Nazzareno Bellocco ‘Gli amici di Sam e Natuzza Evolo’
Intervista a Nazzareno Bellocco, un venditore di macchine industriali di Como. Nazzareno è un uomo di grande fede ed ha avuto la grazia di essere un figlio spirituale della mistica di Paravati, Natuzza Evolo.
Bellocco è inoltre, Presidente dell’Associazione “Gli amici di Sam”, dedicata a suo cugino Sam, morto nel giro di sei mesi a causa di una brutta malattia: la SLA.
A seguire l’intervista.
Che cos’è esattamente la SLA?
La SLA non è altro che una Sclerosi Laterale Amiotrofica, è una malattia neodegenerativa, colpisce molto i neuroni, cioè le cellule nervose e celebrali ed esattamente il midollo spinale.
I muscoli s’indeboliscono fino al punto di rendere il soggetto immobile, e si ha bisogno dell’aiuto di tutti, pure per potere alzare una semplice matita, deve essere imboccato, non si può lavare, si ha bisogno di essere assistiti 24 ore su 24.
Per questo disagio e questo dolore, un gruppo di amici e parenti ha creato l’associazione “Gli amici di Sam”. Noi siamo sempre a disposizione, abbiamo un sito dove diamo tutte le informazioni e le referenze necessarie, siamo il primo filtro che cerca di indirizzare e dare i consigli migliori, per chi soffre di questa malattia.
L’associazione è accessibile a chiunque sia affetto da questa malattia?
Naturalmente si perché l’associazione è nata da un gruppo di persone che hanno condiviso quest’esperienza della SLA, per cui è accessibile a tutti. Siamo disponibili a passare i nostri contatti e per intervenire tempestivamente, dando le migliori soluzioni.
Il logo dell’associazione riporta un immagine particolare. Da cosa scaturisce la scelta di tale immagine?
La scelta dell’immagine, è nata da una fotografia che è stata scattata alla luna, da una signora che mentre stava scattando la foto, è stata disturbata dal nipotino che l’ha strattonata. Successivamente mi è stata consegnata ed è uscita una foto con lo sfondo nero ed un immagine bellissima e luminosa, in cui da subito ho intravisto la Madonna che benedice una persona disabile sulla carrozzina.
Questa foto è piaciuta tanto a mio cugino Sam, che l’ha voluta come logo per l’associazione.
Ci siamo detti che questa Madonna curva sulla sofferenza, in aiuto agli ammalati, sicuramente sarà sempre con noi e nessuno ci potrà dividere.
Eri molto vicino a Natuzza Evolo. In uno dei tuoi tanti incontri con lei, ti disse “Tu sei un messaggero di carità”. Come hai accolto questo messaggio?
L’ho accolto con una grande carica ed una grande gioia perché quando andavo in Calabria da Natuzza, le portavo sempre lettere e fotografie di altre persone ammalate e sofferenti che chiedevano aiuto. Leggevo le lettere e facevo vedere le foto a mamma Natuzza, e lei dispensava consigli e gli dava tutto l’aiuto possibile dando le migliori informazioni.
Natuzza era contenta che pur muovendomi e pur abitando distante, chiedevo aiuto per i più disagiati, per i giovani, gli ammalati, i tossicodipendenti. Io ero molto felice di fare questo per gli altri ed ero benedetto anche dalla sua approvazione.
Come hai conosciuto Natuzza Evolo?
L’ho conosciuta nella Pasqua del 1992, mi trovavo in Calabria ed incontrai un pomeriggio un mio grande amico, Padre Michele Cordiano, che è stato il sacerdote spirituale di Natuzza. Quel giorno, Padre Michele stava andando da Natuzza a farle una breve visita e mi diede l’opportunità di conoscerla anche a me.
Era sofferente e stigmatizzata. Trascorsero pochi minuti intensi, ed allora ho sempre sentito il bisogno di tornare e di mettermi a disposizione per questo grandissimo progetto spirituale che sta per nascere a Paravati, in Calabria.