I Nuova Civiltà “Un cammino francescano e la musica cristiana”

I Nuova Civiltà “Un cammino francescano e la musica cristiana”

Nel vostro nuovo cd, ci sono due canzoni in particolare che amo ricordare: Emmaus e Saluto Te (cantata in coppia con Roberto Bignoli).

Di cosa parlate esattamente nel brano “Emmaus”?

Il brano “Emmaus” è legato al brano evangelico dell’evangelista Luca, quando parla dei discepoli di Emmaus.

Questi due personaggi che scappano da Gerusalemme, dopo che erano successi i fatti tragici della passione, crocifissione e morte di Gesù. Ancora, loro non avevano conosciuto la Resurrezione del Cristo, per cui scappano, delusi e impauriti. Ormai quasi allo sbando.

Lungo questo cammino si affianca Gesù (che all’inizio non viene riconosciuto da loro). Però li sorprende per la chiarezza che quest’uomo ha, nel parlare di Dio e delle sacre scritture.

Giunta la sera, si fermano per dormire in un villaggio alle porte di Emmaus, e nel momento in cui Gesù spezza il pane, viene riconosciuto e sparisce.

La cosa bella di questo racconto, è che i discepoli non rimangono fermi, stupefatti e in contemplazione, anzi, ritornano a Gerusalemme per raccontare agli altri ciò che avevano visto, udito e sentito, con una gioia nuova nel cuore.

E’ un messaggio che deve dare ogni cristiano. Non possiamo soltanto, stare davanti al crocifisso e contemplare, dobbiamo uscire fuori. Questo lo dice anche Papa Francesco, dobbiamo andare in mezzo alla gente, perché chi incontra il Cristo, è un uomo pieno di gioia e non può fare altro che portarla agli altri.

La fede non si deve accontentare dei riti, in realtà Dio chiede molto di più. Dio non chiede riti, ma di cambiare se stessi e di buttarsi fiduciosamente nelle sue mani e poi diventare strumento di racconto, testimonianza della sua parola.

La fede va accompagnata da opere.

Le opere sono fondamentali. San Giacomo nella sua lettera, diceva di testimoniare la fede con le opere, perché è impensabile il fatto di testimoniare la fede senza le opere o viceversa. L’una ha bisogno dell’altra.

Le opere hanno bisogno della fede, e la fede ha bisogno delle opere.

Si possono fare anche delle buone opere senza fede, ma sono solo buone opere, cose che finiscono lì.

Invece, le buone opere con la fede, diventano testimonianza che seminano nel mondo un seme di speranza e quest’ultima, è l’unica cosa che ci può portare in prospettiva, ovvero nella prospettiva di un eternità.

 

Invece il brano “Saluto te”?

Questo brano è tratto da una lode di San Francesco, una delle poche preghiere scritte dal Santo o quanto meno che sono giunte a noi.

Ho deciso di provare a fare una canzone. Quando scrivo un testo esplicitamente religioso con l’intento di testimoniare la mia fede, ho sempre un po’ il timore di cadere nel banale e di correre nella sciocchezza.

Per cui preferisco, andare alla radice della mia storia di francescano.

In questo caso, sono andato proprio alla radice della fede mariana che è in San Francesco, attingendo a questa preghiera.

Ovviamente è stata aggiunta qualche parola, infatti nel cd c’è scritto che è stata liberamente inspirata alla preghiera di San Francesco.

Per me San Francesco, è stata un ulteriore scelta per il mio cammino, è il sentiero su cui muovo i miei passi per giungere a Dio o quanto meno, per cercare di testimoniare anche oggi la mia fede.

Due giorni fa, ero in una scuola a fare un incontro sul volontariato. In questa scuola vige ancora forte, il legame con la tradizione politica ferma ancora agli anni 60.

Dopo aver presentato l’aspetto del volontariato, ho chiesto ai ragazzi, se c’era una parola che secondo loro riassumeva l’aspetto del volontariato.

Alla fine, dopo aver fatto con loro anche un gioco, mi hanno detto che secondo loro, l’unica parola oggi rivoluzionaria è la carità.

Nella carità raggruppi: la fede, la speranza, e l’amore.

La fede in un Dio che per te significa una prospettiva infinita di eternità, una speranza che tu sia (come diceva Madre Teresa di Calcutta), una matita nelle mani di Dio, e un amore incondizionato anche a chi non conosce e che non ama, ed ha il diritto paradossalmente d’ingannarvi. Perché tu ami, ma l’altro potrebbe anche non amarti. Ma noi siamo chiamati a tener conto anche di questo.