Il 24 giugno ricorre la festa della Natività di Giovanni Battista, 40 anni fa in questo stesso giorno iniziarono anche nel 1981 le apparizioni di Medjugorje.
In questo periodo di grande festa ricordiamo che in Italia e nel mondo le sfide sono tante.
Tutte le persone di buona volontà ed in modo particolare i cristiani sono chiamati a lottare per il Bene e la Verità.
Mi riferisco a tal proposito a tematiche importantissime in Italia come il disegno di legge Ddl Zan ma anche la raccolta di firme a sostegno del referendum per l’Eutanasia legale in Italia. Questo ultimo è stato depositato lo scorso 20 aprile in Corte di Cassazione su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni e 500.000 firme autenticate saranno certamente consegnate entro il prossimo 30 settembre. Lo scopo è il voto alla Camera.
Leggi mortifere (aborto, eutanasia, suicidio assistito…) e ideologia gender sono promosse da anni a livello internazionale con, tra l’altro, l’aiuto dell’Europa.
L’umanità intera deve aprire gli occhi e contrastare queste leggi e la menzogna in ogni sua forma.
San Giovanni Battista è chiamato il “Precursore” perché annuncia la venuta di Cristo (Gesù è “la via, la verità e la vita” – Gv 14,6). La missione profetica del Battista si manifestò già nel grembo di Elisabetta quando sussultò di gioia nell’incontro con Maria.
Nostra Signora è mediatrice e porta Gesù ad ognuno di noi. San Giovanni Battista ci ricorda la necessità della conversione e della testimonianza fino al “martirio” se necessario.
Il 29 agosto del 1992, nell’occasione della festività del martirio di Giovanni Battista Benedetto XVI dichiarò che:
“L’esistenza intera del Precursore di Gesù è alimentata dal rapporto con Dio, in particolare il periodo trascorso in regioni deserte; le regioni deserte che sono luogo della tentazione, ma anche luogo in cui l’uomo sente la propria povertà perché privo di appoggi e sicurezze materiali, e comprende come l’unico punto di riferimento solido rimane Dio stesso. Ma Giovanni Battista non è solo uomo di preghiera, del contatto permanente con Dio, ma anche una guida a questo rapporto. L’Evangelista Luca riportando la preghiera che Gesù insegna ai discepoli, il «Padre nostro», annota che la richiesta viene formulata dai discepoli con queste parole: «Signore insegnaci a pregare, come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli» (cfr Lc 11,1)…celebrare ricorda anche a noi, cristiani di questo nostro tempo, che non si può scendere a compromessi con l’amore a Cristo, alla sua Parola, alla Verità. La Verità è Verità, non ci sono compromessi. La vita cristiana esige, per così dire, il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni. Ma questo può avvenire nella nostra vita solo se è solido il rapporto con Dio”.
Preghiamo per essere degni testimoni dell’Amore e della Verità del Vangelo. L’attività missionaria rappresenta ancora oggi la massima sfida per la Chiesa.
I credenti devono senz’altro essere uniti ad essa e non scendere a compromessi (politici, economici, ideologici…).
Affidiamo tutte le sfide presenti ed a venire a Maria e alla provvidenza divina.
Suor Teresa Benedetta della Croce diceva: “Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva” che queste parole possano guidarci nelle nostre azioni e pensieri.