Papa Francesco: conoscersi per discernere

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Oggi nell’udienza il Santo Padre, mentre continua a proporci le catechesi sul discernimento, attira la nostra attenzione sul fatto che questo non è solo un esercizio spirituale, staccato dal resto della realtà e da altri elementi della nostra umanità. Motivo per cui è indispensabile conoscere sé stessi fino in fondo, per essere capaci di compiere delle scelte consone alla nostra vita.

Oltre infatti alla nostra dimensione spirituale, dobbiamo imparare a dialogare con la nostra dimensione umana, cognitiva e affettiva. Non andare a scrutare queste parti che integralmente compongono la nostra identità, significa privarci di elementi indispensabili per un discernimento proficuo. La dimenticanza della presenza di Dio nella nostra vita va di pari passo con l’ignoranza su noi stessi – ignorare Dio e ignorare noi -, ignoranza sulle caratteristiche della nostra personalità e sui nostri desideri più profondi.

Chiaramente, per compiere questo viaggio dentro noi stessi, occorre intanto un cambio di mentalità. Questo infatti è un atteggiamento per tutta la vita. Richiede la capacità di fermarsi, di “disattivare il pilota automatico”, per acquistare consapevolezza sul nostro modo di fare, sui sentimenti che ci abitano, sui pensieri ricorrenti che ci condizionano, e spesso a nostra insaputa. Richiede anche di distinguere tra le emozioni e le facoltà spirituali. “Sento” non è lo stesso di “sono convinto”; “mi sento di” non è lo stesso di “voglio”.

Papa Francesco ci presenta questa capacità di entrare in noi stessi, come conoscenza di una password di accesso. (…) Anche la vita spirituale ha le sue “password”: ci sono parole che toccano il cuore perché rimandano a ciò per cui siamo più sensibili. Il tentatore, cioè il diavolo, conosce bene queste parole-chiave, ed è importante che le conosciamo anche noi, per non trovarci là dove non vorremmo. La tentazione non suggerisce necessariamente cose cattive, ma spesso cose disordinate, presentate con una importanza eccessiva. Quanto conosciamo dunque le nostre password?

Questo meccanismo, il Papa lo accosta alle dinamiche pubblicitarie. Tante volte quello che si dice in un programma in televisione, in qualche pubblicità che si fa, ci tocca il cuore e ci fa andare da quella parte senza libertà. State attenti a quello: sono libero o mi lascio andare ai sentimenti del momento, o alle provocazioni del momento? La capacità di essere presenti a noi stessi, ci permette di non lasciarci trascinare, ma di indirizzare le nostre azioni consapevolmente.

Uno strumento importantissimo in tutto questo, è l’esame di coscienza. Ci viene proposto però l’esame di coscienza generale della giornata: cosa è successo nel mio cuore in questa giornata? “Sono accadute tante cose …”. Quali? Perché? Quali tracce hanno lasciato nel cuore? Fare l’esame di coscienza, cioè la buona abitudine a rileggere con calma quello che capita nella nostra giornata, imparando a notare nelle valutazioni e nelle scelte ciò a cui diamo più importanza, cosa cerchiamo e perché, e cosa alla fine abbiamo trovato. Soprattutto imparando a riconoscere che cosa sazia il mio cuore. Perché solo il Signore può darci la conferma di quanto valiamo.

Riportandoci all’elemento del discernimento trattato la settimana scorsa, cioè la preghiera, il Papa conclude: la preghiera e la conoscenza di sé stessi consentono di crescere nella libertà. Questo, è per crescere nella libertà! Sono elementi basilari dell’esistenza cristiana, elementi preziosi per trovare il proprio posto nella vita.