Questa è la storia di Nadir Malizia, Giurista specializzato in Diritto Internazionale dell’Unione Europea. Ha scritto un libro autobiografico dove mette in evidenza la sua disabilità, il libro s’intitola “Vita su quattro ruote” per l’edizioni C’era una volta, con la prefazione di Cristina Lunardini e la postfazione di Maurizio Coruzzi in arte Platinette.
La tua disabilità ti accompagna dalla nascita. Ti va di raccontarci?
Sì la mia disabilità, mi accompagna da quando sono nato ma questo non mi ha fermato, anzi ho fatto una vita come tutti. Ho saputo trasformare la mia disabilità, in qualcosa di positivo per essere d’aiuto per il prossimo
Il secondo capitolo del libro inizia con questa frase che hai scritto “Io mi sento un uomo normale, purtroppo vivo in una società disabile che non vuole vedere al di là dei propri occhi”. Che cosa vuoi dire?
Che la società, nonostante le cose siano notevolmente cambiate, tende ancora a demonizzare la persona con disabilità. È una realtà che deve essere ascoltata di più. La disabilità non è un mondo a se ma è parte del mondo della società stessa.
Cosa ti ha spinto a scrivere “Vita su quattro ruote”?
Semplicemente il fatto che volevo mettere a disposizione, la mia storia e far comprendere che nonostante le difficoltà che esistono per chi ha una disabilità, si può fare tutto. Non bisogna porsi dei limiti, bisogna provare per poi non avere dei rimorsi in futuro.
Con questo libro affronti il tema della disabilità. Pensi che oggi la disabilità non venga affrontata adeguatamente nella nostra società?
Oggi il tema della disabilità, viene affrontata ma non è abbastanza. Deve essere affrontato sempre e non soltanto quando ci sono dei problemi o altro. Bisogna prevenire prima che avvenga il peggio.
Cosa significa essere “diversi”? Chi è il diverso?
Significa avere un valore una ricchezza da poter coltivare e cogliere i frutti. Il diverso è la società che nonostante siamo nel 21° secolo si fanno ancora delle distinzioni
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso queste pagine?
Che la propria disabilità, potrebbe trasformarsi in una risorsa se tu lo vuoi.
Servizio di Rita Sberna