Paolo VI- Il santo della vita. Un libro di Angelo De Lorenzi
Il 14 ottobre è stata la canonizzazione del beato Giovanni Battista Montini papa Paolo VI, il giornalista e scrittore Angelo De Lorenzi presenta una biografia con
un taglio particolare: l’attenzione del santo al tema della vita e alla sua sacralità presente in ogni momento della sua azione ecclesiale e che si sintetizzerà poi
nell’enciclica Humanae Vitae. Il libro s’intitola Paolo VI Il Santo della vita – dell’edizioni Mimep Docete.
Perché il tuo libro non è la solita biografia di Paolo VI? In cosa si differenzia dagli altri?
Il mio intento era proporre un testo divulgativo, accessibile a tutti e nello stesso tempo rigoroso nell’esposizione dei fatti. Quindi non un volume adatto solo agli specialisti e ai cultori della materia, ma un testo interessante, accattivante e che facesse luce su Giovan Battista Montini, “depurato” dai tanti pregiudizi che avvolgono ancora la sua figura. A proposito di quel Pontefice, si sono letti e ascoltato spesso giudizi affrettati e assai ingenerosi: freddo, distaccato, un po’ troppo intellettuale, “amletico”, in un’accezione dispregiativa; preoccupato di tenere la barra dritta sulla dottrina, quindi rigido, prima di tutto. Invece le cose non stanno così. Ho voluto, per certi versi, ricollocare la figura di Giovanni Battista Montini nel cono di luce che si merita, e penso di averlo fatto senza tradire la realtà, la cronaca.
Il testo, infatti, ripercorre, con taglio cronachistico e, ripeto, con intento divulgativo (mantenendo nel complesso un assoluto rigore), l’affascinante e sorprendente percorso umano e spirituale di Montini. Prima di giungere a riprendere alcune tappe significative del suo itinerario umano e cristiano, il mio libro si sofferma in modo particolare sul suo ambiente familiare, un mondo al quale Montini rimase sempre grato. Ho visto nei genitori, in particolare, il primo e irrinunciabile faro dell’esistenza di Montini. Il papà, un testimone della fede, impegnato nel sociale, nella politica e nel mondo del giornalismo come servizio.
La mamma, per anni, ha rappresentato per il giovane Montini un punto di riferimento certo per la vita spirituale. Mi sono accorto, con enorme sorpresa, della ricchezza della vita del futuro pontefice, i suoi interessi per l’arte, la spinta interiore nell’allacciare ponti, la tensione all’ecumenismo, l’amore a Cristo. Montini aveva dolorosamente capito l’avanzare della secolarizzazione. Diceva: “Cristo, un assente in gran parte della cultura contemporanea”. Aveva colto la drammaticità di una società cristiana in apparenza, legata a una tradizione, ma che non sapeva più vivere l’autenticità della fede.
Questo lo avvertì, in particolare, durante gli anni milanesi, da arcivescovo del capoluogo lombardo. Il cardinale Angelo Scola, proprio nell’Omelia del suo ingresso nella diocesi di Milano, si espresse in questi termini sul suo predecessore: “Nel giovane Montini era ben chiara una convinzione: un cristianesimo che non investa tutte le forme della vita quotidiana degli uomini, cioè che non diventi cultura, non è più in grado di comunicarsi. Da qui il processo che avrebbe portato inesorabilmente alla separazione tra la fede e la vita cui il magistero di Paolo VI fece spesso riferimento, e avrebbe condotto al massiccio abbandono della pratica cristiana con grave detrimento per la vita personale e comunitaria della Chiesa e della società civile”. Il mio testo, comunque, è un po’ come un’introduzione, un invito ad approfondire la vita e il pensiero di Giovanni Battista Montini, con ulteriori letture.
In ogni caso se uno desidera cogliere gli aspetti essenziali della vita del futuro Papa, potrà trovare giovamento dalla letture di queste pagine. Nel mio libro ci sono sicuramente i passaggi chiave della sua vita di adesione a Cristo: la vocazione al sacerdozio, l’attività alla segreteria di Stato in Vaticano, il periodo da arcivescovo a Milano, gli anni da Pontefice, fino al racconto della miracolosa guarigione che ha permesso la canonizzazione.
Chi era all’epoca, Giovanni Battista Montini?
Dopo aver riletto il mio libro posso dire di aver trovato una chiave di lettura interessante della vita di Montini. Alcune evidenze riscontrabili nella prima parte della sua vita le troveremo come, costanti, e variamente declinati negli anni successivi. Qualche esempio? Impara dal padre direttore di un giornale cattolico ad amare la stampa e fonda Avvenire perché vuole un quotidiano a livello nazionale che rappresentasse i cattolici. Da arcivescovo inizia a viaggiare. Ha un’idea di Chiesa missionaria. Sarà il primo Papa a prendere l’aereo.