Papa Francesco: la preghiera è sempre compagnia

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Certamente ci viene naturale pensare che per pregare ci vuole un raccoglimento a cui aiuta molto anche la solitudine, l’assenza delle persone, degli elementi relazionali. Per questo motivo, seguendo anche l’invito del Vangelo (Mt 6,6), spesso ci ritiriamo in silenzio. Il Papa, nella catechesi dell’udienza di mercoledì, ci ricorda l’altro aspetto di ogni preghiera, e cioè il fatto che pregando non siamo mai soli, ma sempre in compagnia.

E’ la comunione dei santi, parte imprescindibile del nostro vissuto di fede, che accompagna sempre ogni nostro dialogo con Dio. Il Santo Padre ci racconta in primis l’eredità narrativa del cristianesimo, quando si tramandano antiche storie, prodigiose liberazioni, deportazioni e tristi esili, commossi ritorni, di lodi sgorgate davanti alle meraviglie del creato (…), di generazione in generazione, in un continuo intreccio tra l’esperienza personale e quella del popolo e dell’umanità a cui apparteniamo. Alla base di questa considerazione resta la verità della vita umana, intrecciata con quella del proprio popolo, impregnata della storia.

Così anche la preghiera, si propaga e crea comunità. Considerato che preghiamo in varie circostanza, costatiamo che il dolore di ciascuno è il dolore di tutti, e la felicità di qualcuno si travasa nell’animo di altri. Il dolore e la felicità, fanno parte dell’unica storia: sono storie che si fanno storia nella propria vita. Si rivive la storia con le proprie parole, ma l’esperienza è la stessa. 

Il Pontefice richiama un’altra caratteristica della preghiera, e cioè, che essa rinasce sempre. Ogni volta che congiungiamo le mani e apriamo il cuore a Dio, ci ritroviamo in una compagnia di santi anonimi e di santi riconosciuti che con noi pregano, e che per noi intercedono, come fratelli e sorelle maggiori transitati per la nostra stessa avventura umana (…) Quella fede tramandata, trasmessa, che noi abbiamo ricevuto: con la fede è stato trasmesso anche il modo di pregare, la preghiera.

Rifacendoci al Catechismo della Chiesa Cattolica (2683), possiamo coltivare in noi la certezza, che i santi sono sempre con noi e che dall’eternità ci accompagnano nel cammino terreno. Questo legame di preghiera fra noi e i Santi, cioè fra noi e la gente che è arrivata alla pienezza della vita, questo legame di preghiera lo sperimentiamo già qui, nella vita terrena: preghiamo gli uni per gli altri, domandiamo e offriamo preghiere…  

Questo aspetto comunionale, che fa della Chiesa quello che essa è, va ribadito in un modo del tutto particolare, nel tempo delle difficoltà comuni, com’è quello che stiamo vivendo. Non si possono infatti affrontare e superare le sofferenze, se non accompagnati, da chi cammina con noi qui sulla terra e in più per noi cristiani, dai santi. Perché, giustamente il nome che ci è stato dato al Battesimo, non è una “decorazione” ma il privilegio di un “compagno di viaggio”.

Infine possiamo ancora ringraziare, perché se nella nostra vita le prove non hanno superato il colmo, se ancora siamo capaci di perseveranza, se malgrado tutto andiamo avanti con fiducia, forse tutto questo, più che ai nostri meriti, lo dobbiamo all’intercessione di tanti santi, alcuni in Cielo, altri pellegrini come noi sulla terra, che ci hanno protetto e accompagnato perché tutti sappiamo che qui sulla terra c’è gente santa, uomini e donne santi che vivono in santità.