Intervista al grande Regista e sceneggiatore del cinema italiano Pupi Avati, che ha segnato la storia del cinema italiano con i suoi numerosissimi film di genere comico, horror e thriller.
La sua carriera cinematografica, inizia nel lontano 1970 con la realizzazione dei primi 2 film.
Lo abbiamo intervistato su temi di grande attualità come l’aborto e le adozioni gay.
A seguire l’intervista.
I primi 2 film che ha realizzato hanno un titolo un po’ insolito: Balsamus, l’uomo di satana; Thomas e gli indemoniati. Su cosa era centrata la trama di entrambi?
Questi 2 film erano tipicamente sessantottini, nel senso che volevano essere provocatori e contro la moda di quei tempi; volevamo cercare di fare un cinema che fosse nei limiti del possibile, più alternativo.
Purtroppo furono dei film, come tanti altri film dei giovani debuttanti di quegli anni, che non ebbero nessun successo.
Lei è anche uno scrittore, tra i tanti libri ha scritto anche “La via degli angeli”…
Ho scritto molti romanzi ed un autobiografia. Il cinema nasce dalla scrittura, quando diventi un autore o un regista, è evidente che la prima cosa che conta è quella di avere un idea narrativa che poi diventerà un film.
Dal racconto al romanzo, il passo non è tanto lungo. Nella scrittura ho trovato una bella soddisfazione.
Ha scritto anche la prefazione del libro di Annalisa Sereni “Semplicemente una mamma”, il racconto di questa mamma che nonostante abbia 6 figli, accetta il 7° figlio con la sindrome di down.
Lei ha dichiarato di essere contro l’aborto, per una questione di morale o di fede religiosa?
Sono contro l’aborto per una questione di morale perché penso che la vita vada in qualche modo preservata e difesa.
Io non condanno l’aborto in tutte le circostanze, perché ci sono situazioni molto penalizzanti, per cui non mi sento di puntare il dito. Ma la bellezza, racchiusa nella storia della Sig.ra Sereni, ci dimostra che nonostante abbia altri 6 figli, ha avuto la gioia di accogliere una nuova vita nonostante abbia la sindrome di down, ed oggi si ritrova ad essere riconoscente a questo bimbo.
La Sig.ra Sereni vive un rapporto speciale con questo bambino, e nel leggere questo libro mi sono enormemente emozionato. Lei è anche un medico e vive la sua maternità nella gioia e nella riconoscenza.
Lei è papà di 3 figli. Che padre è stato per loro?
Sono stato un pessimo padre! La mia genitorialità è stata offuscata dalla mia professione cinematografica, per cui la carriera mi faceva assentare. E’ stata mia moglie che si è occupata dei miei figli, quando erano piccoli. Nel tempo, credo di essere diventato un buon genitore, perché insieme a mia moglie, ho insegnato ed ho trasmesso a loro dei valori ( come l’accoglienza, la sincerità) e dei principi fermi, che non appartengono alla moda.
Soprattutto, ho trasmesso loro, il valore e l’importanza della famiglia.
Cosa pensa delle adozioni da parte di coppie omosessuali che desiderano diventare genitori?
Non ci penso neanche! E’ una delle forme di violenza estrema che si possa fare, e non riesco a capire come non ci siano associazioni e gruppi di psichiatri e psicologi che intervengano esprimendo una loro opinione, mettendo in evidenza, quanto un bambino sia penalizzato in questo modo, essendo costretto a vivere in una famiglia dove ci siano 2 papà e non ci sia la mamma.
Come si può crescere un bambino privandolo della sua mamma?
Se a me, mi avessero privato di mia madre, a quest’ora non avrei l’80% di quello che sono io!
Questo vale anche per le coppie in cui 2 mamme privano il bimbo della figura paterna. 2 mamme non possono sostituire un papà!
Questa è una visione di famiglia assolutamente moderna e laicista che produrrà dei danni inimmaginabili. E’ irresponsabile, che gli studiosi e la scienza non si occupino di queste tematiche!
Il ruolo della madre e del padre sono diversi e distinti.
Se dovessimo fare un riepilogo dei suoi film, diciamo che svelano l’anima ferita ed angosciata di un disperato che non riesce a sentire Dio in sé e attorno a sé e colpevolizza Dio della desolazione creata dagli uomini sulla terra.
Qual è invece il suo rapporto reale con Dio?
Il mio rapporto con Dio è alternativo, perché voglio avere fede, voglio credere però a volte mi succede, che passo dei momenti di grande incertezza e di grande dubbio.
Avverto la necessità fortissima di avere un referente, di sentirmi amato. Quelli sono i momenti più commoventi e più rassicuranti che ho vissuto nella mia vita.
Quali sono i suoi prossimi progetti cinematografici?
I miei prossimi progetti riguardano una serie di film che evocano il discorso della montagna, ovvero “Le beatitudini”, quindi tratteremo il Vangelo.