina adesso?

Sia io che mia madre e le mie sorelle, ci immaginiamo che lui entri in salotto e si metta a guardare la televisione insieme a noi.

Ci può raccontare un aneddoto del quotidiano di Bud Spencer?

Usciva presto la mattina, andava a comprare il giornale, si fermava nel suo bar preferito a bere il cappuccino e per mangiarsi un cornetto, andava spesso all’aeroporto ad andare a trovare i suoi amici piloti che guidavano gli aeroplani che erano la sua passione.

Era molto socievole ed amava condividere la sua quotidianità con gli altri.

Servizio di Rita Sberna